26 aprile 2022

Elsa Osorio, “Lezione do Tango“, traduzione di Roberta Bovaia, TEA 2006.

Proposto da Franca, Maria Grazia e Teresa.

di Franca Botrugno, Maria Grazia Toma e Teresa Santostasi.

Il ricordo di un viaggio amato, Buenos Aires, la Plata, la musica, l’abbraccio della gente argentina e il desiderio di una lettura che si preannunziava coinvolgente, un titolo stimolante “il solletico ai piedi e a tutto il corpo che chiedeva Tango”, per tornare finalmente a danzare, dopo la pandemia.

Franca, Maria Grazia e Teresa per ragioni differenti, a settembre 2021, hanno proposto di leggere insieme “Lezione di Tango”, della scrittrice argentina Elsa Osorio. Franca e Maria Grazia lo hanno già letto durante il bel viaggio in Argentina che risale a tanti anni fa; lo propongono per rivivere le atmosfere del Tango e per provare a “ballarlo” con le amiche del gruppo di lettura. Teresa, che non lo ha ancora letto, si è lasciata sedurre del titolo e dalla recensione che racconta di una danza simbolo dell’identità argentina, dove il Tango prende parte alla vita dei personaggi, intrecciandosi con le loro storie e avendo come sfondo la situazione politica del paese sudamericano di fine ottocento, dalle prime ondate immigratorie, i primi moti socialisti, fino alla dittatura militare nel 1930.

Il racconto è una saga corale di diverse generazioni nella quale si muovono numerosi personaggi collocati in tempi e luoghi diversi con i quali non è stato facile destreggiarsi nella lettura. In una milonga parigina si incontrano Ana, giovane sociologa ricercatrice nata a Buenos Aires, ma emigrata da piccola in Francia e Luis, un regista argentino di passaggio a Parigi. Entrambi hanno la passione per il tango. Il pretesto narrativo nasce dal passato argentino che accomuna i due personaggi: il bisnonno di Ana, Hernàn Lasalle, era un grande ballerino di tango e Asunciòn, bisnonna di Luis e domestica in casa Lasalle, che condivideva con Hernàn l’attrazione per il tango e un amore impossibile.

La particolarità del romanzo, il cui titolo originario è “Cielo di Tango”, è la presenza di un personaggio incorporeo, il Tango, che diventa qui simile ad un luogo dove i diversi personaggi oramai defunti, tornano a vivere come voci di un Coro in remoto che commentano e partecipano emotivamente alle vicende dei viventi, tanto quanto i personaggi stessi.                        

Di non semplice lettura, il racconto della Osorio, sovrapponendo tempi diversi, discorsi diretti ed indiretti, trasferendo un soggetto narratore ad un altro, ricorda il ritmo del Tango basato sull’improvvisazione, caratterizzato dall’eleganza delle pause, da movimenti rigidi, con brusche impennate, casquet e dalla passionalità. La storia raccontata è in realtà l’evoluzione del Tango la cui musica risuona in ogni pagina, trasmettendo un sentimento di passione, ma anche di amarezza e malinconia che prende origine dalle storie di migrazione nel’’800. L’Autrice esprime nel suo racconto, l’anima del Tango, un ballo che è diventato parte integrante della cultura argentina, dove immigrati e crillos si sono fusi in una danza che è anche un abbraccio.

“E in noi che lo balliamo” dice Carlota “il corpo si muove con una volontà propria, indipendente da ogni idea…come se fosse posseduto…lasciarsi abitare da Tango”; “Quel che è certo è che Tango si è espresso attraverso di noi”, dice Hernàn, “tutti insieme nessuno in particolare, abbiamo fatto Tago e per questo siamo qui. Ce lo siamo conquistati”.

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Breve nota a cura di Isa Bergamini dopo l’incontro del gruppo di lettura:

E’ stato detto che il libro non è del tutto riuscito sotto vari aspetti. Deludente in particolare perché non sa far parlare la storia come invece si riprometteva e in qualche modo ammicca al modello del romanzo ottocentesco europeo. I personaggi percorrono pagine in un intrico di situazioni, luoghi e tempi diversi che si sovrappongono e che rendono ardua la lettura, tanto che per renderla più agevole è stato necessario costruirsi una mappa con nomi e relazioni di parentela. 

Il libro è stato definito in parte artificioso, costruito con frammenti di cronaca,  non raggiungendo così né profondità né emozione nel delineare i personaggi.

Il Tango non è l’unico protagonista perché la storia è corale, con un racconto che procede proprio come un tango con slanci, pause, riprese e inversioni di rotta, che sono proprio la nota o meglio lo spartito di questo libro con tutte le difficoltà che ne comporta la lettura. Il testo risulta alcune volte divertente, ma in definitiva deludente.

Sono stati anche evidenziati alcuni caratteri specifici di una parte della tradizione latino-americana, il rapporto con i morti, la presenza di una meta-realtà sia a livello collettivo che personale.

Naturalmente si è parlato del Tango e sono stati citati:

  1. il film “Lezioni di tango” di e con Sally Potter, film del 1997. Il film non ha alcuna relazione con il libro di Elsa Osorio
  2. “Il Tango” di Jorge Luis Borges, Adelphi, 2019
  3. “Evaristo Carriego” di Jorge Luis Borges, Einaudi, 1972