Capodanno 2023 “INSIEME”

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  • SABATO 30 Dicembre.  Ore 07.15, partenza da Largo Sorrentino – 07.30 Largo 2 Giugno
  • DOMENICA 31 Dicembre. Ore 08.00, sveglia e prima colazione.

PENNABILLI. I luoghi dell’anima” di Tonino Guerra. 

L’orto dei fruttiLa strada delle meridiane – Il Giardino –  Il museo con un quadro soloIl Santuario dei pensieriIl rifugio delle madonne abbandonate

Pranzo libero

Museo del MONTEFELTRO

Ore 22.00. Cenone di fine anno, presso Hotel Crystal.

  • LUNEDI 01 Gennaio 2024. Ore 09.00, sveglia e prima colazione.

S.ARCANGELO di ROMAGNA: La Pieve -Museo del Bottone – Museo Etnografico – Palazzo Cenci
Pranzo libero
VERRUCCHIO.
Il Borgo: Chiesa Collegiata – Rocca Malatestiana – Museo Archeologico.
Cena e Pernottamento, presso Hotel Crystal.

  • MARTEDI 02 Gennaio 2024. Ore 08.00, sveglia e prima colazione.

La RIMINI di Federico Fellini e la RIMINI classica

Cena e Pernottamento, presso Hotel Crystal 

  • MERCOLEDI 03 gennaio. Ore 07.00, sveglia e prima colazione.

Partenza per Bari

MONTAPPONE.  Sosta presso il piccolo Borgo in provincia di Fermo. Museo del Cappello: in esposizione anche il cappello di Federico Fellini, l’ultimo indossato dal regista e regalato al museo dalla famiglia.

Pranzo

Ore 22.00. Arrivo a Bari. Largo 2 Giugno – Largo Sorrentino
Lucia Aprile  339.4029450 – 338.6092628 

Diario di Viaggio a Monopoli ed Egnazia

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Diario di viaggioAdirt 2023

Tesori di archeologia e arte nei musei di MONOPOLI

“Egnazia e il mare”nel Museo Archeologico di EGNAZIA

Sabato 4 Marzo 2023

A cura di Angela Mengano

Iniziamo la scoperta delle bellezze storico-artistiche di Monopoli dal Museo Diocesano, attualmente diretto dalla dottoressa Miranda Carrieri, amica illustre della nostra associazione, archeologa che vanta nel suo curriculum la direzione di aree archeologiche tra le più significative della nostra regione come Egnazia e Canne della Battaglia.

Nelle ampie sale del pianterreno e del primo piano sono in mostra oggetti liturgici in argento, antifonari del ‘500 (da notare gli “spartiti” su tetragramma, predecessore del pentagramma);  i sigilli del vescovo Giamporcaro, un cognome presente nella mia giovinezza; opere di Finoglio, Fracanzano e altri nella sala della pittura napoletana; nella sala della pittura veneta, un’opera di Francesco Vecellio,  fratello del più noto Tiziano e il “San Girolamo nello studio e donatore”, capolavoro di Lazzaro Bastiani: alla fine del percorso museale  un piccolo rotolo pergamenato recante notizie sull’opera ci verrà offerto in omaggio da Miranda Carrieri. Infine, la biblioteca settecentesca del vescovo Pedicini che conserva rari volumi stampati tra il ‘500 e l’800  (e qui ho notato, tra gli altri, alcuni volumi con la dicitura Un tesoro di Verità – Dalena, un vescovo antenato della mia amica Mariella). Non abbiamo potuto ammirare, invece,  la preziosa stauroteca in argento dorato e smalti cloisonnè del X secolo,  ancora in prestito al museo Reiss-Engelhorn di  Mannheim per la mostra “I Normanni – una storia di mobilità conquista innovazione” . Oltre alla stauroteca di Monopoli, leggo sul sito della mostra che da Bari, e precisamente dal museo della Basilica di San Nicola, é anche partito un altro prezioso pezzo, la corona votiva di Ruggero II del XII secolo.   

Nell’intervallo tra le due parti della visita (museo diocesano e museo di Romualdo) diamo un’occhiata alla Cattedrale, che molti di noi già conoscono. Vale la pena però di soffermarsi  almeno  nella scenografica Cappella sopraelevata della Madonna della Madia, * trionfo del barocco napoletano (come tutta la chiesa del resto).  Ai due lati dell’icona bizantina della Madonna con Bambino, giunta dal mare a bordo di una zattera di tronchi robusti, stanno le due statue di San Michele e San Giuseppe con Gesù bambino, opera di Michele Sammartino, lo stesso scultore del Cristo velato della cappella Sansevero a Napoli.

Nel Museo di Romualdo, ubicato nel Soccorpo della Cattedrale,  emerge una straordinaria stratificazione di secoli, effetto di scavi più o meno recenti che, al di sotto della chiesa settecentesca, hanno riportato alla luce  la chiesa romanica fatta costruire dal vescovo Romualdo su tombe di epoca altomedievale ellenistica e messapica, risalendo sino all’età del bronzo (cui sono riferibili le buche circolari da palo per reggere le capanne). Qua e là si possono ammirare splendidi reperti, primo fra tutti la stupenda architrave romanica suddivisa in cinque sezioni narranti la vita di Cristo (Profezia Deposizione Resurrezione Anastasi Peccato).  Interessante notare, tra l’altro, i soldati romani vestiti come normanni, un esempio di trasposizione temporale nell’ opera d’ arte, un po’  come oggi spesso si incontra  nelle regie teatrali d’opera.  Nelle teche una sfilata di oggetti sacri pregiati e di grande bellezza;  la collezione privata Brigida con  materiale di scavo dal settimo al secondo secolo a.C.; i manichini da rivestire per le immagini sacre durante le rituali processioni.

In anteprima, grazie alla cortesia di Miranda Carrieri, possiamo anche ammirare un complesso di reliquiari – dalla collezione privata Anselmo Camicia – non ancora catalogati ma già pronti per l’ esposizione al pubblico. Infine la cappella della Confraternita del Santissimo Sacramento,  predisposta quale sepolcreto per ospitare defunti,  ma mai utilizzata  a causa delle leggi napoleoniche.

Dopo il gradevolissimo pranzo  in collina al ristorante “La mia Terra”, il pomeriggio é dedicato al Museo Archeologico di Egnazia, intitolato a Giuseppe Andreassi, e in particolare la nuova sezione Egnazia e il Mare nell’ allestimento del talentuoso milanese Studio Azzurro, che attraverso l’uso dei nuovi linguaggi tecnologici ci dà la sensazione di una immersione totale in ambiente subacqueo. 

La visita é anche occasione per riammirare gli strepitosi reperti custoditi nel museo e molto ben presentati e illustrati. Meritano una menzione speciale tra gli altri l’anello in oro, forse appartenuto a un pellegrino, col castone a forma di tempietto richiamante il Santo Sepolcro di Gerusalemme; un piccolo gruppo scultoreo in terracotta raffigurante la scena di un banchetto, rinvenuto all’esterno di una tomba messapica; la testa di Attis in marmo bianco (II secolo d.C.); un mosaico con le Tre Grazie del IV sec. d.C.  Nelle fondazioni del museo è inoltre inglobata una tomba a camera messapica del IV sec. a.C., la cosiddetta Tomba delle Melagrane, con tracce di pittura policroma che mostrano i beneauguranti frutti del melograno.

madia non vuol dire – come si potrebbe facilmente immaginare – dispensa;  ma sembra derivare dallo spagnolo “almadìa” che vuol dire “insieme di legni,  zattera”.

l’ADIRT a Napoli

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10 – 11 – 12 MARZO 2023

Il 9 marzo 2020 iniziava il lockdown. Ci siamo ritrovati chiusi in casa, la nostra vita “normale” spazzata via, i nostri viaggi di conoscenza svaniti nel nulla.

Ora, dopo tre anni, ci riproviamo partendo proprio da quell’ultimo viaggio a Napoli, rimasto quasi sospeso in una dimensione irreale.

A Napoli il mito non è mai distante dal reale. Italo Calvino diceva che le città non sono solo un labirinto di strade, ma anche un paesaggio dell’anima.

Ecco dove avrebbe voluto trovare casa, perche lì la Sanità sa come da nessun’altra parte di ventre materno, primogenitura, principio di un lunghissimo passato mai passato, silenzio e tumulto di un fuoco che continua a covare sotto la cenere.” Ermanno Rea, Nostalgia

IL VIAGGIO

VENERDI 10 marzo 2023, partenza.

Arrivo a Napoli intorno alle 12.00 

Percorso a piedi per raggiungere Gallerie d’Italia dove visiteremo la Mostra “Artemisia Gentileschi a Napoli” 

A seguire passeggiata a Toledo sulla tematica relativa ai Luoghi legati a Matilde Serao (Angiporto Galleria/Piazzetta Matilde Serao, Galleria Umberto).

Visita al MUSAP – Museo Artistico Politecnico di Napoli a Palazzo Zapata, la storia di Napoli in un viaggio immaginifico dalla Belle Epoque all’arte contemporanea. “Immergersi nelle preziose sale di MUSAP è come tuffarsi in un luogo fuori dal tempo

SABATO 11 marzo 2023

Transfer in bus al Rione Sanità – La Basilica di Santa Maria della Sanità un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, con preziosi quadri, tra gli altri, di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, e la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino

Catacombe di San Gaudioso, una delle antiche aree cimiteriali di epoca paleocristiana, IV-Vsec. Le Catacombe di Napoli sono gestite da Padre Loffredo e dai 39 ragazzi della Cooperativa La Paranza che hanno creato un circolo virtuoso che ha fatto conoscere e valorizzare anche tutte le altre bellezze dello storico quartiere cittadino riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità

Visita al Complesso Monumentale Donnaregina, un percorso storico-artistico di oltre tre secoli, all’interno di una vita conventuale e monastica di grande interesse.

DOMENICA 12 marzo 2023

La Sala del Lazzaretto dell’ex Ospedale della Pace dove è allestita una mostra permanente sulla storia della grande tradizione medica napoletana.

Chiesa di Santa Caterina a Formiello e Fondazione per l’arte contemporanea Made in Cloister che ha recuperato e restaurato in parte il chiostro di Santa Caterina, consentendo, attraverso un complesso progetto, lo sviluppo di attività artistico-artigianali all’interno del chiostro stesso e dove è visitabile la mostra site specific Composing Bioethical Choices dell’artista ucraino-russo Aljoscha

Partenza per Vallesaccarda (AV) e rientro a Bari

Diario di Viaggio. Spoleto-Castelluccio-Norcia-Vallo di Nera-Piediluco

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Diario di viaggio

Spoleto – Castelluccio – Norcia – Vallo di Nera – Piediluco

28 – 30 Giugno 2022

A cura di Angela Mengano

Partenza alle sette di Martedi 28 Giugno.

Siamo 25, più Nicola, il nostro autista preferito, con il pullmann di Starbus da 52 posti che ci consente un viaggio più comodo, considerato che dovremo indossare per tutto il viaggio – sette ore comprese le due soste regolamentari – le famigerate mascherine anti Covid. Lucia apre un’anteprima di viaggio con le sue letture vecchie e nuove per farci pregustare i luoghi che visiteremo.

A Spoleto ci accoglie un albergo di fascino, l’Hotel San Luca. Con la guida, Daniela Cittadoni, iniziamo la visita della città di Spoleto, resa meno faticosa, visto che dal piano dovremo salire fino al punto più alto, da un modernissimo sistema di tapis roulant (percorso sotterraneo meccanizzato) che, attivato di recente, ha suscitato interesse nella comunità urbanistica internazionale, come un innesto perfettamente riuscito nell’impianto medievale della città. E’ così che in pochissimo tempo ci troviamo ai piedi delle mura ciclopiche (ne é facile la lettura stratificata dall’età preromana all’età moderna) per poi, in pochi passi, arrivare al belvedere tra la Rocca di Albornoz, il Ponte delle Torri e il bosco sacro di Monteluco di fronte a noi. Daniela ci fa una bella e avvincente panoramica sulla storia di Spoleto. Il tempo vola: ci affrettiamo verso piazza Duomo. Magnifica la prospettiva della facciata in fondo alla lunghissima scalinata; tutta la piazza é già sistemata con le sedie per gli spettacoli del Festival dei Due Mondi aperto pochi giorni fa. E tutto intorno nobili architetture, e il Teatro Caio Melisso, e la casa di Giancarlo Menotti, che del festival fu il fondatore e l’anima. Il culmine nella visita del Duomo é lo stupendo ciclo absidale di Storie della Vergine di Filippo Lippi, ultimato dopo la sua morte dai suoi aiutanti. Suggestiva anche la Cappella della Santissima Icone, dove si conserva la icona bizantina che Federico Barbarossa donò alla città in segno di riconciliazione dopo averla distrutta tempo addietro! A questo punto Daniela ci saluta, mostrandoci la strada del ritorno, che si conclude con una discesa dalla pendenza ripidissima, una bella scorciatoia che ci porta in men che non si dica in albergo.

Cena a La Pecchiarda, in esterno sotto il pergolato, con un menu decisamente “umbro” tra norcinerie varie e gli strangozzi alla spoletina ovvero alla “fuga di Annibale”.

Mercoledi 29 Giugno

Lasciamo la valle Umbra e ci spostiamo in Val Nerina con Monia, che oggi sarà la nostra guida. Attraversiamo paesaggi verdi e ombrosi, rasentiamo Santa Anatolia di Narco, località nota per la coltivazione della canapa. Di tanto in tanto si intravede, più in basso, il corso del fiume Nera, lungo il quale correvano i binari della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, capolavoro di ingegneria ferroviaria.  E intanto Monia attira la nostra attenzione sulla geologia del luogo e sui fenomeni sismici ricorrenti fino a quelli del 2016 che hanno portato distruzione e morte.

Strada facendo Monia ci racconta altre curiosità: con Borgo Cerreto ha a che fare l’origine della parola “ciarlatano”, una storia di tasse mal digerite all’ombra dello stato pontificio che spinge alcuni soggetti a “organizzarsi” a mò di imbonitori in stile Vanna Marchi; l’antica scuola chirurgica di Preci forse collegata al culto della dea Cibele o alla presenza ebraica nella zona; una insolita presenza di una fabbrica artigianale di cioccolato e via dicendo.

A poco a poco ci addentriamo nel Parco dei monti Sibillini, da qualcuno definito “luogo di millenaria instabilità”. Spesso la visuale del paesaggio é ostacolata dalla crescita degli alberi che a quanto pare da queste parti si é restii a tagliare per ragioni di rispetto ambientale. In prossimità delle Forche Canapine, meta sciistica del fine settimana, ci imbattiamo nella vista impressionante del rifugio Perugia mezzo crollato per il terremoto. 

Finalmente, avvicinandoci, cominciamo a scorgere le macchie multicolori della fioritura delle lenticchie nella Piana di Castelluccio, cuore del viaggio. Il nostro Nicola perlustra pazientemente la zona alla ricerca di un parcheggio per il pullmann che ci permetta di tuffarci in quel mare colorato, e finalmente ci immergiamo felici tra i colori, dove il bianco della lenticchia si fonde col blu del fiordaliso, col giallo della colza e della senape e col rosso del papavero. Mi pare di sognare perché i fiordalisi che disegnavo nell’album delle elementari li immaginavo e basta, non avendoli mai visti! Intorno la piana a perdita d’occhio coronata dai monti, tra cui spicca il Monte Vettore, con l’interessante fenomeno carsico dell’inghiottitoio e la faglia, inquietante cicatrice nel ventre della montagna. In questi luoghi martoriati ci sono anche, come Monia ci dice, splendidi esempi di immigrazione e integrazione di pastorizia, i sardi insieme a bielorussi ucraini e moldavi, in maggioranza, perchè gli italiani oramai rifiutano questo genere di lavori. E’ arrivato il momento di lasciare Castelluccio e scendere a Norcia. Da lontano il paese ha la forma di un cuore, dicono, o piuttosto – dice Monia – di un’ellisse un pò sbilenco! Arrivarci oggi dopo quel terribile terremoto mette tanta tanta tristezza. A cui si aggiunge lo sconcerto nel constatare che il processo di ricostruzione sembra essersi arenato, dice Monia, per mancanza di fondi. Mah. Mi sembra vergognoso e imperdonabile. La comitiva si muove in ordine sparso alla ricerca di punti di ristoro che offrano, possibilmente, riparo dalla calura di questa precocissima estate. E tutti più o meno scegliamo di fermarci intorno alla piazza dove sorge l’edificio del teatro Civico, inaugurato nel 1876, e quindi leggermente più anziano del nostro Petruzzelli.

Subito dopo scopriamo durante la passeggiata esplorativa al seguito di Monia il centro storico di Norcia fortemente segnato dal sisma, con segnali di ricostruzione qua e là. Un bell’esempio lo ha dato Brunello Cucinelli, illuminato imprenditore del cachemire, con il restauro della Torre Civica del Palazzo comunale. Anche l’Eni interviene con un progetto multimediale di comunicazione (Norcia Live Stones). Nella piazza san Benedetto, dove si concentrano i principali edifici, desta profonda impressione la vista della chiesa dedicata al santo, patrono d’Europa, di cui resta in piedi la sola facciata. Sembra aver retto alla furia del terremoto, almeno all’apparenza, la Castellina, imponente Fortezza cinquecentesca, mentre anche la concattedrale, a poca distanza, ha subito danni notevoli dal terremoto.

