9 novembre 2021

Manuel Puig, “Il bacio della donna ragno“, traduzione di Angelo Morino, SUR, 2017.  Proposto da Vanda Morano

di Vanda Morano

Nella convivenza forzata della cella di una prigione argentina un oppositore politico ventiseienne e un omosessuale più maturo imparano a conoscersi superando le diversità. In un ambiente claustrofobico e difficile accade quello che altrove non si sarebbe mai realizzato: amicizia e forte coinvolgimento emotivo. E’ il cinema che crea  un canale di comunicazione che annulla le differenze. Il fragile omosessuale Molina ne conosce la magia e racconta trame di film degli anni ’40; Valentin, spavaldo e controllato, lentamente si fa sedurre, le sue certezze franano. Molina ‘accende lo schermo’. Hollywood regala l’incantamento di terre lontane, di amori esaltanti e la possibilità di sentirsi ‘altri’. La prossimità fisica tra i due diventa rapporto più intimo e occasione per una riflessione ‘politica’. Valentin spinge il compagno di cella a non assumere nella vita di relazione solo un ruolo passivo  e gli chiede anche di contattare i suoi compagni di lotta. Sarà la morte che segnerà un ribaltamento dei ruoli: Molina farà una scelta eroica e Valentin, torturato e sotto l’effetto della morfina, vivrà una allucinazione liberatoria dei sentimenti.

Un romanzo che parla di cinema ma anche di violenza politica, di confini di genere, di tradimenti, di amore, di relazioni familiari, di ambiguità, di concretezza e di immaginazione. L’architettura è sperimentale e si articola in una originale serie di prove stilistiche perfettamente calibrate: liriche descrizioni di film, flussi di coscienza, rapporti di polizia e notizie a piè di pagina sulle teorie psicanalitiche.

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