24 giugno 2015

Murakami, Norwegian Wood, Einaudi Super ET, 2013

di Amalia Mancini

E’ strano come una musica possa unire mondi geograficamente e culturalmente tanto lontani. Questa strana alchimia accade per Norwegian Wood.
Musica scritta dai Beatles negli anni sessanta che riecheggia, oltre che nel titolo, nel romanzo dello scrittore giapponese Murakami, scandendo con le sue note la vita del protagonista.
Una musica legata ad una stagione importante della vita: la giovinezza, gli anni universitari, quelli delle scelte di vita, fondamentali, indimenticabili, degli amori, della conoscenza del sé e del suo relazionarsi in modo corretto con gli altri, col mondo.
Toru, il protagonista, insegue la sua piccola luce … sempre un po’ più avanti delle sue dita, una lucciola che col suo pallido bagliore gli indica la via, la sua coscienza con la quale dialoga di continuo. Lo aiuterà a guardarsi dentro, a fare la scelta giusta, a illuminarlo lungo i tortuosi percorsi della sua esistenza.
Non è facile vivere a Tokyo alla fine degli anni ’60 quando si comprende bene che il mondo intorno a noi sta cambiando, quando le contraddizioni scoppiano e gli amici cari si suicidano.
In questo percorso di dolore e melanconia, di crescita personale e incontri importanti maturerà la personalità di Toru.
In una città dove è assente la natura, le persone con cui dialogare sono poche, risulta ancora più difficile staccarsi dal passato e dalle esperienze che ci collegano a esso. Toru si legherà a Naoko proprio perché lei rappresenta tutto questo. Il loro amore si trascinerà per le strade di Tokyo inseguendo una spensieratezza ormai perduta per sempre. Mancheranno gli abbracci e le effusioni amorose. Con lei inseguirà solo il sogno di un amore. Sarà una relazione che nasce dalla convergenza di solitudini che solidarizzano, si sostengono, ma perciò fragile. Naoko apparirà sempre inafferrabile, irraggiungibile, evanescente come una musica che si perde nel vento.
Altro registro avrà l’incontro con Midori. Con lei starà bene, si sentirà integrato nella sua vita, partecipe e divertito di quella realtà in cui si muove con spigliatezza e sicurezza. Una ragazza a cui non è mancato il dolore e la sofferenza, ma che ha ben compreso che la morte è parte intrinseca della vita.
Allo scandire delle note di Norwegian Wood il protagonista compirà le sue scelte e capirà al suono di questa melanconica armonia qual è il suo posto nel mondo.
Un suono che non lo abbandonerà, anche da adulto, perché il ricordo ci appartiene per sempre, anche quando crediamo di averlo rimosso.
Attraverso questa musica l’autore ci svela la fatica di diventare adulti, il dolore della perdita di persone amate, del tempo che non c’è più, che non potrà mai più ritornare, mentre le note resistono resuscitando emozioni vissute.
Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, pregevole per una scrittura leggera e a volte poetica.