Prima di risalire in pullmann tanti di noi non mancheranno di fare acquisti nelle botteghe di prodotti tipici del luogo, tra tartufi e norcinerie varie. Sulla via del ritorno a Spoleto scopriamo un gioiellino, Vallo di Nera, comune con poco più di 300 abitanti ampiamente meritevole di essere incluso tra i borghi più belli d’Italia. Silenzio, pace, aria buona e una intatta atmosfera medievale, frutto di una singolare compattezza architettonica. Sorpresa nella sorpresa, la chiesa romanica di Santa Maria Assunta con uno straordinario ciclo trecentesco di affreschi “votivi”, così li definisce Monia, tra cui l’interessante “Processione dei Bianchi”. Molti i particolari curiosi da notare, per esempio la precisione nella descrizione dei paesaggi, necessaria ad evitare che il santo a cui ci si votava “sbagliasse indirizzo”! O anche la Trinità raffigurata con tre teste. Adriana ci offre anche una sua riflessione sulle possibili analogie con il ciclo di affreschi nella chiesa di Santa Caterina a Galatina. Chiudiamo la visita di Vallo di Nera con il giro circolare del borgo, che ospita anche la Casa dei Racconti, centro di ricerca e documentazione sulla tradizione orale. Allontanandoci dall’abitato vediamo scorrere le limpide acque del Nera. All’incrocio Monia ci indica la sindaca del paese, sua buona amica, e noi le rivolgiamo un fragoroso applauso.

Dopo un relax rigenerante, anche stasera ceniamo a La Pecchiarda. Ci viene raccontata l’origine del nome: “pecchia” (ragazza molto carina) – “arda” (alta), allusione all’antica titolare del locale, bella ragazza alta che nel lavare i panni al fiume si alzava le vesti mostrando le sue grazie. Applausi per le tagliatelle al tartufo e per l’ottima carne. Nel dopocena, Lucia piloterà la conversazione verso un embrione di programma di viaggio (sogni e chimere?) di traversata dell’Atlantico verso il Nuovo Mondo. Un altro gruppetto, me compresa, sceglie di inerpicarsi per scale e scalette per scoprire gli incanti della notte spoletina attraverso le due piazze principali in piena movida – Mercato e Libertà, da un angolo estremo di quest’ultima gettiamo lo sguardo al di là delle sbarre di ingresso al Teatro Romano; l’Arco di Druso di età augustea; la scenografica scalinata di piazza Pianciani, e il ritorno studiato sulla mappa con il conforto di gentilissimi passanti.

Giovedì 30 Giugno

Il giorno della partenza é arrivato. Depositati i bagagli nella hall dell’albergo facciamo colazione. Scopro un pianoforte Yamaha e ne approfitto, seguita a ruota da Lucia, affezionata al celebre motivo di Nino Rota. Nel viaggio di ritorno facciamo sosta a Piediluco, dal 2016 parte del club dei borghi più belli d’ Italia sulla sponda del lago omonimo. Il programma iniziale (passeggiata nel borgo poi navigazione sul lago) viene prudentemente invertito per evitare le ore più calde.  Il giro – guidato dalla simpaticissima Silvana – inizia dall’edificio dell’ex scuola elementare in attesa di recupero e prosegue per un po’ ai bordi del lago con la colorata installazione di Giulio Turcato, Le Libertà, che rappresenta tanti cuori tutti diversi l’uno dall’altro. Silvana ci racconta quanto é speciale il luogo: meta di Grand Tour tra sette e ottocento; scelto dalla Federazione Nazionale Canottaggio per gli allenamenti (“la Coverciano del canottaggio”); immortalato da Corot coi suoi dipinti; scelto come prima sede (Villalago del barone Franchetti) di Umbria Jazz; il colore del lago, scuro per la presenza di alga rossa. Due montagne piramidali, speculari, monte Luco e monte Caperno, si affacciano sulle quiete acque del lago. Pesca di trote, salmerini, lucci. Vegetazione di canne, che si raccolgono per la produzione artigianale di cesti.  Più oltre scopriamo, in cima a una ripida scalinata,  la bella chiesa di San Francesco, edificata a ricordo del passaggio del santo, attestato nelle Fonti Francescane da Tommaso da Celano.  Patrono del paese é però il Buon Gesù, festeggiato il 14 gennaio. La passeggiata prosegue al Rione Borgo, ricco di balconi e scalinatelle addobbate a festa con abbondanza di fiori e decori in preparazione della Festa delle Acque, prevista per il prossimo fine settimana. E’ ora arrivato il momento del giro in battello.  Al timone Davide, molto simpatico ed esauriente nelle sue spiegazioni, collaboratore dell’Arpa di Perugia. Navighiamo lentamente, assaporando l’atmosfera. Lo sguardo si perde tra la calma superficie del lago e il verde che lo circonda da ogni parte. Isolato in cima a un colle, un paesino fiabesco, Labro. Di qua l’Umbria, di là il Lazio. Il momento più emozionante sarà quando, raggiunta un’ansa appartata del lago, nel silenzio totale potremo cogliere distintamente le voci del lago e dei suoi abitanti. Qualcuno di noi chiede a Davide informazioni sullo stato dell’ambiente, purtroppo in degrado rispetto al passato. Altre curiosità: l’eco che in un certo punto del lago si produce: ci provano alcuni di noi.  Infine, scopriremo che Galileo Galilei andando in barca sul lago di Piediluco sperimentò la relatività del moto!

Felici e soddisfatti dopo la traversata sediamo affacciati sul lago all’ombra degli alberi ai tavoli del ristorante La Baraonda.

Se ben ricordo all’origine il menu contemplava una pasta con carciofi e salsiccia, ma Lucia ha chiesto il menu di lago, dandoci modo di gustare le prelibatezze del luogo, a partire dal “carbonaretto”, lo squisito salmerino sapientemente cotto sulla brace, i tagliolini al profumo di lago, la trota alle erbe, il tutto annaffiato da un buon Bianco Grechetto, e per chiudere, il sorbetto al limone. Lieto fine con il ritrovamento dello smartphone di una delle nostre amiche, come d’altronde era successo ieri con il telefonino riportato in albergo al legittimo proprietario da un Carabiniere giovane, bello e gentile!

Chiusura di Lucia con le riflessioni e le letture di fine viaggio e applausi meritatissimi per Nicola che con tanta calma e pazienza ci ha riportato a Bari.

Diario di viaggio. Capodanno nelle Marche “insieme”. 2019-2020

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Diario di viaggio

 CAPODANNO NELLE MARCHE: “Insieme

 30 dicembre 2019 – 3 gennaio 2020


A cura di Angela Mengano

Lunedi 30 dicembre 2019

Imbottita di pasticche per difendermi da un solenne raffreddore, non sento la sveglia e dopo un attimo di panico mi butto giù dal letto implorando per telefono che passino a prendermi da casa. Siamo 36 con Nicola il nostro affezionato autista.  Raggiungiamo nel primo pomeriggio Frontone nelle Marche, al confine con l’Umbria, e qui incontriamo Roberto Forcoletti, che si dice pronto ad entrare per noi nel ruolo di Virgilio per i primi tre giorni della nostra permanenza nelle Marche; a Urbino e Fano, infatti, avremo due nuove guide.

A sole ormai calato, ci affrettiamo a salire al Castello prima che faccia buio. Dall’alto della rocca, esempio di architettura militare commesso da Federigo di Montefeltro a Francesco di Giorgio Martini – lo stesso architetto che progettò il castello di Carovigno in Puglia – si gode a perdita d’occhio il dolce paesaggio marchigiano, mentre la luce del tramonto accentua i toni morbidamente rosati della arabeggiante torre civica.

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                           Frontone: il Castello

Intorno alla rocca il piccolo affascinante borgo di rara compattezza architettonica sembra deserto e come fuori dal mondo. Mi colpisce però l’assenza di degrado. Scendiamo in paese, dove alloggeremo all’albergo Il Daino.  La cena stasera é proprio buona: l’impressione iniziale ci verrà abbondantemente confermata nei giorni seguenti.

Martedi 31 dicembre 2019

Stamattina splende il sole sul Monastero di Fonte Avellana, importante centro camaldolese ai piedi del monte Catria, immortalato da Dante nel canto XXI del Paradiso. La temperatura è rigida.  Lungo il percorso Roberto ci introduce alla storia del complesso monastico, legato alla memoria di san Romualdo e di san Pier Damiani; alla storia di questa terra di cultura umbro-marchigiana, terra di cacciagione, di funghi, di tartufi (bianco in inverno, nero in estate); terra del silenzio. Per strada ci ha accompagnato il racconto di Paolo Rumiz sulla dorsale appenninica, La leggenda dei monti naviganti.  La visita al monastero è arricchita dalla presenza di due guide: Andrea per la parte naturalistica, Graziano, per gli interni.  Andrea con la sua travolgente passione per le piante ci porta ad esplorare la ricca vegetazione che circonda il monastero, dando risposta a ogni minima nostra curiosità e indicandoci le varie specie di alberi e cespugli, tra viburni, frassini, allori e ciliegi, pyracantha e ornielli, fino al maestoso tasso ultracentenario che si presta volentieri al nostro abbraccio collettivo.

 4.Soci sotto il grande tasso

    Fonte Avellana: all’ombra del tasso centenario

Con Graziano entriamo nel monastero. Nella chiesa, dove siedono in meditabondo raccoglimento alcuni monaci, ci sentiamo a disagio, massa che irrompe a turbare il momento di preghiera. Poi il chiostro, con gli archi ogivali tipici della tradizione orientale che forse i monaci hanno riportato dai pellegrinaggi in Terra Santa; lo Scriptorium (oggi la maggior parte dei manoscritti si trova nella Biblioteca Vaticana e nel Collegium Germanicum); c’è però anche una biblioteca moderna; e infine la farmacia per gli acquisti dei prodotti dei camaldolesi. Dopo la pausa ristoro nella foresteria con panini buonissimi, ripartiamo per Pergola nell’alta vallata del Cesano, dove ci attende Eleonora, che ci accompagna nel centro storico. Qui, naturalmente, non può mancare un teatro, comune denominatore della regione; qui fioriscono festival di arte, cinema e teatro. In estate non è raro incontrare personaggi come Wim Wenders o Jim Jarmusch; e sembra che un buon numero di olandesi si sia innamorato del posto scegliendo di venirci a vivere stabilmente. Pergola può vantare un tal numero di chiese da essersi guadagnato il nomignolo di Pergoletta Santa. E fu la prima cittadina delle Marche a insorgere contro lo stato Pontificio in epoca risorgimentale.

Ma la prima ragione per cui siamo qui é nel ricchissimo museo dove sono ritornati dopo lunga contesa con il museo di Ancona gli stupendi bronzi dorati scoperti in frammenti, ricomposti dopo lunghi e accurati restauri, nella frazione di Cartoceto.

 16.Pergola Bronzi dorati

 25.Pergola Bronzi dorati

                           Pergola: bronzi dorati

 Non solo i bronzi dorati troviamo in questo bel museo; c’è pure una ricca collezione di dipinti, sculture e arredi tra XIV e XVIII secolo, oltre a notevoli mosaici di età romana.

Torniamo in albergo e prima di cena ci riuniamo nella reception per la lettura, proposta da Isa, di pagine tratte da una pubblicazione di Franco Maria Ricci e dedicate a Federico da Montefeltro, vero genius loci del territorio.

Avevamo scelto un paese delle Marche un po’ appartato, pensando così di sfuggire al chiasso del cenone di San Silvestro. Saremo accontentati, ma solo in parte: la cena, peraltro squisita, si protrae a lungo, come è tradizione, dalle 20 alle 23 e oltre, ma i commensali nella sala ristorante del nostro quieto albergo sono tanti, garruli e festosi. Sarà che il locale gode nel circondario di meritata fama…Ma il silenzio tanto agognato è una pia illusione, l’atmosfera si elettrizza sempre più…solo stelle filanti e niente botti e petardi, mentre  il proprietario dell’ albergo  simpaticamente, simula fischi,  botti e scoppi  usando semplicemente il pugno battuto sul tavolo.

Al brindisi della mezzanotte intoniamo in coro il nostro benvenuto al 2020

Mercoledi 1° gennaio 2020

Roberto ci racconta il cenone di ieri sera alla tavola dei frati di Fonte Avellana, a quanto pare aperti al mondo esterno più di quanto immaginassimo. Sembra che l’atmosfera della serata non sia stata meno scoppiettante e rumorosa della nostra, insomma tutt’altro che silenziosa. Assaporiamo l’aria frizzante del primo mattino dell’anno nuovo in una lunga passeggiata lungo la gola del Furlo. Siamo sull’antica via Flaminia, nata per congiungere Rimini a Roma. Scorre lungo la strada il Candigliano, affluente del Metauro, ed è inevitabile evocare l’epica battaglia che nel 207 a.C. vide l’esercito romano vittorioso rovesciare le sorti del conflitto tra Roma e Cartagine.  Anche oggi ci raggiunge Andrea l’etologo; ci parla dell’aquila reale che qui si annidava e pare che ancora ne resti una coppia; ma per vederla dovremmo fare un’arrampicata sulle rocce impervie, cosa non certo alla nostra portata. Pausa ristoro presso un albergo ristorante, l’Antico Furlo, ex-stazione di posta di fine 800 che conserva cimeli di Mussolini, assiduo frequentatore del posto, il cui profilo scolpito nella montagna appare ormai appena riconoscibile: la dinamite dei partigiani riuscì a cancellarla solo in parte. Sul finire della mattinata sostiamo nell’Abbazia benedettina di San Vincenzo al Furlo, semplice ed essenziale, con facciata a capanna e nell’interno affreschi di scuola marchigiana dei secoli XV e XVI.  Vale la pena ricordare che prosperò grazie alle offerte dei viandanti che dovevano attraversare il Furlo; e che venne poi san Romualdo a rimettere in riga i monaci “gaudenti” con il confino dei più riottosi a vita eremitica, in cella, a pane acqua ed erbe.

38.San Vincenzo al Furlo

Vincenzo al Furlo: Abbazia benedettina

33.Soci al Passo del Furlo

Passo del Furlo

Poco distante é Cagli, città dal glorioso passato. Dopo la sosta per un panino in un accogliente bar, situato proprio di fronte al Torrione,

44.Cagli Torrione F Giorgio Martini

Cagli: il Torrione F. di Giorgio Martini

la simpatica e vivace Metella, guida locale, ci fa visitare il bastione, unico rimasto in piedi della rocca difensiva progettata da Francesco di Giorgio Martini, architettura severa che dal 1997 ospita al suo interno mostre di scultura contemporanea; era nativo di Cagli, Eliseo Mattiacci, artista importante per l’arte contemporanea della seconda metà del Novecento. Visitiamo poi il teatro comunale che per la sua inaugurazione presentò un’opera appositamente scritta per l’occasione da Agostino Mercuri, con scene di Girolamo Magnani, lo scenografo preferito di Giuseppe Verdi.

45.Cagli Teatro

Cagli: teatro comunale

49.Cagli Teatro

Socie e Soci… a teatro

In questo teatro ha debuttato nel 1939 Mario Del Monaco in Cavalleria rusticana. Nella sala grande degli spettacoli corrono lungo le pareti medaglioni con l’effigie di chi ha dato lustro alla città. Ai lati della scena le statue della Commedia – correttore dei costumi – e della Tragedia – terrore dei tiranni – con i busti del Goldoni e dell’Alfieri. Lucia sale sul palcoscenico e dimostra declamando l’acustica perfetta della sala.  Ci spostiamo in piazza Matteotti; tralasciamo per mancanza di tempo la cattedrale, in posizione defilata ad un angolo della piazza, e andiamo al Museo Archeologico, collocato al piano terra del palazzo comunale. Ultima tappa è la bella chiesa di San Francesco, la chiesa francescana più antica delle Marche, esempio emblematico del gotico medio-appenninico. Poi il rientro in albergo. Cena squisita con crescia e tagliatelle ai porcini, e a sorpresa la torta di compleanno per Franca.

Giovedi 2 gennaio

Siamo alle ultime battute del nostro viaggio; oggi dedicheremo la giornata a Urbino.  Domani, dopo la sosta a Fano, lasceremo le Marche. Carla De Angelis ci accompagna alla bella Mostra “Raffaello e gli amici di Urbino”, che indaga sui rapporti tra il pittore da un lato e Timoteo Viti e Girolamo Genga artisti locali a lui contemporanei dall’altro, allestita nel Palazzo Ducale in occasione dei 500 anni dalla sua morte. L’occasione è preziosa per riflettere sulla grandezza di Raffaello. “Un dio mortale”, così lo aveva definito il Vasari trent’anni dopo la sua morte. Non é mai stato in cima alla scala dei miei innamoramenti artistici, l’avevo sempre giudicato, mi sia concesso, troppo perfetto! Ma oggi resto sbalordita e conquistata da tanta bellezza.

C’é ancora il tempo, prima di disperderci per la pausa-pranzo libero, per dare un’occhiata alla mostra che in contemporanea si tiene al secondo piano del Palazzo Ducale, Raphael Ware, I colori del Rinascimento, con splendide maioliche provenienti da una ricchissima collezione privata. E non solo: della collezione permanente del palazzo non posso fare a meno di ricordare la Donazione Volponi, opere seicentesche, che le eredi dello scrittore vollero offrire alla Galleria nazionale delle Marche; la stupenda Flagellazione di Piero della Francesca;  la mitica “Città ideale”, di attribuzione incerta ma tanto presente nel nostro immaginario; le opere di Giovanni Santi padre di Raffaello e pittore più che apprezzabile; la tavola con il Miracolo dell’ostia profanata di Paolo Uccello.

E mentre il gruppo si raduna in massa nel caffè Basili in piazza della Repubblica, Ester, a cui mi unisco insieme ad altre amiche, ci porta alla ricerca  di un ristorante “gourmet”, che non riusciremo a  trovare, ripiegando su un piccolo caffè della piazza, dove a malapena troviamo  dei panini, ma anche la “focaccia Rossini”, curiosamente sormontata da uovo e maionese, a detta di un avventore presente molto apprezzata dal musicista pesarese. Per poi riunirci al gruppo nel caffè Basili.

Riprendiamo il pellegrinaggio raffaellesco. Casa Raffaello è l’abitazione della famiglia Santi, dove il giovane Raffaello “ha imparato la divina proporzione degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia, della dignità da dare al suo lavoro di pittore” (Carlo Bo, 1984). Il padre era pittore, il nonno aveva un negozio di colori e pennelli nei pressi della piazza centrale. Tra le “chicche” che qui incontriamo, nella stanza natale del pittore, l’affresco della “Madonna col Bambino” attribuito a Raffaello, il quale ritraeva volentieri immagini di Madonna, in cui si ritiene vedesse la propria madre, morta quando lui aveva solo otto anni.

