17 gennaio 2023

Juan Rulfo, “Pedro Paramo“, traduzione di Paolo Collo, Einaudi 2014.

proposto da Adriana Pepe

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Breve nota a cura di Roberta Ruggiero dopo l’incontro del gruppo di lettura.

Eravamo tutte contente di aver approfondito la letteratura latino americana, anche se consapevoli della difficoltà di far rientrare molti autori in questa etichetta, vista la complessità e anche la diversità di quei territori. Condotte da Adriana, che ha proposto il libro, e da Monica, conoscitrice di quella realtà, abbiamo meglio esplorato il Messico, uno dei paesi più vari nel periodo precoloniale, che ha più riflettuto sulla colonizzazione e sulla decolonizzazione, e che ha nella rivoluzione sovietica un forte punto di riferimento. Grande guida per capire tutto ciò è stata segnalata, da Monica, Il labirinto della solitudine di Octavio Paz. Gli anni ‘20 e ‘30 vedono in Messico molte presenze importanti, europee e non, letterarie, artistiche, politiche e Rulfo ne è un testimone importante. Punto di riferimento per tutta la letteratura successiva, testimonia questa ricchezza d’incontri, direttamente e indirettamente, in vari campi, compreso quello della fotografia. Abbiamo sfogliato un libro di sue fotografie, portato da Adriana. Pedro Parano è piaciuto a tutte, con varie sfumature, pur essendo non facile nei contenuti e nello stile, ha rappresentato una sfida a cui non ci siamo sottratte. Lo abbiamo riconosciuto come significativo esempio di quel clima che verrà definito “realismo magico”, che Adriana ha allargato al metafisico. I vari piani temporali ed esistenziali del libro si intrecciano, ma mantengono ognuno la propria identità, fornendo una traccia che solo forzandola rivela un tempo diacronico. Lo stile, che abbiamo ripetuto tutte, non facile, ha una sua concretezza e uno spessore quasi materico, che ben si adatta ai temi trattati. Tra questi abbiamo ricordato: il potere oppressivo, le donne, l’amore, il dolore, la morte.