“Abbandono”, di Elisabetta Åsbrink.
Attività 2024 - 2025, Commenti e riflessioni, notizie13 Maggio 2025
Elisabetta Åsbrink, “Abbandono“, traduzione di Alessandra Scali, Ed. Iperborea, 2022.
proposto da Adriana Pepe
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Breve nota a cura di Roberta Ruggieri, dopo l’incontro del gruppo di lettura.
La guida è stata Adriana che aveva proposto il libro: Abbandono di E. Åsbrink, scelto dalla maggioranza di noi, nell’obiettivo di esplorare la letteratura nord europea. Sicuramente il romanzo ci ha aiutate ad entrare in quel contesto geografico, storico e culturale, e Adriana, convinta del valore del libro, ci ha presentato con perizia la scrittrice e il suo testo. Ci ha quindi invitate ad allargare la nostra lettura ad un‘altra opera dell‘Autrice “1947”, di cui ha molto parlato, sottolineando lo stretto rapporto con “Abbandono”.
L‘Autrice è una nota giornalista e scrittrice, che ha ottenuto premi prestigiosi per i suoi “reportage letterari”, nei quali a partire da vicende private svela storia e società nord europea. Molte tra noi hanno sottolineato, con Adriana, la puntuale narrazione sulle difficoltà dei più poveri in quelle zone all’inizio del novecento; l’antisemitismo diffuso alla ricerca di un capro espiatorio di fronte ai problemi; e anche la diffusa ricerca della propria identità, doppiamente importante quando la grande storia colpisce i singoli. Accanto all’importanza della parola “abbandono”, alcune di noi hanno rintracciato altri termini chiave del testo: solitudine, silenzio, fuga.
Altre osservazioni hanno riguardato il peso delle donne nel racconto, sempre forti e determinate e spesso prime vittime.
Molte di noi si sono dette particolarmente prese da una o dall’altra delle tre parti del libro, a seconda della risonanza che le tre voci hanno avuto su ognuna di noi. Però, quello che la maggior parte ha notato è una discontinuità tra i tre racconti che pur parlando di storie legate tra loro, presentano punte stereotipate, e soprattutto sono assemblati con un’operazione che è risultata fatta a monte, e quasi decisa a priori. Frattura testimoniata anche, nelle tre parti del libro, da stili narrativi e da registri linguistici in parte diversi.
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