E infine una veloce visita all’Oratorio di san Giovanni dove possiamo ammirare lo straordinario ciclo di affreschi con la Crocifissione e le Storie della vita di san Giovanni Battista dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da san Severino Marche, in stile gotico fiorito.

Lasciamo la bella Urbino uscendo dalla porta Valbona, fascinosa costruzione seicentesca, e torniamo al nostro Daino. Cena (l’ultima in terra marchigiana) a base di crostini alle olive, lesso di pollo con radicchio e verza, tiramisù.

Venerdì 3 gennaio

La visita di Fano – con Maddalena Paolini nostra guida – ha inizio dalle mura romane (ma la città possedeva una doppia cinta formata dalle mura romane, augustee, e da quelle malatestiane) e dal decumano; l’impianto é infatti a scacchiera, tipico delle colonie romane. Attraversato l’arco di Augusto, porta di accesso principale, lasciamo sulla destra l’edificio rinascimentale sede dell’Università Carlo Bo di Urbino, sezione staccata di Fano, e andiamo a visitare la Cattedrale, romanica, con la facciata abbellita da un bel portale; sulle loggette, in alto a sinistra, una interessante decorazione  a piattelletti, dove bacini ceramici moderni coprono vecchie incavature destinate ad ospitare ceramiche variamente colorate; nell’interno a tre navate notevole é la cappella Nolfi, barocca, con opere del Domenichino; il campanile é stato  ricostruito dopo i bombardamenti che lo distrussero nell’ultima guerra. Una felice scoperta é poi la MeMo, o mediateca Montanari (inaugurata dieci anni fa) dal nome dell’imprenditore illuminato che – in una parola – lo ha donato alla città. Ospitata in un edificio elementare dismesso e recuperato, consta di spazi gradevoli, ampi e luminosi, aperti a persone di ogni età, con un bar e persino un pianoforte. Qui abbiamo visto   giovani e bambini molto a loro agio in quello che è un centro di cultura a tempo pieno, che incoraggia la lettura e offre un ampio ventaglio di proposte dando spazio alla creatività di ognuno.

 

73b.Fano Biblioteca

MeMo. e il legger m'è dolce

Fano: MeMo, mediateca Montanari

A questo si aggiunge la sorpresa di scoprire negli ambienti sottostanti alla mediateca una città sotterranea di età romana. Non troveremo a Fano, però, la basilica di Vitruvio, quella che si ritiene l’unica opera progettata dal celebre architetto; a quanto ci viene detto, sembra infatti che la sua dislocazione resti nel mistero. Il nostro giro prosegue in piazza XX Settembre, al cui centro é la fontana con la statua in bronzo della Fortuna, simbolo della città. L’ampio spazio della piazza é dominato dal trecentesco Palazzo del Podestà (con torre civica ricostruita dopo i bombardamenti), sede del Teatro della Fortuna. Attraversando un arco entriamo nel bel cortile del palazzo malatestiano, sede del museo archeologico e della pinacoteca, che purtroppo non visiteremo perchè il tempo vola. L’ultima tappa del nostro giro é il complesso architettonico di san Francesco, da sbirciare attraverso il cancello chiuso: chiesa a cielo aperto, affascinante pur nel suo degrado e afflitta da una storia tormentata che l’ha vista decadere nel tempo per un’infinità di cause, tra terremoti, demolizioni e querelles per il suo recupero. Pur tuttavia è stata importante nella storia della città, e lo testimoniano le tombe di membri della famiglia Malatesta collocate nel portico d’ingresso.

77.Fano San Francesco

Fano: Chiesa di San Francesco

Il nostro viaggio si chiude in gloria con il pranzo in zona porto, a La Quinta, dove con unanime apprezzamento, in un’atmosfera molto gradevole, mangiamo pesce in un tripudio di primi e secondi. Tutto squisito. Dulcis in fundo, la “moretta” a base di caffè, anice, rhum, brandy, scorzetta di limone.

Canne della Battaglia. Torre pietra. Casa di Ramsar

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 “Ricordando Nino”

CANNE DELLA BATTAGLIA

Sabato 26 ottobre 2019

 

Vento e praterie; lontano lo scintillio dell’Ofanto e la striscia del mare davanti al Gargano. Nient’altro che vento, cicale… E poi ancora silenzio, ulivi, filari di vigne come eserciti…
Canne va raggiunta così, controvento, lontano dalle grandi strade…

Sopra di noi rotea un falco.

Il luogo dell’ecatombe è davanti a noi.”

(da “Il ritorno di Annibale” di Paolo Rumiz)

Programma

 ore 8.30 / 8.45         Partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno

ore 10.00                    Arrivo a Canne della Battaglia.
La mattina:

con noi, la dott.ssa Miranda Carrieri, direttrice dell’Antiquarium e del Parco archeologico.

Il piccolo edificio dell’Antiquarium.fu realizzato nel 1958 per accogliere i reperti dell’area.
Nel 1999 l’allestimento veniva rinnovato nel rispetto delle nuove esigenze didattiche, presentando la storia del popolamento nella zona, dal neolitico fino alle vicende di epoca medievale.
Il percorso espositivo attuale, inaugurato nel 2017, illustra l’evoluzione storica del sito e l’interazione con l’ambiente geografico dell’area dell’Ofanto.
La narrazione della storica battaglia della seconda guerra punica del 216 a.C. viene proposta nella sala multimediale con un video ricostruttivo visibile anche in 3D ed anche con informazioni sulle fonti storiche, la manovra tattica ed i protagonisti, contenute nei leggii multimediali interattivi.

La visita al Parco Archeologico si articola in due itinerari:

Il primo, porta alla collina principale, dove era l’arx delle fonti latine e l’abitato medievale, con il Castello e la Basilica.
Il secondo itinerario conduce alla Basilica paleocristiana, all’area delle abitazioni daunie con le tombe a grotticella, e quindi alla Fornace e al Sepolcreto medievale.

Pranzo a Margherita di Savoia dove ci raggiungerà Giuseppe Pavone del CEA “Casa di Ramsar”

Nel pomeriggio:

Torre Pietra, da punto di avvistamento della dominazione spagnola a contenitore di frammenti di storia che riemergono dalla profondità degli abissi (progetto finanziato dalla Regione Puglia)

Birdwatching nella Riserva Naturale delle Saline grande, scalo internazionale per i migratori che, a seconda dei periodi, sono presenti con numerose specie, in particolare quelle acquatiche come fenicotteri, anatre, aironi
Casa di Ramsar – Centro di Educazione Ambientale

 Ore 20.00 arrivo a Bari.    Largo 2 Giugno / Largo Sorrentino 

Lucia Aprile 338.6092628339.4029450 ;  Angela Mengano 338.4639612;  Autista 377.5104189


ADIRT- Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio – Via Abbrescia 45/47  BARI    info@adirt.it            www.adirt.it

 

Diario di viaggio nella Germania di Weimar. Settembre 2019

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 Diario di viaggio

Cent’anni di Bauhaus 

Weimar / Dessau / Berlino

8-16 settembre 2019

A cura di Angela Mengano

Domenica 8 settembre

Un viaggio a lungo meditato, che ci farà riscoprire pagine della storia tedesca attraverso il fenomeno Bauhaus, che ha inciso profondamente nella storia dell’architettura come nella cultura europea. Siamo 22. E prima di sparire nei meandri dell’aeroporto ci riuniamo insieme a Candida Petruzzelli per la foto che diventerà immagine-profilo nella chat di WhatsApp creata per comunicare durante il viaggio. In volo, con lo sguardo all’ingiù cerco invano le Alpi; evidentemente la rotta le aggira verso Est. Dopo due ore circa atterriamo a Berlino Tegel, dove ci aspettano Alessandra Brattelli (da 30 anni in Germania) che sarà da oggi il nostro angelo custode in terra tedesca, e l’autista, Pham Hai, dolce e cortese. Il traffico sulle strade del Brandeburgo è piuttosto sostenuto, secondo Alessandra, per via della Fiera internazionale di Elettronica che attira visitatori da ogni parte d’Europa. Attraversiamo foreste di pini (sostituiti alle vecchie querce, purtroppo, perchè serve legname e crescono in fretta) costeggiando di tanto in tanto macchie giallo vivo: sono i campi di colza. Sulla strada per Weimar ci fermiamo per una veloce sosta pranzo a Beelitz nella suggestiva atmosfera della “Alte Brauerei”, luogo storico di produzione della birra. Proseguendo, Alessandra ci fa notare che le grandi autostrade tedesche si devono a Hitler, il cui scopo subdolo era però di dotare la Germania di una rete di trasporti funzionale ai suoi folli progetti. Finalmente a Weimar, nella città di Goethe e Schiller, nonché culla della Bauhaus, nell’accogliente atmosfera dell’albergo Kaiserin Augusta. Dopo un’ottima cena (confortevole potage seguito da gustosi involtini di pollo con patate duchesse e funghi; dessert a base di crema e composta di frutti di bosco) é giunto il momento di fare salotto nell’accogliente sala d’ingresso dell’albergo.

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Lunedi 9 settembre

Colazione nell’ampia e luminosa sala al pianterreno, con vista sulla stazione ferroviaria sotto la pioggia. Fortunatamente il programma di oggi ci vedrà in prevalenza al coperto. Nel grigio cortile dell’Università di Weimar i nostri ombrelli multicolori portano una nota vivace. E’ qui che agli inizi del Novecento operarono personalità come Van de Welde e Gropius, dando alla luce il movimento Bauhaus. Ancora oggi l’edificio é sede dell’Istituto superiore di Architettura e all’interno, accanto alle opere di artisti famosi (Rodin ad esempio) sono esposti i lavori degli studenti (modellini, plastici etc.).

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Proprio di fronte all’edificio del Rettorato c’è la casa dove visse il musicista Franz Liszt, che visse a Weimar dal 1848 al 1861 svolgendovi intensa attività artistica. Sotto la pioggia risaliamo in pulmann. Sotto i nostri occhi sfilano edifici dalle belle eleganti forme, fino al Weimar Neues Museum, parallelepipedo di cemento grigio in stile minimalista progettato da Heike Hanada.

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Costruito per il centenario della Bauhaus e inaugurato nello scorso mese di aprile, è stato accolto da critiche feroci, la stampa tedesca ha detto persino che per la Bauhaus è stato costruito un bunker. La Mostra “The Bauhaus comes from Weimar” alla lettera sottolinea come la Bauhaus sia nata qui. Percorrendo le sale di esposizione ritroviamo con sorpresa tanti oggetti a noi familiari, tutti originali: è il design Bauhaus che ha fatto scuola lasciando senza che ce ne rendessimo conto, profonda traccia di sé nella nostra vita, nelle nostre case, dalle sedie ai mobili al vasellame ai tessuti, ritornando oggi con nuova veste negli spazi IKEA.  Ma non c’è solo design nella mostra. Ci sono le ricerche di Kandisky e altri sulla teoria dei colori; c’è Oskar Schlemmer che reinventa la danza col suo balletto triadico. E tanto altro. E’ stata breve l’esperienza Bauhaus a Weimar; a pochi anni dall’esordio l’accusa è “non fanno architettura, fanno politica” e Gropius accetta l’invito della città di Dessau a trasferirsi lì. Dopo lo spuntino nella caffetteria del Museo andiamo a visitare la Haus am Horn, primo e unico edificio progettato dalla Bauhaus negli anni di Weimar. Il pullman ci lascia poco lontano (strade strette, auto parcheggiate malamente: siamo sulla collina dove abitavano i padri fondatori della Bauhaus, anche Kandisky). L’ultimo tratto dobbiamo farlo a piedi sotto l’ombrello, zuppi di pioggia attraverso un sentiero sterrato.  Alessandra si dirà orgogliosa di noi: “siete stati stoici”. Ma ne è valsa la pena!       Una ragazza molto giovane e molto preparata ci guida nell’osservazione degli interni, che mostrano chiaramente come l’idea – base della casa sia l’integrazione tra architettura e arredamento. Molto degli arredi é stato ricostruito e in qualche caso sono state tracciate linee sul pavimento ad indicare la sistemazione originaria. La seconda meta del pomeriggio é la villa che ospita l’archivio di Nietzche, dove il filosofo visse gli ultimi anni della sua vita. Rinnovata in seguito, su richiesta della sorella, da Henry van de Velde, questa residenza si rivela oggi ai nostri occhi come Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), per la raffinatezza degli ambienti, degli arredi, degli oggetti in stile Art Nouveau. La visita suscita una piccola discussione sulla figura di Nietzche  e sul suo pensiero, controverso tanto da essere da un lato accostato al Bauhaus e dall’altro sospettato di filonazismo.

Finita la giornata con le visite guidate da Alessandra, sempre brava e paziente con noi, formiamo un gruppetto per continuare la scoperta della città per conto nostro. Noto sulla via del ritorno il Conservatorio di Musica, dedicato a Johann Nepomuk Hummel il quale, nominato maestro di cappella, trasformò la città in una delle capitali musicali, invitando i migliori musicisti dell’epoca a visitarla e a esibirvisi. In albergo, dopo la cena a buffet, improvvisiamo una serata musicale con voci e pianoforte – dall’Angelo Azzurro di Marlene al coro del Nabucco, da Nada a Domenico Modugno – fin quando per concludere, Alessandra intona una dolce e nostalgica ninna-nanna tedesca che le cantava la sua mamma. Il tutto con la partecipazione divertita e benevola di alcuni ospiti dell’albergo.

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 Martedi 10 settembre

Stamattina, finalmente baciati dal sole, facciamo il giro della Weimar storica a partire dalla piazza del Teatro che vide la nascita della prima repubblica dopo la sconfitta dell’impero tedesco nella prima guerra   mondiale. Alessandra evoca la strana ricorrenza del 9 novembre nella storia tedesca, la data che in Germania chiamano “del destino” – nel 1918 la proclamazione della prima repubblica tedesca a Weimar; nel 1923 il Putsch di Monaco con le prime avvisaglie del nazismo; nel 1938 la tragica notte dei cristalli; nel 1989 la prima breccia nel Muro di Berlino. Al centro della piazza il monumento che ha fatto definire questa la “piazza del pensiero”: Goethe e Schiller, simboli imperituri della cultura tedesca ed europea.  E dopo sulla Schillerstrasse, torna a proposito il detto tedesco “Da fuori Hui, da dentro Pfui!” osservando la bellissima facciata di una casa storica interamente sventrata. Nel Markt campeggia il Municipio (Rathaus) con 35 campanelle di porcellana di Meissen che risuonano giornalmente a ore fisse. Vediamo passare un gruppetto di piccini accompagnati da alcuni adulti con un minimezzo di trasporto; è una piccola allegra brigata che ci fa sorridere e Ale ci spiega che si tratta di babysitteraggio (Tagesmutter), modello di assistenza infantile nato nel Nord Europa che sta arrivando anche in Italia, soprattutto al nord.

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 Ma su questa piazza, animata dalle colorite bancarelle del mercato, si affaccia la casa di Lucas Cranach, con la bella facciata rinascimentale e, in posizione un pò defilata, lo storico hotel Elephant ricordato da Goethe nell’ incipit di Carlotta a Weimar. Passeggiando, qualcuno di noi ha chiesto ad Alessandra notizie sul ginko, e lei tira fuori i versi di Goethe dedicati all’albero:

“non avverti nei miei canti/ch’io son uno e doppio insieme?”

Proseguiamo il nostro giro passando davanti alla biblioteca della duchessa Anna Amalia di Sassonia-Weimar, una tra le più importanti biblioteche dell’intera Germania. A proposito di costei, donna colta, amante dell’Italia, leggo nelle sue note biografiche un curioso particolare: pare abbia intrattenuto un’amicizia segreta con Giuseppe Capecelatro, arcivescovo di Taranto. Subito dopo una stretta al cuore e un pugno nello stomaco, quando all’interno dello Schloss, dove prima erano le scuderie, scendiamo agl’inferi, nelle celle di isolamento usate dal 1933 al 1945 per segregare i presunti nemici del regime nazionalsocialista. Nel grande cortile, rasi al suolo i capannoni preesistenti, sono stati accatastati, con gesto eticamente condivisibile, ammassi di pietrame, come a ricordare l’orrore che quei luoghi hanno visto. Una pausa distensiva nel Weimarer Kaffee ci riconcilia con la vita e ci predispone alla visita della Stadtkirche St. Peter und Paul meglio nota come Herderkirche, imponente chiesa tra tardo gotico e barocco riformato dove J.S. Bach suonava l’organo e il violino.  Sull’altare principale, la suggestiva pala della Crocifissione di Lucas Cranach (padre e figlio), esempio insigne di pittura della riforma. Cranach e Lutero, amici nella vita, sono raffigurati in uno dei pannelli laterali. Poco distante é la Casa-museo dove visse Johann Wolfgang Goethe, con la biblioteca (però non si può entrare nè toccare i suoi libri!), la sua cameretta, raccolte di sculture antiche, di ceramiche, di minerali, begli oggetti, un pianoforte, un bel giardino. Alcuni di noi, nel pomeriggio, scelgono di andare in visita al campo di concentramento di Buchenwald, poco distante dalla città di Weimar. Il resto del gruppo, dopo essersi riscaldato e rifocillato in una piacevole pausa ai tavolini del Cigno Bianco, attraversa il Parco sul fiume Ilm fino alla Casa-Giardino di Goethe. Il programma della giornata si chiude al Castello di Belvedere, residenza estiva per il duca Ernesto Augusto I di Sassonia-Weimar dove non visitiamo gli interni ma spaziamo nel parco, tra grandi alberi secolari e leggiadri vialetti ornati da statue raffiguranti le varie stagioni, putti e amorini. Anche stasera c’é la cena buffet, e dopo resta spazio per le chiacchiere e anche per un po’ di musica.

