20 gennaio 2015

Antonella Ossorio, La mammana, Einaudi, 2014

di Antonella De Maio

Storia interessante e originale che tocca temi importanti come l’identità sessuale, lo stigma sociale verso i “diversi”, la superstizione popolare, il radicamento al territorio, l’affinità fra simili. Ho trovato molti passaggi di questa storia davvero toccanti per la loro poesia e per la loro forte carica simbolica:
l’immagine di Biagio che si inoltra in una macchia del bosco vicino alla stazione per dismettere i suoi panni e far riemergere al suo posto la bella Lucina nel suo elegante vestito blu; le scene in cucina con le donne di famiglia, invidiate da Biagio che le guarda affaccendate nelle loro pratiche casalinghe (mi ha ricordato subito le scene femminili dei film di Almodovar); il primo impatto con la casa del glicine; l’amicizia con Laura; l’amore incondizionato di Bartolomeo; la presenza di animali con una loro precisa personalità e funzionalità narrativa; la grande vitalità e saggezza di Zi’ Lena e tutto il meccanismo del racconto che funziona grazie all’esperienza dell’autrice nella narrativa per ragazzi. E’ stato un viaggio nell’immaginario e nel reale, la lettura di questo romanzo così denso ed evocativo di altre storie pure dense di magia e di personaggi, come quelle di Isabel Allende o Gabriel Garcia Marquez, ma con la delicatezza tipica di chi è abituata a rivolgersi a minori, per descrivere, ad esempio, i pensieri di Stella o quello che accadeva in camera da letto fra Lucina e Bartolomeo. Perfino la scena dell’annegamento di Bartolomeo ha una sua forza quasi epica, che rimanda alle fiabe popolari.
Ma quello che mi ha colpito di più è la formula che ho già provveduto a ricopiare sulla prima pagina della mia agenda: Volontà + Pazienza = Risultato = Felicità, come non essere d’accordo?
Ho trovato bellissima e straordinariamente coerente con il racconto la foto di copertina di Tom Kelley: sembra proprio di vedere Stella e la sua gatta Sisina.