21 Febbraio 2023

Javier Marías, “Berta Isla”, traduzione di Maria Nicola, Einaudi, 2018

proposto da Adriana Pepe

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Breve nota a cura di Elisa Cataldi dopo l’incontro del gruppo di lettura:

Lettura da tempo rinviata, finalmente quest’anno, forse catalizzatore il sopravvenire della morte dell’autore, proposta da Adriana, è stata accettata con entusiasmo. Globalmente gradito a quasi tutte le partecipanti, con sfumature diverse, ne è stato sottolineato lo spessore letterario, l’intensità, la molteplicità dei temi affrontati. Storia sentimentale e Spy Story si fondono in una narrazione emozionante, coinvolgente, ricca di colpi di scena. Un thriller che si trasforma in romanzo psicologico: l’identità personale, l’attesa (Berta, una moderna Penelope, così acutamente definita da M. Concetta Tringali), il sentirsi costretti in una vita non scelta, il tempo che passa veloce mentre la vita “accade”, la morte, in una trama che alcune hanno trovato troppo indaginosa e come tale poco credibile. L’Autore mette sotto la lente d’ingrandimento un rapporto di coppia molto imperfetto, alle prese con gli imprevisti della vita, una relazione che si ritrova a viaggiare sull’orlo del baratro, della rottura e che invece, nonostante tutto, si rivela un legame fortissimo ed imprescindibile per entrambi.

Un libro malinconico, è stato detto, perché parla di silenzi, di incomunicabilità, dell’impossibilità di conoscere a fondo chi amiamo. Da ogni avvenimento scaturiscono riflessioni profonde, meditazioni infinite, frequenti ripetizioni che alcune di noi hanno trovato prolisse, eccessive. La digressione, però, vera cifra dell’Autore, non sospende la trama, ma la arricchisce e contribuisce alla comprensione dell’opera nel suo complesso.

Innumerevoli i riferimenti storici (il Franchismo in Spagna, la guerra delle Falkland, la questione dell’Irlanda del Nord, l’Europa dell’Est fino alla caduta del muro di Berlino), e soprattutto i riferimenti letterari: da T.S. Elliot che accompagna tutta la narrazione, a H. de Balzac, a Melville, a Janet Lewis. Per non parlare di Shakespeare, del quale vengono riprese intere scene dell’Enrico V per parlare del conflitto fra la Ragion di Stato e la responsabilità individuale (così come “Domani nella battaglia pensa a me”, titolo del suo precedente bellissimo romanzo, è un verso del Macbeth di Shakespeare)

Nel corso della discussione sono stati citati:

Wakefield, in Tutti i racconti, Nathaniel Hawthorne, Feltrinelli, 2013

Il ritorno di Martin Guerre. Un caso di doppia identità nella Francia del ‘500,  di Natalie Zemon Davis, prefazione di Carlo Ginzburg, Officina Libraria, 2022

Il ritorno di Martin Guerre, film di Daniel Vigne (1983) con G. Depardieu

La moglie di Martin Guerre, Janet Lewis, Ed. Racconti, 2022