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 Mercoledi 11 settembre

Prima di trasferirci a Dessau da Weimar, dove abbiamo fatto tre pernottamenti in quell’albergo di fascino che é il Kaiserin Augusta, ci dedichiamo alla visita di Erfurt. Quando la strada passa vicino a dove sorgeva Buchenwald, (alla lettera “bosco di faggi”) il momento è quello giusto per riflettere sulla grande tragedia del nazismo, ascoltando Alessandra che ci racconta quanto ha sentito da una testimone diretta, la nonna di suo marito. Pensare che “buch”, parola tedesca che significa “libro”, ha origine da buche, in tedesco faggio, che è appunto il legno utilizzato per produrre la carta.

Erfurt è una delle città storiche meglio conservate della Germania, capitale della Turingia, dal centro storico intatto. La nostra visita parte dal colle dove sorgono, l’una di fronte all’altra, due imponenti edifici sacri in stile gotico, la Cattedrale e San Severo.

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Visitiamo la Cattedrale, costruita per volere di San Bonifacio vescovo di Magonza. Il colore caldo della pietra è dato dall’arenaria (il marmo al contrario darebbe una sensazione di freddo che forse meglio si addice ai climi del Sud). Nel portale, atipico nella forma, varie sculture e tra queste una rappresentazione della parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte. Nell’interno la magnificenza del coro ligneo; dell’altare barocco; delle vetrate gotiche; il candelabro di Wolfram, prima figura bronzea a tutto tondo conservatasi in territorio tedesco; una Madonna in trono romanica (1160); la Gloriosa “Omnium Campanarum Regina”, che intona – ma solo nelle grandi occasioni – la nota Mi, e l’eco dura sette minuti! Nella chiesa di San Severo   notevoli il sarcofago del Santo, in calcare rosa, il Rilievo di San Michele in alabastro, e il monumentale organo.

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 Una serie di angoli molto suggestivi si susseguono lungo l’animata strada principale. Costeggiando la chiesa di Ognissanti raggiungiamo la Fischmarkt, piazza dell’Antico Mercato del Pesce, cuore del centro storico. Sullo sfondo del Municipio da un lato e di antiche belle case dai nomi pittoreschi  (casa del Toro, casa della Corona d’Oro, casa  del Bue Rosso etc)  dall’altro notiamo il singolare monumento – obelisco dedicato a San Martino, meglio noto come Roland. In questo territorio, tra l’altro, si coltivava e commerciava il Guado (Isatis tinctoria)) utilizzato per estrarre il prezioso pigmento blu (indaco) usato come colorante tra i secoli tredicesimo e diciassettesimo.

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Proseguendo e oltrepassando lo straordinario Krämerbrücke sul fiume Gera, lontano parente del fiorentino Ponte Vecchio, raggiungiamo il convento degli Agostiniani.  Il luogo – che ricorda il proposito di Lutero di prendere i voti dopo aver invocato Sant’Anna durante uno spaventoso temporale – è, ricorda Lucia, una pietra miliare del nostro viaggio in Germania, che inizialmente pensavamo di dedicare a Lutero e alla Riforma protestante, in coincidenza con il 500° anniversario (1517-2017).  Ai piedi delle vetrate del Leone e del Pappagallo (che ripete la parola di Dio), dove è ben visibile la Rosa, simbolo del luteranesimo, discorriamo di ecumenismo, di protestantesimo, di artisti fiamminghi che arrivano in Italia, nella terra dove l’immagine sacra è ancora bene accolta.  Molto gradevole la pausa pranzo alla Birreria Augustiner sul ponte Krämerbrücke. Aria frizzante ma allietata da un tiepido sole. Prima di ripartire, facciamo due passi tra il lungofiume, le piazze animate e le belle chiese. Ripartiamo da Erfurt diretti a Dessau. Dalla Turingia alla Sassonia. In mezzo ad ampi spazi verdi ci colpiscono imponenti e inquietanti masse grige in lontananza: sono le scorie delle miniere di carbone. Superata Halle, arriviamo infine a Dessau, dove ci fermeremo due notti per approfondire la conoscenza del Bauhaus.

Giovedi 12 settembre

Dopo una ricca prima colazione andiamo al nuovo Bauhaus Museum Dessau, firmato dagli spagnoli Addenda e inaugurato pochi giorni fa.  Siamo tutti molto felici di visitarlo, cosa che non appariva assolutamente scontata alla partenza.   Audace è la soluzione architettonica adottata per questo museo, costituito da un’ampia trasparente scatola vetrata, aperta alla città, che ingloba un cubo di cemento lungo 100 mt e largo 18 mt sospeso a cinque metri sopra le teste dei visitatori. E qui la mostra inaugurale racconta, con oltre 1000 oggetti (tra cui splendidi tessuti), la storia della Bauhaus tra design, sperimentazione artistica e produzione di prototipi industriali. Terminata la visita, nell’ampio spazio al pianterreno – che ospita eventi e mostre temporanee – assaporiamo l’ebbrezza della “realtà aumentata” indossando avveniristici occhiali-scafandro che ci proiettano in un mondo virtuale fatto di sprofondamenti abissali e voli nell’infinito in un magico turbinio di forme e colori. Pranzo sulle rive dell’Elba nella Haus am Korn, ristorante all’interno di un edificio Bauhaus progettato nel 1929-30 da Carl Fieger, autorevole esponente del movimento Bauhaus. Segue la visita alle case dove hanno vissuto i maestri della Bauhaus, come Gropius, Moholy-Nagy, Schlemmer, Klee, Kandinsky.   Poco lontano entriamo nell’edificio della Fondazione Bauhaus Dessau, costruita su progetto di Gropius: ospitò la scuola al momento del forzato trasferimento da Weimar, scuola vissuta come luogo di apprendimento e di vita. Oggi ospita eventi, ma volendo si può anche – pare ad un prezzo contenuto – passare la notte negli alloggi degli studenti del Bauhaus provando a immaginare come ci vivevano quasi cento anni fa! Gli ambienti sono spaziosi e pieni di luce, “sipario di vetro” lo definisce Alessandra. Anche i minimi particolari sono interessanti e stilisticamente coerenti, vedi le maniglie alle porte; i colori; i volumi; le trasparenze.  Emozionante ficcare il naso nello studio di Walter Gropius. Il celebre dipinto del 1932 di Oskar Schlemmer che raffigurava lo scalone centrale, Bauhaustreppe (Scalinata al Bauhaus) venne bollato dai nazisti come “arte degenerata” (entartete Kunst) e acquistato dal Guggenheim Museum di New York. Nella stanza dell’officina alcuni operatori /artigiani si attardano indaffarati intorno a un’enorme cilindro composto da barattoli di vetro; ci viene spiegato che si tratta di un allestimento in corso d’opera per uno show serale, e dovrebbe contenere all’interno una donna nuda che balla.

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 Dopo la cena (a base di polpette vegetariane) ci aspetta una bella sorpresa. Alessandra e il nostro autista sono stati arruolati da Lucia come complici per festeggiare a doppio titolo Mariella Basile gustando il Baumkuche (dolce tradizionale del territorio). E alla fine si fa musica con voci e pianoforte e con il “biciclista”, come si autodefinisce il simpatico signore che si unisce a noi improvvisando sulla tastiera un impetuoso Brahms e raccontandoci le sue avventure di viaggio e la sua simpatia per il nostro paese.

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Venerdi 13 settembre

Arrivederci Dessau! Si va verso Berlino, con sosta al Parco Sans Souci di Potsdam, la Versailles prussiana, antica residenza della famiglia reale di Prussia fatta costruire da Federico II il Grande.  All’ingresso giganteggia la sagoma di un mulino a vento: fu qui che ebbe origine la frase “Ci sarà pure un giudice a Berlino” che pare sia stata pronunziata dal mugnaio che dignitosamente seppe resistere all’arroganza del monarca che voleva espropriarne il terreno.   Del complesso visitiamo solo l’esterno: il parco, il giardino barocco a terrazze, la fontana ornata da statue classicheggianti, la tomba del monarca.  Occasione per mettere a fuoco la figura di Federico II il Grande, dipinto dagli storici come figura doppia e contraddittoria, enigma sfuggente. Controverso re filosofo, amante della musica e dell’arte, si procura magnifiche opere (tra le tante, molti Watteau) per abbellire la sua residenza. Al tempo stesso guerrafondaio e amico di Voltaire; promotore della coltivazione delle patate che, demonizzate come “cibo del diavolo” perchè nascono sottoterra, intanto salvano la popolazione dalla fame in tempi di carestia, tanto che sulla sua tomba, molto visitata dai turisti, vengono sempre a deporre oltre che fiori anche patate.

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Qui a Potsdam sembra ci siano anche molte dacie, destinate a ospitare una colonia di cantori russi venuti ad allietare con la musica le serate della corte Hohenzollern.  Nel magnifico giardino una gag divertente viene fuori quando Alessandra, per mostrarci in pratica come facevano alla corte reale nel “giardino segreto”, chiama un volontario nel gioco della voce che passa attraverso la pietra come fosse un telefono senza fili, e Mario intende fischi per fiaschi (“strunz” per “struzzo”).

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All’uscita dal parco un lungo rettilineo fino alla porta di Brandeburgo ci porta direttamente nel centro città. Una sosta veloce per il pranzo in un gradevolissimo locale gestito da donne nel quartiere olandese, con una quiche e un bocconcino di torta di mele spartito al nostro tavolo, poi siamo di nuovo al bus diretti alla Einstein Turm, osservatorio astrofisico progettato da Erich Mendelsohn per testare la teoria della relatività, capolavoro di architettura espressionista che ci ricorda vagamente le linee sinuose delle architetture di Gaudì a Barcellona. All’esterno, proprio davanti all’ingresso della torre, seminascosto tra le pietre del pavimento, l’occhio attento di Margherita nota un cervello in bronzo, probabilmente un omaggio al genio di Einstein. Ci avviciniamo ora a grandi passi a Berlino. Veloce sosta obbligata sul Ponte di Glienicke, noto come ponte delle Spie, immortalato nel celebre film di Spielberg.

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Non lontano é il lago Wannsee triste ricordo della conferenza che nel gennaio 1942 decretò la “soluzione finale” con la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento. Pernottiamo a Berlino Ovest all’albergo Hyperion in Pragerstrasse, comodo e ipertecnologico. Cena a buffet alle 19.30 precise! Qualcuno di noi ha scoperto l’esistenza di un mercatino proprio dietro l’angolo, in Pragerplatz, così usciamo a far due passi. E infine due chiacchiere prima di cadere in braccio a Morfeo.

Sabato 14 settembre

Partiamo alla scoperta della città con un nuovo autista, Leo, e un pulmann enorme, che potrebbe contenere un gruppo tre volte più grosso del nostro.  Dal maestoso Kurfürstendamm, punto di partenza alla volta di Berlino Est, sfilano davanti a noi la chiesa della commemorazione (Gedächtniskirche, dai berlinesi ribattezzata “dente cariato”); la scultura simboleggiante la divisione del muro in quattro settori (catena intrecciata con un capo slegato); le ambasciate sui grandi viali;  l’Obelisco della Vittoria all’interno del Tiergarten (che si ritrova nel film “Così lontano così vicino” di Wim Wenders); il castello Bellevue oggi sede ufficiale del Presidente della repubblica federale tedesca; la Torre Carillon simbolo di pace, donata nel 1987 a Berlino dalla Daimler-Benz. E intanto già da lontano si comincia a intravvedere la cupola del Reichstag, che il progettista Norman Foster ha voluto trasparente, in rapporto dialettico con la massa spessa e pesante della struttura storica. Diversamente, non sono trasparenti gli asili per i figli dei parlamentari, per la necessità di rispettarne la privacy.  Seguiamo in lontananza le volute della Sprea, il fiume che attraversa la città.  Alessandra ci indica la nuova grandiosa, spettacolare, megagalattica stazione ferroviaria di recente costruzione, cantiere in perenne trasformazione. Poco a poco entriamo nel cuore della città sfiorando, a volo d’uccello, il quartiere ebraico, Oranienburg, la Neue Synagoge, il bunker convertito in galleria d’arte contemporanea da Christian Boros, i teatri, e poi ancora l’isola dei Musei, la biblioteca Grimm in stile razionalista.  Fino ad arrivare alla prima tappa, la Bebelplatz.  Al centro della piazza, l’installazione di Michael Hullmann (una botola che lascia intravedere scaffali bianchi vuoti) evoca il rogo dei libri per mano non di Hitler ma di studenti di estrema destra nel 1933.  Tutto intorno, edifici storici come la Alte Bibliothek (il “comò” per i berlinesi), la Humboldt Universität (vi studiarono Hegel, Marx ed Engels, ma anche tanti premi Nobel), la Deutsche Staatoper (qui con alcune amiche una decina di anni fa abbiamo avuto la fortuna di ascoltare un concerto con Daniel Barenboim e Pierre Boulez insieme) e la St. Hedwigskirche (chiesa Cattolica che si ispira al Pantheon di Roma). Riprendiamo il bus sorvolando ora il Duomo luterano e la gotica Marienkirche. Ma un’attenzione particolare merita per la sua travagliatissima storia il Palazzo Reale, bombardato durante la seconda guerra  mondiale, raso al suolo in tempo di DDR perchè considerato simbolo del militarismo prussiano, ricostruito nel 1976, demolito nel 2006 a Germania riunificata anche perchè contaminato dall’amianto. Un architetto italiano laureatosi allo IUAV di Venezia, Franco Stella, ha vinto il concorso per la ricostruzione; al posto del Castello, nel rispetto dei volumi preesistenti, ci sarà lo Humboldt Forum e sembra che l’inaugurazione sia prevista per il prossimo anno. Ed è motivo di orgoglio che la ricostruzione di un edificio simbolo della storia e della cultura tedesche veda il rilevante contributo del nostro paese. Il giro nel quartiere Mitte ci porta al Memoriale della Shoah. Lo attraversiamo da un capo all’altro, scivolando pensosi nel labirinto di blocchi grigi che Peter Eisenman ha immaginato come altrettante tombe. Poco lontano, un cubo isolato è stato eretto come Memoriale per gli omosessuali.

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 Attraversiamo l’Accademia di Belle Arti (tra i nomi e le immagini dei soci che la bacheca interna riporta, quelli di Wim Wenders, Renzo Piano, Salvatore Sciarrino etc etc) poi sbuchiamo in Pariserplatz, da cui parte il fascinoso Unter den Linden. Lo storico Hotel Adlon, demolito dopo la seconda   guerra mondiale, ora risorto ancora più lussuoso di prima. La DZ Bank con la “balena” di Franck Gehry. Una moltitudine di no-vax, giunti da ogni angolo d’Europa (anche tanti italiani purtroppo) manifesta all’ombra della Porta di Brandeburgo. Uscendo dalla Porta, ben visibile sul selciato la linea di ciottoli che con la scritta “Berliner Mauer 1961-1989”, segna il punto in cui era stato alzato il muro.

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 E’ ora di fare una pausa; ci spostiamo dalle parti di Potsdamer platz. Qui dopo la caduta del muro Renzo Piano, ma anche altri architetti, italiani e non, hanno dato un nuovo volto. Non lasciano indifferenti  l’energia e la vivacità del Sony Center pulsante di vita 24 ore su 24 e i mille motivi di interesse concentrati in poco spazio: il pezzetto di “Muro” lasciato a futura memoria e ridipinto con tutti i colori dell’arcobaleno;  il Museo del Cinemale pietre d’inciampo “stellari” che ricordano le stars cinematografiche di tutti i tempi; il vecchio hotel Esplanade restaurato, con la Sala dell’Imperatore che  dall’esterno si intravvede appena; la gigantesca giraffa Lego tentazione irresistibile per il turista in vena di naïveté. Pausa pranzo ad Arkaden, grande galleria commerciale paradiso del consumismo.

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 Il pomeriggio è dedicato alla visita dell’edificio che ospita la Filarmonica di Berlino, mitica orchestra che fu diretta anche dal nostro Claudio Abbado. Eccezionale per la sua acustica e in generale per la resa tecnica è l’immensa sala da concerto, che é anche molto bella così come l’ha concepita il geniale architetto, Hans Scharoun, simile a una nave, perchè la musica è come un viaggio per mare.

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 Si torna in albergo. Dopo cena si sente uno scoppiettio di fuochi d’artificio: é la conclusione pirotecnica della festa-mercato in Pragerplatz, quasi alle porte del nostro albergo.

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Domenica 15 settembre

Un nuovo autista, Arnie, per gli spostamenti odierni. Oggi andiamo sulle rive della Sprea, dove è stata lasciata in piedi la parte più grossa del muro, affidata però a tanti artisti che con colori e pennelli hanno cercato di fare un lavoro di sdrammatizzazione dando un volto meno minaccioso a quel muro cupo e incombente che per 28 anni aveva tagliato in due la vita dei berlinesi. Una folla di turisti fa capannello intorno ai murales e specialmente alle immagini più famose, come quella del bacio tra Breznev e Honecker.

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 Attraverso la multiculturale Oranienstrasse, raggiungiamo il Check Point Charlie, meta turistica obbligata con profusione di selfie. Una interessante riflessione ci porge Alessandra, sull’ accostamento tra le due dittature: molti membri della Gestapo si sono poi riciclati nella Stasi. Prima di immergerci nell’orrore evocato dalla visita del Museo Ebraico, ci concediamo una pausa di puro piacere da Rausch, il tempio della cioccolata, nella Gendarmenplatz, dove prospettano, insieme al duomo tedesco e al duomo francese, la Konzerthaus (un violinista sta provando, ma la perfetta insonorizzazione nulla fa trapelare all’esterno) e il monumento a Schiller. Poi, il museo ebraico. Noi ci siamo limitati alla parte firmata da Daniel Libeskind, l’architetto di Ground Zero che, musicista di formazione, si è ispirato nel progetto al Moses und Aaron di Schönberg e ha disegnato l’edificio – geniale opera d’arte – come una stella di David spezzata (per i tedeschi “blitz”, che vuol dire lampo) e lo ha chiamato non “museo” ma “between the lines”, linee che intersecandosi creano “voids”, zone vuote, che rappresentano l’assenza degli ebrei nella società tedesca. Entrando, si scende come in una tomba percorrendo i tre assi della Continuità, dell’Olocausto e dell’Esilio.

