L’Adirt (Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio di Bari) in collaborazione con il Centro di Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari ed il Comune di Barletta, ha bandito il 28 maggio 2009 un concorso a premi per giovani laureati e ricercatori. Il premio è stato destinato a tesi di laurea con dignità di stampa o a lavori di ricerca originali ed inediti su argomenti relativi al patrimonio storico, archeologico, artistico, architettonico e demoantropologico relativo alla Puglia.

La “difesa e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, ambientale e delle tradizioni locali”, come definiti dall’art. 2 dello Statuto dell’Adirt, sono stati la finalità del premio.

I premi proposti sono stati:

1° premio pari a € 2.500,00 come contributo ai costi di stampa della pubblicazione tematica selezionata.

2° premio ex aequo per 2 vincitori pari a € 500,00 ciascuno resi disponibili dall’Adirt, dal Centro di Studi Normanno-Svevi e dal Comune di Barletta, per l’acquisto di ogni tipo di documentazione libraria o software a scelta di ciascun vincitore.

Alla scadenza del bando (31 dicembre 2009) sono giunti 10 eleborati.

Il giorno 23 febbraio 2010 si è riunita presso la sede dell’Adirt la Commissione di valutazione composta da Lucia Aprile, Arturo Cucciolla, Nicola Maffei, Mariella Basile, Isa Bergamini che, sulla base dei criteri di valutazione precedentemente condivisi, si è espressa, dopo ampio dibattito, con i seguenti risultati:

Giulia PERRINO e Maria SQUEO                         primo premio ex aequo
Ruggiero DORONZO e Francesco MONACO      secondo premio ex aequo

La cerimonia di premazione ha avuto luogo il 25 maggio 2010 alla presenza della commissione giudicatrice e dei soci Adirt.

Le valutazioni dei lavori premiati sono qui di seguito riportate:

GIULIA PERRINO

Lo studio presentato da Giulia Perrino, dal titolo Affari pubblici e devozione privata. La committenza aristocratica in alcuni episodi della decorazione pittorica di Santa Maria del Casale, è frutto di una interessante rielaborazione della sua tesi di Dottorato in Storia dell’Arte Comparata. Civiltà e Culture dei Paesi Mediterranei (Università degli Studi di Bari) .
Con un’ottica spaziosa, che le consente di ricostruire la fitta rete di intrecci tra arte devozione e vicende storiche nel Meridione d’Italia in età angioina, la candidata esamina episodi (talvolta inediti o trascurati dagli studiosi) della estesa decorazione a fresco della chiesa brindisina del Casale, in cui individua, con finissima analisi, contenuti e dinamiche della variegata committenza. L’ indagine così condotta lascia emergere nitidi profili di personaggi e famiglie aristocratiche di età angioina, che sulle pareti di quella chiesa lasciarono segni significativi della loro presenza e della loro devozione, del prestigio raggiunto o delle aspirazioni di potere perseguite, allusioni alle strategie politiche adottate, testimonianze efficaci dei molteplici rapporti culturali tra Oriente e Occidente in cui spesso svolsero un ruolo non secondario. Tra gli esiti più originali e rilevanti si segnala la identificazione della cappella imperiale di Caterina di Valois-Courtenay, moglie di Filippo di Taranto, a cui la studiosa perviene mediante una corretta lettura dello stemma. Ancora dotata del titolo di imperatrix Costantinopolitana, ampiamente esibito nei documenti, all’interno della cultura meridionale Caterina svolse un ruolo rilevante, di cui vengono ricostruiti significativi squarci anche attraverso le sbiadite tracce e gli indizi incerti della pittura e dell’arte.
L’indagine sulla committenza sortisce risultati altrettanto interessanti dall’analisi, condotta per la prima volta, sulla serie araldica ostentata all’interno della chiesa in linea con un percorso visivo di immagini devozionali private, che ha consentito di risalire alla collocazione sociale delle famiglie per lo più provenienti dai quadri burocratici del Regno di Napoli (come i Gattola e i Tocco) e impegnate in un processo di anoblissement .
Nuovi contributi alla storia dell’iconografia religiosa emergono dall’esame della particolarissima soluzione iconografica della Vergine della Misericordia, in un affresco allo stato larvale e soprattutto della Annunciazione nella cappella dei Tocco che apre la via ad un approfondimento dei rapporti tra Puglia e Grecia Latina al tempo degli Angiò.

