venerdì 9 marzo ore 17,30 in sede
Incontro con Giovanni Rinaldi su: Di Vittorio. La memoria che resta. Paesaggi umani nel Tavoliere e in Capitanata.
Una presentazione multimediale: storie, immagini e suoni

Prima dei canti, del sole e della terra, fra dolore e splendore geografico, Giovanni Rinaldi legge una cantata di Ivan Della Mea. Scendendo in treno nel Tavoliere, all’alba, Della Mea racconta la meraviglia della nostra campagna che si sveglia e che ritrova il primo raggio di sole sulle distese dei campi di carciofi. Tra sogno e realtà un quadro politico, sociale e geografico che tutto dice dei luoghi del lavoro.

Ci troviamo nella Puglia di Di Vittorio e Giovanni Rinaldi racconta storie di braccianti di ieri e di oggi. Sono voci che non smettono di ricordare, e di riportare in vita la fatica di chi con la terra ci ha lavorato e ci continua a lavorare. Nel diario scorrono anche le parole di un ingegnere chimico africano che finisce nelle campagne del Tavoliere e ingoia polvere e offese, piegando la testa e la schiena per raccogliere i pomodori. E con un balzo all’indietro ecco la favola povera di un bracciante, Peppino Angione, che ha messo in poesia l’utopia della ‘città del sole’ di Tommaso Campanella, mentre sullo schermo scorrono – in videosequenze – le fotografie d’archivio che Rinaldi scattò durante lunghi reportages alla fine degli anni ’70 e che mostrano il paesaggio umano della Capitanata nei suoi momenti di vita quotidiana, lavoro e festa. Un canovaccio – di immagini, musiche, canti, racconti e letture – che parla di noi, di come eravamo e di come non sappiamo di essere ancora oggi.