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 Un giardino pietroso con 49 colonne (quella centrale riempita con la terra sacra di Israele); una lunga scala da risalire, attraversata in alto da assi che si conficcano nelle pareti come pugnali; la Torre dell’Olocausto senza una prospettiva di luce e di apertura; e alla fine sconvolge l’installazione di Menashe Kadishman, Shalekhet (Fallen leaves), foglie di acciaio, volti umani da calpestare. Ma è giusto o no passarci sopra?  Allora capisci perchè Libeskind non ha voluto chiamarlo museo; questo posto è fatto perchè nelle persone di tutto il mondo nasca la consapevolezza, e anche perchè è necessario capire qualcosa del popolo ebreo com’é oggi e da che parte sta andando. Il discorso porterebbe lontano, e non vado oltre.

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 A questo punto si impone la pausa pranzo e, nel tempo libero, la maggior parte del gruppo scopre il Nicolaiviertel, vecchio quartiere di san Nicola interamente ricostruito, e il nuovo quartiere Hansaviertel. Io scelgo la Gemäldegalerie, ricca di capolavori della pittura, da Giotto a Caravaggio, da Bosch a Rembrandt, da Masaccio a Van Eyck e tanti altri. Meraviglioso! E dopo cena in cinque prendiamo un taxi per immergerci nel mulinello di suoni e luci del Sony Center in Potsdamerplatz. Molta gente, comodamente distesa sulle sedie a sdraio, si gode lo spettacolo di colori e forme che cambiano e si muovono sulla cupola in moto perpetuo. Facciamo anche noi lo stesso; sdraiate col naso all’ insù mi sembra strano che nessuno, neanche un cameriere dai bar del posto, venga da noi con la richiesta di ordinare la consumazione!

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Lunedi 16 settembre

E’ giunta l’ora degli addii. Alessandra ci accompagna all’aeroporto di Schönefeld e non ci lascia prima di averci sistemato nella fila giusta per il check-in. Un po’ di suspence al momento dei controlli di polizia, poi tutto si risolve senza esiti preoccupanti per tutti. Tranne che per la famiglia Ventrella (Rosa con Donato e Mario): bloccati a causa di un accendino-souvenir inspiegabilmente considerato pericoloso (no gas!) saranno costretti a ripartire con altro volo e pernottare a Roma Fiumicino mettendo piede su suolo barese solo domattina. Ci dispiace molto per questo contrattempo, mentre il resto del gruppo arriva a Palese confortato dall’accoglienza di Candida Petruzzelli che ci scorta premurosamente fino a largo Due Giugno. Fine del vi

Viaggio nella Germania di Weimar. Programma definitivo

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CENT’ANNI DI BAUHAUS
WEIMAR DESSAU BERLINO

08 Settembre – 16 Settembre 2019

Esattamente un secolo fa nasceva l’istituto di istruzione artistica che restò aperto solo quattordici anni, ma lasciò un segno indelebile in tutto quello che ci circonda ancora oggi.
Il Bauhaus, infatti, fu insieme scuola (probabilmente la più rilevante scuola di arte e design del XX secolo), progetto utopistico e grande catalizzatore dell’avanguardia europea, rivoluzionando la modernità con le sue linee pulite, il suo rigore e la sua idea di un’arte ‘industrializzabile’ e cambiando radicalmente il modo di concepire edifici, mobili e qualsiasi oggetto del quotidiano.

PROGRAMMA

 

08 SETTEMBRE

ORE 7.30 incontro con i partecipanti a Bari Largo Sorrentino per il trasferimento all’Aeroporto di Bari Palese

Partenza con volo Easy Jet alle ore 10:10 con arrivo all’Aeroporto di Berlino Tegel alle 12:30, ritiro dei bagagli, incontro con la guida-accompagnatrice dell’intero viaggio e trasferimento a Weimar all’Hotel Ramada By Whyndham 4 stelle, o similare, sistemazione nelle camere

Nel pomeriggio informazioni generali e panoramica di Weimar
Cena in Hotel, pernottamento

09 SETTEMBRE

Colazione in Hotel

WEIMAR

Piccola città museo, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, Weimar è da secoli uno dei maggiori centri culturali del Paese, cuore geografico e spirituale di tutto ciò che è profondamente tedesco. Qui vissero Bach, Goethe, Herder, Schiller, Liszt, Nietzsche… E qui si riunì l’Assemblea Nazionale per emanare la Costituzione alla fine del primo conflitto mondiale, dando vita alla Repubblica di Weimar, ossia il primo tentativo dei tedeschi di darsi un vero ordinamento democratico e repubblicano. Non è dunque casuale che proprio a Weimar nel 1919 Walter Gropius fondò la scuola del Bauhaus, partecipando a quel fecondo clima culturale che caratterizzò questa città negli anni Venti del Novecento e rappresentò un’età dell’oro per la politica, le idee, le arti, le scienze: il primo autentico esperimento di uguaglianza, di partecipazione attiva alla politica (simboleggiato dal suffragio universale aperto anche alle donne) e di libertà di pensiero.
La giornata è così interamente dedicata alla nascita del Bauhaus e, per cercare di seguire un ordine cronologico, inizieremo dalla sede originaria della Bauhaus-Universität costruita da Henry Van de Velde (1863-1957), dove tutto ebbe inizio (oggi questa è la sede dell’Istituto superiore di architettura).
Visiteremo poi il nuovissimo Bauhaus Museum of the Klassik Stiftung Weimar, inaugurato ad aprile di quest’anno con la mostra The Bauhaus comes from Weimar. Per la realizzazione del nuovo museo in vista delle celebrazioni del centenario, nel 2011 fu indetto un concorso internazionale cui parteciparono oltre 530 studi di architettura. L’edificio vincitore, realizzato dall’archistar tedesca Heike Hanada, si presenta come un cubo di cemento sviluppato su cinque livelli e definito da pannelli in vetro satinato. All’interno ospita la collezione di capolavori di design della scuola. Accanto al nuovo Bauhaus Museum si trova anche lo storico Neues Museum, il museo di arte moderna e contemporanea che ha sede in un palazzo neorinascimentale, nel quale è allestita l’interessante mostra Van de Velde, Nietzsche and Modernism around 1900
pranzo libero

Il centro storico, dove campeggia la Stadtkirche St. Peter und Paul, la chiesa meglio nota come Herderkirche, poiché qui predicò per anni Johann Gottfried Herder (1744-1803), filosofo e teorico dell’illuminismo tedesco. Si tratta di una chiesa a tre navate risalente al 1253 ma ricostruita dopo un incendio all’inizio del Cinquecento. L’interno custodisce l’organo suonato da Johann Sebastian Bach nel 1708-1712, la tomba di Herder e la Pala della Crocifissione di Lucas Cranach.
Lo Zwiebelmarkt
Cena e pernottamento in hotel

10 SETTEMBRE

Colazione in  Hotel

WEIMAR, LE CASE
Anche se il viaggio è dedicato al Bauhaus, non è possibile visitare Weimar senza tributare un omaggio a Goethe, che visse a lungo in questa città e vi morì nel 1832. D’altra parte Goethe rappresentò un punto di riferimento per gli artisti delle generazioni successive e la sua Teoria del colore fu particolarmente importante per Itten, Klee e Kandinskij, che insegnarono al Bauhaus. Visiteremo quindi la Goethe Wohnhaus, la casa dove il genio tedesco visse a partire dal 1782 e dove è allestito il Goethe National Museum, che conserva la sua raccolta di innumerevoli oggetti d’arte, di scienze naturali, geologia, minerologia, oltre che una biblioteca di cinquemila volumi.
Dopo il pranzo libero, proseguiremo il percorso alla scoperta delle abitazioni private, dal barocco al modernismo : la villa che ospita il Nietzsche Archive, dove il filosofo tedesco visse dal 1897 fino alla sua morte nel 1900 e che fu completamente rinnovata nel 1902 da Ven de Velde.
L’architetto belga, chiamato appositamente dalla sorella di Nietzsche, ideò ogni dettaglio, compresi lampadari, porte e soprammobili, dando forma a una vera e propria Gesamtkunstwerk (Opera d’arte totale), giunta intatta fino a noi.
Pranzo libero
Visiteremo infine la Haus am Horn, che fu il prototipo nel quale si materializzarono per la prima volta le idee rivoluzionarie del Bauhaus relative al ‘modo di vivere moderno’. Questo modello di casa fu costruito per la mostra del Bauhaus del 1923 e rimane l’unico edificio interamente costruito a Weimar dalla scuola di Gropius, appena riaperto dopo un accurato restauro. Resteremo così sorpresi dalla profonda differenza che separa le due case, pur essendo state realizzate a soli vent’anni di distanza.
Cena e pernottamento in hotel

11 SETTEMBRE

Colazione in Hotel

Lasceremo Weimar alla volta di di Erfurt : si tratta di uno dei centri medioevali meglio conservati in Germania. Antiche e lussuose abitazioni abbelliscono il centro storico caratterizzato anche dal celebre Krämerbrücke (del 1325), il più lungo ponte d’Europa fiancheggiato da entrambi i lati da case con le facciate a struttura reticolare, simile al Ponte Vecchio di Firenze. Erfurt è anche chiamata città delle torri per il gran numero di chiese, cappelle e monasteri. In passato la città e la sua università (nel ‘700 era l’università più grande della Germania) attiravano molti personaggi illustri: da Lutero a Goethe, da Johann Sebastian Bach a Schiller e Herder.
pranzo libero,

Proseguiremo per Dessau, nel Land Sassonia-Anhalt , come fece il Bauhaus nel 1925

Cena e Pernottamento in hotel Radisson Blu Hotel Fürst Leopold**** a Dessau  o similare.

12 SETTEMBRE

Colazione in Hotel

DESSAU

Nonostante il successo ottenuto, il Bauhaus , osteggiato dagli ambienti più conservatori e costretto a concludere la sua attività a Weimar,  potè riaprire a Dessau, finanziato dal Comune, ottenendo anche il titolo di Hochschule für Gestaltung (Istituto superiore di figurazione).
Dessau fu la prima città nella quale il Bauhaus potè realizzare il proprio programma non solo di corsi, ma anche di costruzioni, a cominciare dalla nuova sede appositamente costruita su disegno di Gropius: la Bauhausgebäude, oggi sede della Fondazione Bauhaus Dessau, che naturalmente visiteremo
L’edificio, inoltre, riuniva la scuola, le officine nonché gli alloggi per gli studenti, dove i balconcini con il loro parapetto di ferro si stagliano nettamente nel blocco, indicando all’esterno la suddivisione in piccole unità abitative. Ogni dettaglio, dall’architettura agli arredi, appositamente disegnati, sono divenuti archetipi dell’architettura e del design contemporaneo.

Pranzo libero

Gropius progettò anche le Meisterhäuser, le case dei docenti più illustri. Erano tre ville bifamiliari composte da cubi, che fungevano anche da atelier dei maestri: una per Gropius, purtroppo distrutta durante la guerra (e ricostruita nel 2014 in forme totalmente diverse dallo studio berlinese Bruno Fioretti Marquez Architekten); una per i pittori Moholy-Nagy e Feininger; una per Kandinsky e Klee, interamente conservata e appena riaperta dopo il restauro.

Potremo così emozionarci nel visitare il luogo in cui i due artisti astratti lavorarono a stretto contatto.
E soprattutto emergerà come il Bauhaus, oltre che una scuola d’arte, fu una straordinaria esperienza di libero pensiero e di emancipazione sociale, anche femminile: divennero celebri ad esempio le ‘donne del Bauhaus’, per i capelli corti e i modi anticonformisti.

A breve distanza, all’interno di un parco pubblico, sorge anche il nuovo Bauhaus Museum Dessau, che inaugurerà a settembre. «Può essere considerato come eredità iconografica del motto less is more», affermò la giuria nel sceglierlo. Sarà esposta la collezione di circa 40mila oggetti legati al Bauhaus, in modo da rendere evidenti al grande pubblico l’attualità delle idee del Bauhaus e la presenza di un’eredità ancora viva.
Se possibile  cena presso un ristorante ospitato in un edificio Bauhaus costruito nel 1930.
Cena e Pernottamento in hotel

13 SETTEMBRE

Colazione in Hotel

Trasferimento a POTSDAM

la Einsteinturm (Torre di Einstein), l’osservatorio astrofisico eretto fra il 1919 e il 1921 dall’architetto tedesco Erich Mendelsohn.
La torre doveva trasporre in un edificio le teorie della relatività di Albert Einstein, che qui potevano essere sottoposte anche a verifiche empiriche tramite un laboratorio apposito e un grande telescopio per lo studio della deviazione dello spettro solareUn edificio  simbolo dell’architettura espressionista, nonché uno dei brani architettonici più importanti e rivoluzionari del Modernismo. Oggi il monumento storico-artistico è protetto e svolge ancora l’originaria funzione di osservatorio per l’Istituto di Astrofisica di Potsdam

pranzo libero

Il  parco di Sanssouci risale al 1744 e, insieme con i suoi numerosi edifici e opere d’arte, è considerato il miglior esempio di rococò a Potsdam, riflettendo l’influenza di Federico il Grande. Nel parco furono piantati ben 3000 alberi da frutto, che si alternano a statue e templi che riprendono lo stile rococò del palazzo

Trasferimento a Berlino Hotel Best Western Plus Amedia Kudamm 4 stelle o similare
Cena e pernottamento

14 SETTEMBRE

BERLINO  Colazione in Hotel, visita alla Sala Congressi di Stubbins e visita della fabbrica delle turbine della AEG di Behrens,

pranzo libero,

nel pomeriggio visita al quartiere “ Hansa Viertel” realizzato durante l’IBA 1957 (proposte architettoniche Bauhaus, attualmente chiuso per riallestimento), alla Shell Haus di Emil Fahrenkamp e tempo e disponibilità permettendo visita del complesso dell’Unitè d’habitation di le Corbusier e della Filarmonica di Sharoun nel Kultur Forum

Cena e pernottamento

15 SETTEMBRE

Colazione in Hotel, visita al Museo Ebraico e al Museo dell’Olocausto

pranzo libero,

pomeriggio libero

Cena e pernottamento

16 SETTEMBRE

Colazione in Hotel, partenza alle ore 08:30 per l’Aeroporto di Berlino Schoenefeld, partenza con volo Ryanair alle ore 11:45 con arrivo a Bari alle ore 13:55

Trasferimento privato a Largo Sorrentino Bari

Costo del viaggio a persona  € 1.850,00 su un minimo di 25 partecipanti

Il costo potrebbe subire delle variazioni in base all’ effettiva quotazione al momento della prenotazione

La quota comprende:

Trasferimento da e per l’aeroporto di Bari

Volo andata e ritorno Bari-Berlino-Bari compreso una borsa a mano piu’ un bagaglio da stiva

  1. 8 pernottamenti con trattamento di mezza pensione

Ingressi ai luoghi di interesse quantificati per € 100 circa complessivi

Guida accompagnatrice certificata parlante italiano per l’intero tour

Bus al seguito per l’intero tour

Vitto e alloggio per autista e guida

Tassa di soggiorno

Assicurazione medico- bagaglio

La quota non comprende:

Supplemento camera singola € 50,00 al giorno

Tutto quanto non espresso nella quota comprende

Assicurazione per annullamento per motivi di salute certificati e non preesistenti,

da sottoscrivere esclusivamente al momento della conferma  € 90,00

Il programma potrebbe subire delle variazioni in base alla disponibilità delle prenotazioni ai luoghi di interesse. A causa dell’imminente data di partenza si necessita entro giovedì 25/07/2019 dell’adesione con acconto di € 525,00 (pari al 30% dell’importo) e copia del documento di identità. Tale quota, in caso di rinuncia al viaggio per qualsiasi motivazione (anche di salute) salvo stipula assicurazione per annullamento, sarà trattenuta dall’agenzia come penale.

Da 30 a 4 giorni prima della partenza la penale ammonta al 75% dell’intero importo

Da 3 giorni prima della partenza la penale ammonta al 100% dell’intero importo

PER INFORMAZIONI TECNICHE CONTATTARE

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Le Isole Tremiti di Lucio Dalla. Diario di Viaggio

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Diario di viaggio

LE ISOLE TREMITI di Lucio Dalla

 3 – 6 giugno 2019

 

A cura di Angela Mengano

Lunedì 3 giugno

Siamo una trentina alla partenza da Bari.  A Barletta si uniscono al gruppo Anna e Bernardo. Lucia ci introduce al viaggio con letture, tra cui Levantazzo di Antonio Mallardi, racconto di mare ambientato nelle Tremiti, e con una canzone di Lucio Dalla, La casa in riva al mare, sogno di libertà di un detenuto. Lucio Dalla ha molto amato le isole Tremiti, venendovi in vacanza sin da bambino; qui ha inventato un festival del mare, “Il mare e le stelle”.

Dopo la pausa caffè verso il Gargano, sostiamo a Lesina nel Centro Visite Parco Nazionale del Gargano, guidati da Giacomo, Selena e Luisa – con un video anni 60 – attraverso le meraviglie naturalistiche del territorio. Scopro qui anche curiosità, per esempio che l’agar agar usato come addensante in cucina nella preparazione dei dolci si estrae da una particolare alga che cresce qui, la Gracilaria verrucosa.

Il pulmann ci lascia al porto di Termoli per l’imbarco – dopo una breve pausa “rifocillante” – sulla nave Isola di Capraia della compagnia Tirrenia, festosamente invasa a bordo da torme di ragazzi in età scolastica, ospiti di un progetto di scrittura creativa curato da BIMED.