MARIA SQUEO

Il lavoro di Maria Squeo – I documenti greci di Taranto dell’Archivio di Montecassino (Secc. X XIII): Edizione e analisi paleografica – una inedita tesi di laurea magistrale in Paleografia greca (Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, a.a. 2008-2009) che ha ottenuto il massimo dei voti con lode – consiste nell’edizione critica e nell’analisi storico-paleografica di un gruppo di documenti greci vergati su pergamena, risalenti al periodo compreso tra il 975 e il 1228, provenienti dal monastero tarantino di San Pietro Imperiale ma conservati nell’archivio dell’abbazia benedettina di Montecassino, e relativi ai possedimenti tarantini del monastero.
Si tratta di una ricerca di assoluto valore, che intende dichiaratamente sostituire l’unica e datata edizione esistente di quei documenti, opera nell’Ottocento di Francesco Trinchera, con una nuova edizione critica condotta sulla base delle più recenti e scientificamente corrette metodologie dell’indagine filologica e diplomatistica.
Già questo compito – condotto con scrupolosa acribia sulla base di una lettura diretta (in archivio e attraverso foto) dei documenti, accompagnata da una sicura padronanza della lingua greco-bizantina e delle forme medievali di scrittura – rivela l’ottimo spessore scientifico e i numerosi meriti del lavoro, che grazie anche ai puntuali regesti e alla segnalazione delle varianti rispetto alla precedente edizione, consente oggi di leggere e interpretare correttamente atti altrimenti poco accessibili.
In più, il lavoro eccelle per la capacità di inserire quei documenti nel più generale contesto della presenza e del ruolo delle comunità italo-greche nella Puglia bizantina, normanna e sveva, presenza e ruolo che appaiono più rilevanti di quanto la documentazione scritta superstite non siano in grado oggi di mostrarci.
è appunto la capacità di approfondire e sviluppare insieme l’analisi storica – le vicende della città di Taranto; la presenza e le istituzioni longobarde, bizantine, normanne e sveve; gli apparati e i quadri amministrativi soprattutto bizantini e normanni; i caratteri e la diffusione del monachesimo greco-bizantino, e via dicendo – e l’analisi paleografica – dalla distinzione fra atti pubblici e atti privati alle forme scrittorie e alle caratteristiche intrinseche ed estrinseche dei documenti, sino al ruolo in Puglia del notariato italo-greco – il merito non ultimo di questo lavoro che, redatto con grande proprietà di linguaggio e con una chiarezza espositiva ancor più apprezzabile se rapportata alla difficoltà del compito, che necessita indubbiamente di una preparazione specialistica, si segnala per la sua eccellenza tanto sul piano della originalità dell’indagine quanto per il suo rigore metodologico, e rappresenta un contributo fondamentale per comprendere i rapporti e i dinamismi tra etnie, culture, organizzazioni ecclesiastiche e ceti sociali diversi nella Puglia medievale.

RUGGIERO DORONZO

Lo studio presentato da Ruggiero Doronzo, dal titolo Per un corpus dei dipinti di Cesare Fracanzano; La produzione in Puglia è frutto di una ricerca puntuale condotta per la sua tesi di Laurea in Storia dell’Arte Moderna (Università degli Studi di Bari: a. a. 2007-2008), sulla produzione artistica e sulla personalità, ancora non del tutto liberata da fraintendimenti e zone d’ombra, del pittore pugliese Cesare Fracanzano.
L’analisi, condotta con rigore filologico attraverso un’attenta rilettura delle fonti e della bibliografia e un esame della folta produzione dell’artista con convincenti valutazioni della discontinua qualità formale, produce una ricostruzione del suo percorso, delle diverse influenze del variegato panorama artistico napoletano e soprattutto del catalogo dei numerosi dipinti pugliesi, con felici integrazioni di opere inedite attribuite per la prima volta.
Gli interessanti riferimenti alla committenza e al clima della Controriforma in Puglia, che si leggono nel capitolo conclusivo, sono utili spunti da sviluppare per una più ampia contestualizzazione dell’operato del pittore nella cultura del suo tempo.
Il lavoro è comunque assolutamente lodevole

FRANCESCO MONACO

Tesi di laurea di Francesco Monaco, relatore il prof. Pasquale Favia, dal titolo “L’insediamento rupestre lagunare garganico – L’indagine archeologica sul sito di Bagno di Varano-Pannoni”, redatta per il Corso di Laurea magistrale in Archeologia – Università degli studi di Foggia -Facoltà di lettere e filosofia – anno accademico 2008-2009.
Il lavoro presentato è stato redatto in coordinamento con una più generale ricerca avviata nel 2005 dagli insegnamenti di Archeologia e Storia della Cultura Materiale Medievale e Archeologia degli Insediamenti Medievali, Dipartimento di Scienze Umane, Facoltà di Lettere e Filosofia, dell’Università degli Studi di Foggia.
Per questo motivo il lavoro costituisce un utile e concreto contributo all’approfondimento del tema delle manifestazioni rupestri nel comprensorio lagunare di Varano, contraddistinto da un apprezzabile rigore metodologico e da una approfondita e rigorosa rilevazione sul campo.
Le attività di rilievo ed i relativi esiti sono esposti con grande chiarezza, costituendo un prezioso materiale di documentazione per i futuri auspicabili interventi di manutenzione, conservazione e valorizzazione.
E’ particolarmente positivo lo sforzo effettuato di inserire gli insediamenti rilevati e studiati, descritti come costituenti un “sistema”, nel contesto del territorio circostante, evidenziando in particolare i rapporti morfologico-funzionali con i percorsi e con l’invaso lagunare.
La ricerca effettuata ben si presta, adeguatamente sintetizzata ed illustrata, a costituire una pubblicazione utile ad attivare la fruizione turistico-culturale dei siti rupestri; per tali possibili sviluppi, il lavoro del dott. Monaco è particolarmente congruente con gli obiettivi del bando.