Cara Adirt,

ti informo che il 2 dicembre 2022 la nostra Associazione è stata invitata a partecipare al Convegno Nazionale “Le Università per le città e i territori. Proposte per l’integrazione tra politiche
universitarie e politiche urbane”
, organizzato da Urban@it, centro nazionale di studi per le politiche urbane. 

Questo, in sintesi, il contenuto del nostro intervento presentato dalla Presidente Lucia Aprile.

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“La nostra presenza qui, oggi, a questo convegno che ha come obiettivo creare un ponte tra il mondo della ricerca, il mondo delle istituzioni e la società, ha un senso per tutto ciò che l’Adirt è stata o che ha cercato di essere.

L’Adirt nacque nel 1982 come un movimento di protesta contro la realizzazione di un parcheggio in via Omodeo, ma divenne subito dopo un movimento di conoscenza del nostro patrimonio culturale, archeologico e architettonico.
Tutto questo divenne possibile grazie a Nino Lavermicocca che, con i suoi studi  classici presso la nostra università e con  la sua attività  di ricerca che lo avevano portato a Washington, a Salonicco, a Parigi, aveva approfondito  l’Arte bizantina nell’Italia meridionale, l’Archeologia medievale.
Nino però, non era solo uno studioso, era anche nato a Bari vecchia, per il cui riscatto  si era  impegnato  sin di tempi dell’università, come per la internazionalizzazione della figura di San Nicola, che nel suo culto univa milioni di fedeli da oriente ad occidente.
Con Nino vedemmo lo scempio di Bari vecchia, le demolizioni del murattiano, la formazione di interi quartieri ghetto privi di servizi sociali, la mancanza del verde pubblico .

Non fu però solo conoscenza ma anche e soprattutto difesa, tutela, valorizzazione.

L’Associazione Adirt si aprì a tutti: enti culturali, privati, esperti, cultori della materia.                                                                                                                                                       Coinvolse l’Amministrazione comunale e regionale, le Istituzioni ed i giornali.   
Il suo Metodo: le tavole rotonde, i seminari, le escursioni, i viaggi di studio.

Numerose le  Pubblicazioni, in particolare:

  • La guerra dei trent’anni, sulla distruzione del Borgo Murattiano.
  • Bari sotto chiave, sulle chiese chiuse di Bari vecchia.
  • Le 7 pagine di Città: l’insediamento protostorico, l’età greco-romana, fra tardo antico e medioevo, la Polis bizantina, la Città medievale.

E poi:

  • Il censimento degli insediamenti rupestri nel territorio di Bari.
  • Il  progetto per il  parco archeologico di via Omodeo.
  • Il restauro e la chiusura al traffico della muraglia.
  • Il fortino da restituirealla città.
  • Le ville antiche da salvare.
  • L’attenzione ai Quartieri  periferici ed emarginati, per la creazione di nuovi spazi e servizi sociali.
  • L’Archeologia industriale e la sua destinazione d’uso.
  • La formazione di Cooperative di giovani quali Monterosso, la Cast.

Mi preme inoltre sottolineare che grandissimo fu il merito dell’Adirt nel coinvolgimento delle Scuole sul territorio; in collaborazione con il Cidi (Centro Iniziativa Democratica Insegnanti), nacque “Città come aula”,una serie di lezioni e visite guidate per docenti e studenti. Furono realizzati “Il campo archeologico a Canne della battaglia”, un Campo Scuola di 18 giorni per 20 giovani dai 15 ai 18 anni; “Mostre didattiche, su Bari fra tardo antico e alto medioevo”, precedute da Laboratori didattici.

Noi riteniamo ancora valide queste linee di azione!
Chiede il Convegno: “Come rafforzare il rapporto tra università e città?”

L’Università porti i suoi studenti sul territorio per un’esperienza non solo di conoscenza o puramente estetica, ma istituzionalizzata nel percorso universitario attraverso la pratica di  laboratori, escursioni di studio,  progetti.

L’Adirt quest’anno ha compiuto 40 anni e ha incominciato a ricordarli ritornando sui luoghi da dove era partita, per leggerne trasformazioni e problemi, con la guida spesso di giovani ricercatori del Politecnico.

Un esempio:
la lettura della nuova via Sparano”, quel ritmo particolare tutto giocato tra interno ed esterno, tra attraversare e stare, tra commercio e arte, tra tradizione e innovazione, sottolineato dal progetto Salimei.

L’Adirt è dunque disponibile:
– a offrire la propria esperienza e le buone prassi per arricchire la formazione degli studenti;
– a dare loro uno spazio nella nostra Associazione per continuare insieme quel percorso di conoscenza e di cura che, soprattutto dopo tre anni di chiusura per la pandemia e di ansia per le trasformazioni nel mondo, crediamo ancora più necessario riprendere.

Lucia Aprile