.casa Lucio Dalla  Casa di Lucio Dalla

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San Domino e l’hotel Eden ci danno il benvenuto. Una navetta ci porta su fino all’albergo; alcuni di noi, lasciati i bagagli in navetta, preferiscono salire a piedi, attraverso la pineta intrisa di profumi (é una passeggiata di pochi minuti). Una pausa relax e si va subito in giro. Dalla piazzetta dove Luna Matana offre un ottimo gelato artigianale scendiamo fino alla omonima Cala Matana, rendendoci subito conto che il mare delle Tremiti non è facile a raggiungersi. Bisogna conquistarselo a fatica. Seminascosta nel verde sta la casa di Lucio Dalla; scopriremo poco a poco che tutta l’isola é disseminata di segni della sua presenza, con targhe e mattonelle recanti suoi pensieri, e anche qualche scultura a lui dedicata. La cena si tiene sul terrazzo dell’albergo con magnifica vista sull’abbazia di San Nicola, proprio di fronte a noi. Questa sarà l’ultima delle fresche serate autunnali.  Da domani arriva l’estate!

Isola San Nicola       foto di gruppo le Tremitesi

Martedi 4 giugno

Stamattina partiamo all’ esplorazione delle isole con Carmela, bravissima guida, molto competente e preparata e con la sua narrazione interessante e ricca di spunti sulle diverse isole. Un barcone ci traghetta da San Domino a San Nicola, la più storica tra tutte le isole dell’arcipelago. L’ultima isola, tanto distante da non essere vista dal nostro punto di osservazione, ma anche per la sua piattezza, è Pianosa. Carmela, che abita a Peschici, ci racconta che dalla sua casa vede a volte da un lato tutte le isole fino a Pelagosa, già croata, dall’ altro la Maiella innevata; e allora le sembra di essere in preda a una allucinazione.

Sbarcati a San Nicola lentamente ci inerpichiamo sulla scalinata che conduce alle fortificazioni e al complesso abbaziale. La storia dell’arcipelago è complessa e tormentata, dai greci ai romani, dall’ originario insediamento benedettino ai cistercensi, dai lateranensi agli angioini ai borboni; luogo di confino e colonia penale. Qui furono relegati Paolo Diacono nel 780 esiliato da Carlomagno; un pugno di libici contrari alla colonizzazione italiana, ora sepolti in un cimiterino in fondo all’ isola di San Nicola; centinaia di omosessuali deportati da Mussolini per “ripulire” il territorio nazionale. Infine, nel 1987, l’inquietante mossa di Gheddafi che rivendica alla Libia le isole. Ma nel frattempo, dalla fine degli anni ’60, con il boom economico, era arrivato il turismo.

Faro Tremiti Isola di San Nicola. Il faro

Carmela ci fa intravedere i chiaroscuri di questo territorio: l’acqua bene primario per una società che vuol definirsi civile qui non c’è, o meglio arriva dalla terraferma. Qui tutto è trascurato. Lucio Dalla si era proposto come sindaco ma non l’hanno voluto. Quando teneva i suoi concerti sulla spianata dell’Abbazia i traghetti partivano anche di sera per portare la gente. E al riparo del torrione angioino il nostro gruppo si ferma a discutere. Lucio Dalla fa discutere.

Entriamo nella chiesa dalla bella facciata rinascimentale in pietra d’ Istria e subito ci colpisce il pavimento a mosaico dell’undicesimo secolo con grifi, uccelli, cervi, elefanti e motivi vegetali, in tutto simili a quelli coevi. La chiesa è spoglia come si conviene a una chiesa romanica ma è anche vero che le truppe francesi misero tutto a soqquadro portando via dipinti e altro! Rimangono il polittico ligneo intagliato in oro zecchino con la raffigurazione di tutti i santi del Gargano; il Cristo in croce, greco bizantino, con una espressione serena sul volto; la scultura lignea della Madonna molto venerata qui e portata in processione (ma questa più pregiata rimane al suo posto e in processione ci va la copia che si trova nella cappelletta). Attraverso i due chiostri, il cistercense e il lateranense, arriviamo al belvedere che fa spaziare lo sguardo verso l’alto mare aperto, il mare Adriatico. Qui il gruppo si frammenta per lo spazio libero da riempire a volontà; ci sarà prima dell’imbarco tempo per rilassarsi assaporando un boccone ma anche per l’esplorazione dell’isola che alcuni di noi percorreranno in lungo e in largo fino al  mausoleo dei libici deportati nel 1911; alcuni fino alla tomba di Diomede scavata nella roccia tra storia e leggenda.

IMG_7626 (1) Il pavimento a mosaico     Risultato immagine per isole tremiti chiesa romanica Polittico ligneo    IMG_7611 (1)  Santuario di S.ta Maria a Mare

 

Poi il bellissimo giro in barca in pieno sole intorno alle due isole principali, San Nicola e San Domino.  Nel versante sud di Capraia ci viene indicato il punto in cui è sommersa la statua di padre Pio da Pietrelcina, ma mi sembra difficile anche solo scorgerne i contorni; è a 14 mt di profondità, opera dello scultore Mimmo Norcia. Il profilo di san Domino, costellato di grotte, è emozionante. C’é la spiaggia dei Pagliai; la grotta delle Rondinelle; il faro molto mal messo che fu teatro dell’attentato del 1987 ricollegato alla demenziale rivendicazione di Gheddafi sull’ isola – ancora oggi però nel mistero a distanza di trent’anni e più – la grotta delle Viole; lo scoglio dell’Elefante; la punta delle Diomedee. Rientrando nel porticciolo di san Domino c’é ancora il tempo di fare un bagnetto nell’acqua freddissima dell’attigua caletta delle Arene.

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La cena di stasera viene anticipata per permetterci l’uscita in barca. Siamo a giugno e il sole é ancora alto, possiamo così ammirare dalla terrazza l’ammaliante visione dell’isola di San Nicola inondata di sole.

Viene poi il momento forse più emozionante dell’intero viaggio, la barca che si avvicina a motore spento alla punta delle Diomedee, in assenza di luna a rendere ancora più brillante e leggibile il firmamento. Avvicinarsi e restare in ascolto di centinaia di uccelli: suono inconfondibilmente avvertito come diverso dal canto dei gabbiani, simile piuttosto a un vagito infantile, veramente impressionante, indimenticabile. E tutto questo mentre sulla superficie del mare brillano impercettibili punti luminosi appena percepibili allo sguardo. Ci viene spiegato che si tratta del plancton, il che probabilmente dimostra l’ottimo stato di salute di questo mare.

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Mercoledì 5 giugno

Mattinata libera fino alla partenza per Peschici. Così ci dividiamo tra spiagge e pinete.

Poi risaliamo in albergo, dove ci vengono gentilmente messe a disposizione alcune stanze per rinfrescarci e ricoverare i bagagli fino al momento della partenza.  Ci vuole poco più di un’ora per attraversare il braccio di mare tra San Domino e Peschici ma lo scirocco infuria con onde sferzanti e davvero non vediamo l’ora di arrivare. Il mio vicino di posto, originario di Rodi Garganico, é qui con la sua compagna tedesca in vacanza e mi coinvolge nei suoi ricordi indicandomi dal mare il suo paese e la spiaggia dove, bambino, veniva ripreso in braccio alla Lollobrigida sul set del film “La legge” di Jules Dassin.

Finalmente entriamo nel porto di Peschici dove ci accoglie il delizioso Hotel Elisa, molto confortevole, gestito con grande professionalità e affabilità e arredato con gusto. Scopriamo tra i quadri appesi alle pareti un’opera di Alfredo Bortoluzzi, pittore e coreografo, artista tedesco formatosi nella Bauhaus di Dessau e vissuto a Peschici per 40 anni fino alla sua morte.  Chiacchiero un po’ con il titolare dell’albergo, che mi racconta di averlo conosciuto e di possedere diversi quadri dell’artista.

La cena è ottima, tutto gustoso e preparato con molta cura, sapori autentici soddisfano anche i palati più esigenti.

Concludiamo la giornata con una passeggiata nel centro storico, vivacemente animato

Giovedi 6 giugno

Dopo la prima colazione, servita con torte buonissime fatte in casa, Carmela ci raggiunge per la visita di Peschici, con partenza dal Cimitero, dove é la tomba – interamente decorata con mosaici – di Alfredo Bortoluzzi, qui sepolto insieme al suo compagno di vita, Fritz Lang (tenore, omonimo del famoso regista). Il piccolo mausoleo, interamente decorato a mosaico, è meta di turismo culturale anche da parte di numerosi turisti tedeschi. Bortoluzzi aveva scelto di vivere a Peschici dopo avere vagabondato per mezza Europa, e qui ha lasciato segni tangibili della sua opera artistica. Dopo la sosta al caffè in piazza, entriamo nel centro storico. All’interno della chiesa madre, singolarmente dedicata al santo profeta Elia, Alfredo Bortoluzzi ha creato la sua Via Crucis. Noi entriamo per vederla, il parroco apre le braccia sconsolato: Qui tutti vengono per Bortoluzzi, non per il Signore.  Lucia interviene a difendere le ragioni dell’arte e della bellezza come degne di uguale rispetto e attenzione. Carmela riferisce che il culto di sant’ Elia sarebbe legato all’ invasione delle cavallette come punizione divina, risolta secondo la leggenda dal miracolo della statua del santo portata in processione dai peschiciani.  Altri punti di interesse, la casa Libetta, il Castello (nient’altro che un recinto baronale), la chiesa del Purgatorio (affresco interessante sul soffitto, purtroppo notevolmente degradato). Prima di lasciare Peschici, ne approfittiamo per prendere  qualche souvenir. Trovo interessanti le ostie ripiene, dolce tipico del Gargano.

Tomba Alfredo Bertoluzzi Tomba di Alfredo Bortoluzzi

Magnifico pranzo al ristorante Maria, in collina, concluso con la torta a sorpresa per Renata, che oggi festeggia il suo compleanno. A tavola racconto a Carmela del libro Pan’ e Pomodor di Ian Mc Ewan. Il paesaggio del Gargano con la sua bellezza selvaggia ci accompagna nelle ultime ore di viaggio. Un’ultima sosta ci darà la possibilità di riammirare la sempre affascinante installazione di Edoardo Tresoldi nel sito della magnifica basilica paleocristiana di Santa Maria di Siponto.                                                                

Viaggio a Lesina, isoleTremiti, Peschici. Programma

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 3 – 6 giugno  2019

Le Tremiti di Lucio Dalla

“Questo posto favorisce il mio modo visionario di raccontare il mondo e poi aiuta a sognare, soprattutto quando c’è un meraviglioso cielo stellato che puoi vedere uguale solo nel Sahara”.

Lesina

Bauhaus a Peschici 

Programma

Lunedì 3 giugno Ore 7.30. Partenza da Largo Sorrentino – 7.45 Largo 2 Giugno

ore 10.30 Il lago di Lesina, salato in superficie e dolce in profondità, una sosta per tutti gli uccelli di passo  sulle rotte migratorie dal Nord Africa al Nord Europa:  cavalieri d’ Italia, folaghe, aironi e fenicotteri, cigni, cormorani.

Centro visite: acquario,  terrario con tartarughe, collezione di oggetti di uso quotidiano legati al mondo della pesca e della caccia nel passato

Trasferimento a Termoli per l’imbarco e partenza alle ore 15:45  per le Isole Tremiti.

La nave che effettuerà il trasferimento è l’Isola di Capraia. Arrivo a San Domino alle ore 17:00

Cena e pernottamento in hotel Eden, tel.0882 463211 

Martedì  4 giugno 

Ore 08.00; sveglia e prima colazione

Trasferimento in motobarca isola di S. Nicola: la fortezza-abbazia di Santa Maria a Mare, abitata dai Benedettini Cassinesi, dai Cistercensi e dai Canonici Lateranensi e utilizzata persino come colonia penale in epoca più recente.

Tempo libero per il pranzo.

Nel pomeriggio escursione in motobarca per la visita delle isole. Sosta bagno dalla barca.

Nel tardo pomeriggio rientro in hotel. Cena e pernottamento.

Facoltativa e con meteo favorevole escursione notturna in barca. Alla scoperta delle diomedee.

Mercoledì 5 giugno

Ore 08.00;  sveglia e prima colazione
Tempo libero per il mare e pranzo.
Nel pomeriggio ore 16.15 circa  trasferimento al porto con i bagagli per Peschici

Arrivo al porto di Peschici e consegna delle camere presso Hotel Elisa Tel.  0884 964012
situato a pochi metri dallo sbarco. Cena e pernottamento

Giovedì 6 giugno

Ore 08.00;  sveglia e prima colazione
Peschici  la “Perla del Gargano”:  Alla scoperta del Bauhaus e di Alfredo Bortoluzzi.
Pranzo “ da Maria”-  0884 911112

Ore 19.00/20.00  Arrivo a Bari Largo 2 Giugno – Largo Sorrentino

Lucia Aprile 338.6092628  – 339.4029450;  Angela Mengano 338.4639612; Autista 377.5104189


ADIRT – Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio-  Via Abbrescia 45/47  BARI
Tel. 338.6092628    339.4029450    338.4639612    info@adirt.it   www.adirt.it

Diario di viaggio. La Tuscia. Marzo 2019

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      Diario di viaggio

     LA TUSCIA

     28 – 31 marzo 2019

 A cura di Angela Mengano

Il clou del nostro viaggio è centrato sull’incontro, fissato per sabato, con Graziella Chiarcossi, cugina di Pier Paolo Pasolini e moglie di Vincenzo Cerami, noto scrittore e sceneggiatore. L’abbiamo conosciuta a Bari, qualche mese fa, e da questo incontro è nata l’idea di una visita a Torre di Chia (Viterbo), nella casa-rifugio che permise al poeta di allontanarsi dalla città per lavorare come desiderava, in mezzo alla natura, negli ultimi anni di vita. Fu il luogo dove scrisse Lettere luterane e Petrolio, l’ultimo libro rimasto incompiuto.

Giovedi 28 marzo

Il gruppo in partenza da Bari è composto da 28 partecipanti; abbiamo a disposizione un pulmann da 32 posti che ci permetterà di muoverci in modo più snello nella viabilità a volte impegnativa delle piccole tortuose strade dell’interno. Pausa caffè verso Mirabella Eclano, pausa pranzo in autogrill quando siamo già nel Lazio. La prima meta é Orte, blocco di roccia tufacea che si avvista con una certa emozione da lontano.  E subito, come un pugno nell’occhio, la visione è turbata nello scorgere proprio davanti al bel profilo della città un brutto palazzo, forse anni ’60, costruito in barba a ogni criterio di estetica ancor prima che al rispetto della legge. La stessa emozione disturbata che dovette provare Pasolini il quale – nel documentario RAI del 1973 – sceglie di parlare della forma della città per lanciare strali contro un abusivismo edilizio che già allora, negli anni del boom economico, cominciava a manifestarsi deformando e imbruttendo il paesaggio.  In paese ci aspetta Riccardo Arseni, che ci farà da guida per tutto il pomeriggio. Nel frattempo ci hanno raggiunto Michele e Patrizia che parteciperanno con noi alle escursioni programmate. Qui a Orte visitiamo la città sotterranea, con l’affascinante colombaia, il pozzo di neve raccolta sui monti circostanti, utilizzato come frigorifero per alimenti e farmaci, la cisterna di acqua verdissima; dai belvedere affacciati sui fianchi della roccia si gode di una magnifica vista sul Tevere, e Riccardo ci indica in basso reperti archeologici dell’antica Orte, e in lontananza l’Umbria.

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Nel centro storico, tanti punti d’ interesse come la chiesa di San Silvestro, con il magnifico campanile romanico; la quattrocentesca Casa di Giuda, così detta per essere appartenuta a un personaggio traditore della comunità, al quale vennero perciò confiscati i beni; il cinema dedicato a Filoteo Alberini, pioniere della cinematografia mondiale, inventore della prima macchina cinematografica, il kinetografo, nell’anno precedente all’invenzione dei fratelli Lumiére. La guida Riccardo, vedendomi prendere appunti, di tanto in tanto mi sprona a modo suo: Scrivi Giovanna, scrivi… A Orte, ci dice, 800 sono gli abitanti rimasti (al che Franca F.  aggiunge sottovoce: Più noi, 829). Una veloce visita alla Cattedrale, nella piazza principale, poi l’assaggio di un gelato buonissimo. Un piccolo bassorilievo posto come architrave su di una porta desta la nostra attenzione; raffigura, ci dice Riccardo, i sette dormienti, forse in riferimento al martirio dei sette dormienti di Efeso. Da stasera pernottiamo al Balletti Hotel di San Martino al Cimino, lo stesso che ci ospitò sei anni fa. La cena è nel ristorante “La Tavernetta del Cavaliere”, annesso all’Hotel ma anche aperto alla clientela esterna, veramente eccellente.

Venerdi 29 marzo

Anche Vitorchiano, come Orte, ha origini etrusche. La visita alla città, presente nella hit parade dei borghi più belli d’ Italia, inizia di buon mattino con la nostra guida, la brava e vivace Chiara Zirino. Anche nel viaggio di sei anni fa in Alto Lazio avevamo programmato di venirci, se la neve caduta abbondantemente non ce lo avesse impedito.  Per una prima impressione del luogo da un punto di osservazione strategico, Chiara ci conduce al belvedere su cui campeggia il Maori, gigantesca scultura realizzata nella caratteristica pietra locale – il peperino – da undici maori giunti fin qui dall’Isola di Pasqua e ospiti di una puntata del programma TV “Alla ricerca dell’Arca” nel 1990. Prima di spostarci dal belvedere non ci sottraiamo al rito coniato per i turisti: toccare l’ombelico del Maori porta fortuna.

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 Da questo punto di osservazione Vitorchiano appare uno straordinario e armonico insieme di case e roccia peperina. Chiara ci indica in lontananza, in posizione scoscesa, un puntolino bianco: é la chiesetta di san Michele, aperta solo l’8 maggio nella ricorrenza della festa del santo. Paese festaiolo, Vitorchiano; ce ne sono tanti di eventi e sagre, tra cui “Peperino in fiore”, dedicato alla floricoltura, con la presenza sul posto di un centro botanico con la più vasta collezione di peonie che si conosca. Peccato non poterle vedere, ci dice Chiara, perchè al momento non ancora fiorite! Dal belvedere ci spostiamo in paese. Osservando le mura di cinta della città, Chiara ci fa notare la merlatura ghibellina a coda di rondine. Entriamo nella parte rinascimentale del borgo da porta Roma, lato sud.  Sosta imperdibile al bar per gustare il “caffè con la cremina”, poi percorriamo via Arringa, la più larga del paese. Qua e là, sulle porte, stemmi in peperino: quello con lupa romana ci ricorda l’antica amicizia tra Vitorchiano e Roma (il Senato Romano la proclamò “terra fedelissima all’ Urbe”).

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Sulla piazza domina il Palazzo comunale, realizzato dai maestri comacini.  Alcune locandine affisse alle pareti ci raccontano del rapporto di Vitorchiano con il cinema (scene girate qui, con Gassman e Montesano da Armata Brancaleone di Mario Monicelli e da Il prode Anselmo e il suo scudiero di Sergio Corbucci).  Ad un lato della piazza un abbeveratoio per gli animali.  In tutta la Tuscia – ci racconta Chiara – come peraltro in vaste zone della penisola, esisteva un mestiere oggi dimenticato, quello delle lavandaie. Notevole la monumentale fontana a fuso, in stile viterbese, con il giglio dei Farnese; curiosa una iscrizione datata 1320, posta nella parte inferiore della Torre dell’Orologio, alle spalle della fontana, che reca inciso a caratteri gotici un bando municipale che vieta agli assassini e ai traditori di dimorare nel Comune.  Saliamo in cima alla Torre medievale, molto ben restaurata, per poi ridiscendere al primo piano nella Sala Consiliare, ricca di bei dipinti.

IMG_2827  IMG_2679 Fontana monumentale

Merita  una sosta la trecentesca chiesa di Santa Maria Assunta:  bel campanile; facciata munita di riccioli, da Chiara presentati come “ gattoni rampanti” e qui scopro la mia ignoranza in materia: termine architettonico a me sinora sconosciuto, si  impara sempre qualcosa di nuovo;  tavola  con l’immagine della Madonna,  ritrovata  da  contadini, che è occasione per ricordare la tradizione tutta locale delle madonne “vestite” portate in processione in macchine monumentali lignee appositamente costruite, per lo più settecentesche. Sull’ altare un Crocifisso che, all’epoca del restauro, ha rivelato anche l’identità dell’autore per il ritrovamento fortuito, all’interno della statua, di un biglietto con nome e data: Giovanni Parisino fecit, 1590.  Percorrendo le strade, Chiara ci indica ancora alcuni edifici interessanti anche da un punto di vista storico, come la Casa del Vescovo, con il caratteristico “Profferlo” (monumentale scalone esterno); la Casa della Maga; la Casa del Rabbino; la Porta della Vergogna. La sosta pranzo al Just, attiguo a un centro commerciale appena all’esterno dell’abitato di Vitorchiano, prelude alla visita del Monastero dove le monache trappiste, in un’oasi di pace e silenzio, producono gustose marmellate artigianali e varie altre golosità che vale la pena di assaggiare e portar via.  Elisa sceglie il Coenobium, prodotto con metodo naturale dalle stesse trappiste, vino che stasera con gesto squisito offrirà a tutta la compagnia per un allegro brindisi.  Per la visita di Soriano nel Cimino abbiamo appuntamento con Fabrizio, componente di una cooperativa di laureati nella facoltà di Beni Culturali dell’Università di Viterbo nonché narratore di comunità, davanti all’imponente cancellata sormontata da un arco di pietra del Palazzo Chigi Albani. Edificio che secondo Italia Nostra sarebbe a rischio di crollo, causa stato di abbandono per il succedersi nei secoli di proprietari diversi, Altemps, Albani, Chigi.  Ma fu Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento, ad avviarne la costruzione. Insignito dal Papa del feudo di Soriano come premio per avere ospitato a Trento il Concilio, fu uomo di corte, grande mecenate e amico di letterati, dotato di grande gusto estetico (anche il bellissimo Palazzo delle Albere a Trento, intravisto dal MUSE quando lo abbiamo visitato nel 2013 era stato fatto da lui costruire). Tiziano ne fece un ritratto.  Per un approfondimento sulla sua figura andrebbe letto il lavoro di Carla Benocci sugli Otia dei Madruzzo, segnalatoci da Fabrizio.  Il palazzo Chigi Albani nel 2005 diviene proprietà del Comune di Soriano, che ne ha avviato il recupero. Purtroppo allo stato attuale non é visitabile; possiamo solo ammirare in tutto il suo splendore la Fonte Papacqua con le sculture monumentali su temi mitologico-allegorici che mi hanno fatto pensare alle bizzarrie della vicina Bomarzo. E alla fine le scuderie, che ospitano il centro documentale-biblioteca Tusciae Res e la pinacoteca Lucio Ranucci, artista locale di forte impatto espressivo, che ha operato in prevalenza nei paesi latino-americani (evidente nelle sue opere é l’influsso dei muralisti messicani).

Prima di lasciarci (ma con lui saremo ancora insieme domani a Chia) Fabrizio ricorda il sogno di Pier Paolo Pasolini, da lui a lungo coltivato e sostenuto,  della nascita di  una Università della Tuscia, con sede a Viterbo, che in effetti è stata creata nel 1979. Stasera a cena ho apprezzato particolarmente, tra gli altri ottimi piatti, la  minestra di ceci e cicorie. E dopo il già citato brindisi con il Coenobium delle suore trappiste offerto da Elisa, intermezzo musicale al pianoforte, con canzoni e inni.

Sabato 30

Dal Balletti Hotel di San Martino a Torre di Chia, dove Eleonora ci guida lungo un sentiero boscoso che porta alle cascate, luogo scelto da Pasolini per girare la scena del Battesimo di Gesù nel Vangelo secondo Matteo.

IMG_2777 Torre di Chia

Racconta Enzo Siciliano nel suo “Vita di Pasolini”, ”..il  Giordano venne trovato tra Orte e Viterbo in una fessura scavata da un torrente tra rocce aspre e selvagge..”.  Del castello di Colle Casale o di Chia si hanno notizie sin dal 1220-60 circa.  Pier Paolo, venendo a girare qui, scoprì il rudere in stato di abbandono e se ne innamorò; ritornandoci spesso, qui veniva a disegnare, si sentiva libero di lavorare lontano dal chiasso della città, finchè riuscì ad acquistare la torre all’inizio degli anni ’70, affidando il progetto di ristrutturazione a Dante Ferretti, grande scenografo e suo collaboratore in tanti film. Eleonora ci raccomanda di fare attenzione al fango che in qualche punto rende scivoloso il terreno. Lo scenario è evocativo e emozionante.

IMG_2756 Cascatelle

Dalle cascatelle raggiungiamo il primo dei vecchi mulini, tornando poi sui nostri passi per la proiezione – introdotta da Fabrizio (nostra guida ieri a Soriano) – del bellissimo “Pasolini e la forma della città”, di cui avevamo già parlato nel corso della nostra visita a Orte.  Negli ambienti luminosi della casa-torre, Graziella Chiarcossi ci accoglie con generosità e ospitalità squisite.  Una corrente empatica scorre tra noi mentre parliamo – dopo un gradevole break a base di cose buone e un buon bicchiere di vino – di tanti argomenti, ripercorrendo la vita e le opere di Pasolini..il lavoro di Graziella nella Fondazione intitolata al poeta…il parco letterario, che fatica a decollare per le solite ragioni di burocrazia e di miopia… e tanto altro.  Alla domanda se lei vede degli eredi di Pier Paolo, Graziella risponde di no, che crede piuttosto nei maestri; lei, filologa, ha avuto Aurelio Roncaglia, Pier Paolo aveva Roberto Longhi; ma quanti ce ne sono oggi di questi? Tra domande e riflessioni il tempo vola, arriva il momento di ripartire. Ringraziamo Graziella, salutandola con l’augurio di rivederla presto.

IMG_2789 L’ospitalità di Graziella Chiarcossi

Seduti ai tavolini del caffè di Soriano inondati di sole, nella piazza principale di fronte alla collegiata di san Nicola aspettiamo che ci raggiunga Valerio, per salire con lui dall’arco monumentale che immette nella città vecchia fino al Castello. Mentre avanziamo, Valerio ci dà alcuni cenni storici su Soriano, prendendo spunto da quello che incontriamo lungo la strada (chiese, fontane, palazzi) e inserendo nel racconto tasselli inediti, per esempio sui personaggi che hanno amato e frequentato Soriano (Fabrizio De André, Luigi Pirandello..).  Il Castello si erge imponente davanti a noi: fu fatto costruire da Papa Niccolò III Orsini, che Dante colloca nel girone dei simoniaci (Inferno canto XIX) per aver egli brigato in modo da favorire i più stretti parenti; donde il termine “nepotismo”.

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Grandioso il panorama che si distende sotto i nostri occhi dagli spalti del Castello; é plausibile che l’Orsini abbia scelto Soriano come borgo fortificato per difendersi da possibili attacchi esterni. In fondo alla pianura, in basso di fronte a noi, si può scorgere la sagoma slanciata della Torre di Chia, e in lontananza il monte Soratte, che avevamo già avvistato da Caprarola nel 2013, andando a visitare palazzo Farnese; ma anche il Terminillo..le Marche..il Gran Sasso. Valerio ci mostra   le anguste celle che da metà Ottocento fino agli anni 80 del secolo scorso ospitarono detenuti.  Ci fa notare il verso dei blocchi nelle murature del castello, che se disposti verticalmente rivelano una costruzione più antica.  In ultimo c’è da vedere la sala delle armi, (architettura nordica, azzarderei normanno-gotica) con volta di ingresso affrescata con motivi tardo- rinascimentali. Concludiamo la visita al Castello con un fuori-programma molto simpatico, una bella mostra, “Dagli Organetti alle Macchine Parlanti fino al vinile”, curata da Mario Valentini, appassionato collezionista di una messe immensa di strumenti per la riproduzione musicale, dai dischi di cartone forati agli organetti ai fonografi a tromba fino alle vecchie radio e ai juke box che hanno accompagnato la nostra giovinezza. Siamo eccitati e divertiti mentre il bravissimo curatore ci fa riascoltare canzoni del tempo che fu, e alla fine ci lanciamo in un allegro vortice di danza.  Bernardo – folgorato come tutti da tanta musica – organizza una serata musicale a base di vecchie canzoni, con l’aiuto di Google per la ricerca dei testi. Così dopo cena ci riuniamo nella hall, la direzione ci autorizza ad aprire il pianoforte e il concerto ha inizio, con tanto di accompagnamento corale, nell’allegria generale.   E per l’occasione mi metto in lamé.

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Domenica 31

La partenza – e il saluto al confortevole Balletti Hotel di San Martino al Cimino – non impedisce a uno sparuto drappello di cinque valorosi di aprire la giornata con la “camminata meditativa” proposta da Bernardo e che noi tutti ci ripromettiamo, con maggiore o minore convinzione, di fare prima o poi. Volgiamo sulla via del ritorno. L’ultima tappa é Montecassino, da Gregorovius definita “Atene medievale nella notte di molti secoli”.  La gradevolissima pausa – pranzo al Querceto, azienda a carattere familiare dove ci vengono offerte tante cose buone e genuine in mezzo agli alberi, è una buona premessa per affrontare, con la guida di Anna Maria Priora, la salita all’ Abbazia, ricostruita integralmente dopo il bombardamento che la rase al suolo.  La collina è tutta rosseggiante di alberi di Giuda che evocano la leggenda cristiana.  E la guida viene incontro a tutte le nostre curiosità, raccontandoci di Marco Terenzio Varrone e della sua villa ormai invasa dalle erbacce; e di   Numidia Quadratilla,  (I sec. d.C., una donna costruttrice nell’antichità classica!) che fece costruire a sue spese l’Anfiteatro e il Tempio per la popolazione di Cassino. La strada intanto interseca elementi interessanti, tra cui il teatro romano, la Rocca Janula, imponente fortezza medievale, il monumento alla pace di Umberto Mastroianni, che si distingue appena da lontano, nel paesaggio roccioso, come una macchia indistinta di color cioccolata: rappresenta l’implosione di una bomba, e oggi il suo valore fortemente simbolico é mortificato in ugual misura dall’incuria e dall’ infelice collocazione: poteva essere trattato con più riguardo!

IMG_2855  Abbazia di Montecassino

Scopriamo che l’Abbazia sorge a 575 metri sul livello del mare, anche se la posizione dominante la fa sembrare molto ma molto più alta!  La guida ci ricorda la vicenda tragica della battaglia di Montecassino nella seconda guerra mondiale, come non fossero bastate le prove che la storia le aveva riservato, se è vero (come é vero) che ben quattro volte l’Abbazia venne distrutta, dai Longobardi prima (580 d.C.), dai Saraceni poi (nell’ 883), a causa di un terremoto (1349) e infine per la quarta volta nell’inverno del 1944 a causa del bombardamento alleato. E’ significativo notare come al momento della ricostruzione i cittadini vollero che ancor prima della città rinascesse l’Abbazia, ricostruita com’era e dov’era.  La nostra guida, molto brava e competente (scoprirò tra l’altro che ha fatto una tesi su Ildegarda di Bingen!! ) ci accompagna nella visita e insieme a una serie di informazioni  sulla storia di questa grande abbazia fondata da san Benedetto ci fa notare una serie di punti interessanti:  nel primo chiostro dedicato a san Martino di Tours  la statua di Attilio Selva raffigurante la Morte di San Benedetto, donata da Konrad Adenauer per riconoscenza verso i monaci;  la Loggia del Paradiso con il belvedere affacciato sulla valle del Liri e il chiostro detto del Bramante con  la cisterna  e le due statue di san Benedetto e Santa Scolastica;  in cima alla scalinata il chiostro dei Benefattori circondato dalle statue di papi e sovrani munifici con l’ Abbazia, tra cui Carlomagno e i genitori di san Benedetto  e santa Scolastica;  il portale della chiesa, fatto realizzare a Costantinopoli (1066);  nella chiesa, che andò interamente distrutta nei bombardamenti, solo il pavimento rimase intatto perchè protetto dalle macerie del tetto crollato; sulla facciata interna,  il grande  affresco perduto di Luca Giordano é stato sostituito da  La gloria di san Benedetto  di   Pietro Annigoni;  l’opera di ripristino delle decorazioni fu da lui portata avanti negli anni ’80 e per soli quattro anni fino alla sua morte;  ora  viene proseguita, ma a rilento, da Sergio Favotto, artista con  studio a Venezia. Last but not least, va ricordata la biblioteca, un patrimonio di valore incalcolabile di oltre 200.000 volumi, miracolosamente salvati insieme a una serie di documenti e valori trasportati in tempo utile con 17 camion messi a disposizione dai tedeschi a Roma, in Vaticano, quindi in territorio neutrale. Oggi non è accessibile al pubblico ma solo agli studiosi.  Questa immensa ricchezza, del resto, é affidata alla custodia di pochi monaci, quelli rimasti ancora oggi nell’Abbazia, il cui numero non sembra noto ma pare ammonti a poche unità.

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Viaggio nella terra di P.P.Pasolini

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Pier Paolo Pasolini nella sua terra di adozione: la Tuscia

da Giovedì 28 a Domenica 31 marzo 2019

Pier Paolo Pasolini nella sua terra di adozione: la Tuscia, una terra che conserva ancora il senso della bellezza e  dove a Torre di Chia Pier Paolo realizza la sua “casa di luce”, aiutato da Dante Ferretti.
Qui Pier Paolo Pasolini visse spesso negli ultimi anni della sua vita.
Qui lavorò al romanzo rimasto incompiuto, Petrolio (Einaudi, 1992) e a molte delle sue Lettere luterane.

Programma

Giovedì 28. Bari, ore 7.30  partenza da Largo Sorrentino – 7.45 da Largo 2 Giugno

Ore 15.00. Arrivo a Orte: il Labirinto degli antichi acquedotti millenari, dagli Etruschi sino al Rinascimento, testimonia una vita dove, in assenza di tecnologia, l’uomo riusciva comunque a vivere sfruttando le caratteristiche dell’ambiente naturale.
Ore 18.00.  San Martino  nel Cimino. Park Hotel Balletti  Tel. 0761.3771
Cena e pernottamento in albergo

Venerdì 29 

Ore 7.30   sveglia e prima colazione

Ore 9.00   per Vitorchiano, il borgo medievale: mura, torri, case costruite a strapiombo sulle rupi di peperino, la fontana a fuso, il Moai, l’unico al di fuori dell’Isola di Pasqua, scolpito negli anni ‘90 da undici veri Maori.

Pranzo libero
Nel pomeriggio: le  Scuderie di Palazzo Chigi Albani
Cena e pernottamento in albergo

Sabato 30

Ore 7.30   sveglia e prima colazione
Ore 9.00   per la Torre di Chia: “il paesaggio più bello del mondo”, lo scenario ideale per girare la scena del battesimo del Vangelo secondo Matteo. Le cascatelle, i vecchi mulini, il Castello.
Incontro con Graziella Chiarcossi Cerami
Nel pomeriggio: Castello Orsini  di Soriano
Cena e pernottamento in albergo

Domenica 31
ore   7.30
                    sveglia e prima colazione

ore   9.00                    partenza per Montecassino

ore 12.00                    pranzo presso agriturismo nella campagna di Montecassino .

ore 14.00                    Visita dell’Abbazia

ore 21.00/22.00      Arrivo a Bari Largo 2 Giugno– Largo Sorrentino

Lucia Aprile 338.6092628  339.4029450  Angela Mengano 338.4639612 Autista 377.5104189

ADIRT- Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio-  Via Abbrescia 45/47  BARI
Tel. 338.6092628    339.4029450    338.4639612    info@adirt.it           www.adirt.it

Viaggio d’Autunno. Livorno e Pisa

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Viaggio d’Autunno. Livorno e Pisa 

27 novembre – 1 dicembre 2018

 a cura di Angela Mengano

La partenza – come sempre modulata tra largo Sorrentino e largo Due Giugno- è fissata tra le 7.00 e le 7.10 di martedì 27 novembre, in modo da arrivare in tempo utile a Santa Severa (RM) per la visita del Castello.

Sosta in autostrada nei pressi di Avellino per permettere lo scambio tra i due autisti. Superato il GRA e imboccata la strada per Civitavecchia raggiungiamo il Castello di Santa Severa, dove ci attende la nostra guida, Sara. Ed ecco l’imponente mole del castello, testimone di storia plurimillenaria. Fu in età etrusca l’antica Pyrgi, porto di Caere (odierna Cerveteri), porto “emporico”, luogo strategico di scambi e contatti tra diverse culture, poi colonia romana, in seguito borgo medievale dominato dal castello e intitolato alla martire protocristiana Severa. L’ordine Ospedaliero di Santo Spirito (caratteristico e onnipresente nel sito lo stemma a doppia croce biansata) ne fu proprietario per secoli. Attraverso i due archi, certamente costruiti per accogliere ed onorare papi e personalità di prestigio, si passa nella piazza della Rocca. Il castello (facente parte di un sistema difensivo iniziato da papa Leone IV contro il pericolo saraceno) non è visitabile, ma sono molto interessanti gli scavi che nella Casa del Nostromo, attraverso lastre trasparenti, lasciano intravedere, più in basso del piano di calpestio, alcuni sarcofaghi. In un altro lato della piazza sono visibili i resti di una Basilica paleocristiana edificata due secoli dopo la morte di Severa. Begli affreschi (scuola del pittore Antoniazzo Romano) nel Battistero (Santa Severa presenta il committente Gabriele de Salis alla Madonna in trono), e la scena di ritorno in porto con apparizione miracolosa di santi; particolarmente suggestivi i misteriosi graffiti votivi che raffigurano profili di navi del XIV e XV secolo, piccolo archivio di iconografia navale. Nella Chiesa parrocchiale dell’Assunta, tra due colonne in marmo cipollino, il grande quadro con l’Assunta tra le Sante Marinella e Severa (con il castello ben visibile sullo sfondo). Nel “cortile delle Barrozze”, area per stipare il grano, la guida Sara sottolinea che questo non è mai stato un castello di “principi e raperonzoli” ma di preti e contadini! Completiamo la visita con il Museo del Mare e della Navigazione antica e con l’Antiquarium, nel quale spiccano le tre tavolette auree di Pyrgi (qui solo riprodotte, mentre gli originali sono conservati al museo etrusco romano di Villa Giulia).

Qualche ora di viaggio e siamo a Livorno, nel magnifico Grand Hotel Palazzo, dalle cui   finestre, affacciate sul lungomare, si può scorgere l’isola Gorgona e, proprio di fronte all’albergo, la Terrazza Mascagni e i Bagni Pancaldi, residuo di Belle époque. Una buona cena con risotto alla marinara, insalatina di calamari e tartellette alla frutta conclude in bellezza la prima giornata del nostro andare.

Mercoledi 28 novembre

L’appuntamento con Fabrizio Ottone, nostro “Virgilio” nella scoperta di Livorno (verve e cultura, personalità notevole, è il presidente dell’Associazione Guide Labroniche), è in piazza del Luogo Pio, dove i livornesi si danno appuntamento semplicemente dicendosi Ci vediamo a Crocetta, dal nome familiarmente dato alla piazza. Da qui inizia il giro in battello attraverso i canali del quartiere Venezia (i cd. Fossi medicei), lungo un perimetro che – scopriremo presto – ha la forma di un pentagono. E’ il cuore di una città che il grande Bernardo Buontalenti progetta con un sistema di fossati e bastioni, ripopolata con l’ emanazione delle leggi livornine, con cui si invitavano nella nuova città mercanti di qualsivoglia Nazione, Levantini, Ponentini, Spagnuoli, Portughesi, Greci, Todeschi et Italiani, Hebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani et altri, e richiamando mercanti da ogni angolo del mondo, con l’espansione dei commerci e il soggiorno di numerose comunità straniere, le cd Nazioni,  favorirono la fioritura delle arti e delle lettere insieme a un clima di tolleranza religiosa davvero speciale, almeno fino all’ Unità d’ Italia. Fu così che Livorno si trovò ad avere una delle comunità ebraiche più importanti, unica città senza ghetto (da ricordare, tra gli ebrei livornesi illustri, Amedeo Modigliani ed Elio Toaff). A spasso per i canali, rallegrati da un  bel  cielo azzurro, ci godiamo la sfilata  di palazzi, mura fortificate, cantine, costruendoci una nostra idea della città attraverso le parole di  Fabrizio: l’intervento di esperti chiamati da Venezia per costruire una città sull’acqua; il cantiere dei fratelli Orlando produttori di corazzate ormai ridotto a  rudere e rimpiazzato da un  cantiere che produce yacht di lusso; il faro, che qui viene detto “Fanale”, costruito nel XIV secolo dalla Repubblica di Pisa, distrutto dai tedeschi in ritirata alla fine della seconda guerra mondiale; la Fortezza Vecchia, che Cosimo I de Medici elesse a  propria residenza quando si recava a Livorno; il monumento ai Quattro Mori, simbolo della città; il passaggio nel tunnel sottostante alla enorme piazza della Repubblica, detta del Voltone perchè in realtà copre con una grande volta le acque del Fosso Reale che da sopra  si vedono  scorrere attraverso grate;  il quartiere Ovosodo, che il regista Paolo  Virzì ha fatto conoscere al pubblico;  la burla  delle false teste di Modigliani ripescate nei canali;  la storica rivalità tra Livorno e Pisa (nata da quando la seconda decadde al sorgere e affermarsi della prima).

Ritornando sui nostri passi, visitiamo la Chiesa di san Ferdinando, uno dei tre gioielli barocchi della città: facciata povera ma interno fastoso, alla maniera del barocco toscano, più vicino a quello romano, non abbastanza ardito ma oggi rivalutato. Sull’altare non un Cristo ma un Angelo – unica figura comune ai tre monoteismi – nell’atto di  liberare due schiavi uno cristiano  e uno moro;  pavimento policromo di marmi toscani in forma radiale. La chiesa sorge in piazza del Luogo Pio, occasione per Fabrizio di citarci il detto popolare “Le ragazze del Luogo Pio mangiano pregano e pensano a Dio” collegato alla originaria destinazione del luogo ad assistenza delle fanciulle povere. Percorrendo la cosmopolita via della Madonna, singolare per la presenza di ben tre chiese punto di riferimento delle varie  comunità nazionali, arriviamo al Mercato delle Vettovaglie (quasi di fronte, in piazza delle Erbe, è la casa di Pietro Mascagni; suo padre aveva una panetteria, una delle più rinomate della città). Il Mercato, grande edificio in stile Liberty, ha tre sale, la prima chiamata pagoda, dove viene battuta l’asta del pesce,  l’altra per verdure , uova e pollame, e la centrale, sulle cui pareti fanno bella mostra di sé le cariatidi di Lorenzo Gori, raffiguranti le “gabbriciane”, contadine che dal Gabbro (luogo natale della cantante Nada, ma anche legato alle vicende artistiche di uno dei Macchiaioli più rinomati come Silvestro Lega) portavano  i prodotti del territorio da vendere in città. Qui Fabrizio ci dà lezioni (etimologia compresa) di cacciucco e ponce, specialità livornesi. A Livorno dicono: Siamo un cacciucco di gente. Del primo faremo esperienza nella cena di domani sera, per il secondo l’occasione arriva subito, nella pausa pranzo, tra i banchi del mercato, gustando un buon primo caldo con l’accompagnamento di un calice di vino e – appunto – di un consolatorio ponce.

Lentamente ritorniamo sui nostri passi verso l’autobus. Sosta doverosa davanti alla  facciata  del Teatro San Marco, che ospitò nel 1921 il congresso costitutivo del Partito Comunista d’Italia. Tristi riflessioni sulle ininterrotte pulsioni scissionistiche della sinistra. Oggi è un rudere, in parte restaurato per ospitare un asilo e non so che altro.  Ore 15.00.  Siamo in partenza per l’escursione del pomeriggio al Santuario di Montenero. Percorriamo il lungomare sud punteggiato di edifici e “bagni”  ottocenteschi fino a imboccare la strada che sale verso il santuario.  A mezza costa appare, sulla destra,  una specie di enorme cubo di cemento: il faraonico mausoleo della famiglia Ciano, ci viene spiegato, che avrebbe dovuto dominare Livorno dal colle Monteburrone, ma che non fu mai portato a termine. Montenero è oggi la Beverly Hills dei livornesi (di  quassù, se l’aria è tersa, lo sguardo spazia fino alla Torre di Pisa e  alle  Apuane) ma nel medioevo era zona di eremiti e come  spesso avviene in questi casi, l’origine del santuario è ammantata di leggende che riportano il ritrovamento da parte di  un pastorello di un dipinto raffigurante la Madonna;  portato sul  colle poi nascosto in circostanze misteriose, forse rifiutato in quanto non canonico dalle autorità religiose pisane ed infine messo trionfalmente al centro della edificazione del santuario. Una cosa è certa però: per i livornesi oggi, anche se atei, la Madonna di Montenero non si tocca. Anche perchè nel frattempo è stata insignita – da cinquant’anni a questa parte –  del titolo di patrona dell’intera regione toscana, nonché  copatrona della città di Livorno insieme a  santa Giulia. E a Livorno se si è scampati a un serio pericolo si suole dire: Devi andare a piedi a Montenero ad accendere un cero alla Madonna. In ogni caso, a parte la devozione, il luogo merita, per il Famedio (dove è sepolto il pittore Giovanni Fattori e dove vengono ricordati, tra gli altri, Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni) e soprattutto per la straordinaria e sterminata raccolta di ex-voto (circa un migliaio) a partire  dal ‘700. Nell’altare principale della chiesa – altro esempio importante del  barocco toscano – è  il dipinto originale della madonna di Montenero. Vecchi santini risalenti ad anni anteriori al furto degli anni ’70 la raffigurano riccamente ingioiellata. Prima di cena, piccola riunione allargata del gruppo di lettura, nel saloncino della reception, per discutere e votare i libri del mese di Fahrehneit.

Stasera non ceniamo in albergo, ma in un locale in zona porto, Le volte, con un insolito allestimento fatto di ombrelli multicolori e, naturalmente, un profluvio di sapori marinari. Buona la frittella di bianchetti,  ottimo il fritto di calamari e gamberi reso leggerissimo dall’impanatura in farina di riso.

Giovedi 29 novembre

Dopo colazione, Villa Mimbelli che, a due passi dal nostro albergo, ospita il museo civico Giovanni Fattori . Ci affascina non solo per  il contenuto (i Macchiaioli – secondo Giulio Cesare Argan “il  movimento artistico italiano più impegnato e costruttivo dell’Ottocento) ma anche per  il contenitore (villa con grande parco e orto botanico), espressione del gusto di un ricco mercante di origine dalmata. Stile eclettico usato nelle sale e salette per stupire mescolando vari stili; interessanti dettagli nelle lunette affrescate da Annibale Gatti: puttini con oggetti tecnologici – macchina fotografica, locomotiva, pila voltaica; sala biliardo con intarsi legno-madreperla, genere medioevo ottocentesco centroeuropeo un po’ celtico un po’ fantasy; sala da fumo o Moresca, di gusto parossisticamente orientale. Qui è evidente – uso le parole di Fabrizio – il gusto non innovativo dei proprietari: coevo dei Macchiaioli, il Gatti dei soffitti affrescati con soggetti classici e mitologici  – pur bellissimi a vedersi – fa arte accademica, ponendosi a una distanza abissale da quella corrente artistica che entra in scena  rompendo gli schemi. ”I Macchiaioli (cito Fabrizio) assestano un colpo a questa visione dell’arte”.  Una scala decorata con putti di ceramica invetriata ci porta al piano superiore, dove sono ancora altre sale (gli appartamenti privati dei Mimbelli) tra cui spicca la Sala Grande, tutta un gioco di vetri e specchi. Al secondo piano c’è la magnifica collezione dei Macchiaioli. Diego Martelli – a cui Edgar Degas  dedicò ben due ritratti – è l’anima intellettuale del gruppo.  Loro ritraggono la realtà, la realtà è luce,  e la luce va a macchie, contrasti, rapporti. Basta putti, e decamerone, e scene mitologiche… E’ una rivoluzione culturale come nel ’68, un momento di passaggio anche per l’arte, che prima  si riproduceva su commissione, ora cerca un mercato. Il nome di “macchiaioli” glielo appioppa un giornalista con intento di stroncatura, loro se lo tengono facendone un punto di forza. Ognuno di loro sviluppa un suo linguaggio. Giovanni Fattori prima di tutto, qui ci sono i suoi grandi quadri con le scene di guerra nel Risorgimento: sembra il cinema di Sergio Leone, Ino ci va a nozze, lui che si esprime col segno pittorico  improvvisa per noi un commento critico a supporto delle spiegazioni di Fabrizio; e poi ci sono le Mandrie Maremmane con i butteri , i “cowboy italiani”, dove paesaggio e figura umana sono sullo stesso piano; fino alle tele più piccole, per le quali Fattori utilizza le scatole dei suoi sigari toscani.   C’é poi Silvestro Lega che con la sua pittura – dice Fabrizio – “dà nobiltà non retorica alle contadine” (ma i suoi quadri forse più belli, certamente più noti, Il pergolato e Il  canto dello stornello, non sono qui). C’è Angiolo Tommasi, con il ritratto di Pietro Mascagni; c’é (mi ha molto colpito) Vittorio Corcos, osservatore acuto della belle époque, autore di intensi ritratti, notevoli quelli femminili  e anche quelli ironici  di personaggi livornesi come “Yorik” (1889) raffigurante quel Pietro Coccoluto Ferrigni che fu avvocato, giornalista, prese parte alla spedizione dei Mille e fu perfino segretario di Garibaldi, secondo Fabrizio portatore di quella vivacità tutta livornese che ha dato in seguito vari frutti, non escluso  il famigerato Vernacoliere.  Tra i post- macchiaioli, Plinio Lomellini con il suo Incipit nova aetas, monumentale quadro raffigurante l’arrivo delle camicie nere in piazza Signoria a Firenze;  Mario Puccini, (Emilio Cecchi lo definì “un  Van Gogh involontario”), figlio di un fornaio, personaggio eccentrico e tormentato. Infine, l’unica opera di Amedeo Modigliani 14enne conservata in questo Museo, rappresentante una stradina toscana.

Foto di gruppo alla Terrazza Mascagni; e qui, salutato Fabrizio, nostro impareggiabile cicerone, ci sparpagliamo a gruppetti per un veloce spuntino ai Baracchini.

Oggi pomeriggio incomincia l’esplorazione di Pisa, che continuerà per l’intera giornata di domani. In un viaggio che puntava sulla scoperta/approfondimento delle due città toscane, Livorno e Pisa, abbiamo volutamente scelto di pernottare nella prima, considerandola un pò meno turistica dell’altra.  Ce ne viene conferma  dal primo impatto con la Piazza dei Miracoli, letteralmente invasa da turbe di turisti impegnati a farsi fotografare nell’atto di reggere con le proprie braccia la mole della Torre pendente…ma noi – guidati da Luca –  attraversiamo velocemente la zona, che vedremo meglio  domani, per recarci nella bella Piazza dei Cavalieri,  ridisegnata dal Vasari. Avevamo appuntamento nel vasariano palazzo della Carovana o dei Cavalieri, sede della Scuola Normale Superiore di Pisa, ma scopriamo con disappunto che i vari  ambienti – sale, biblioteca – sono momentaneamente interdetti al pubblico per impegni non resi noti al momento della prenotazione. Possiamo dare  solo uno sguardo allo scalone, da dove sbirciare velocemente all’interno delle sale. Peccato, sapevo che nella sala degli stemmi c’è anche, fra  tanti, lo stemma degli antenati aretini di mia madre, cavalieri di santo Stefano impegnati con la flotta granducale a difendere le coste da minacce piratesche e saracene!  Mi consolo pensando che anche una visita affrettata può avere un senso, quello di  un doveroso omaggio a una scuola universitaria che conferisce all’Italia prestigio internazionale e che ha dato al nostro paese personalità illustri in tutte le discipline scientifiche e umanistiche (vari Nobel sono usciti da qui). Prima di salutare Pisa facciamo una confortevole sosta nel bar pasticceria Salza in Borgo Stretto.  Ci attende stasera una cena con i fiocchi, con la scoperta del Cacciucco verace, in un delizioso locale – Porto di Mare – gestito da giovani altrettanto deliziosi (ma pare con una mamma- cuoca di alto livello in cucina)  e con un susseguirsi dal principio alla fine di bocconi prelibati. A conclusione della serata, sosta di gruppo – tanto per cambiare tutte donne –  in un localino scoperto da Lucia,  alquanto alternativo,  attiguo al nostro albergo, che ci ha permesso, tra un infuso e una grappa a seconda dei gusti, di  sbizzarrirci allegramente con musiche e canti.

Venerdi 30 novembre

In viaggio verso Pisa, Lucia ci legge qualche pagina del gradevolissimo Scacco alla torre di Marco Malvaldi, ovvero un modo alternativo di avvicinarsi alla città della torre pendente. La nostra guida, solo per stamattina, sarà Eloisa. Dal grande parcheggio periferico un trenino ci porta sino alle mura, che in questo tratto includono il Cimitero ebraico, con  tracce di epigrafi in caratteri ebraici sul muro esterno.

In Duomo, capolavoro del romanico pisano che accoglie influenze orientali e islamiche, ammiriamo  il magnifico  pulpito di Giovanni Pisano e il Cristo Pantocratore che Cimabue lasciò incompiuto. Fu qui che secondo cronache del tempo Galileo, vedendo una lampada oscillare, scoprì la legge del pendolo; ma  si ritiene che  la  lampada il cui moto egli osservò sia quella che si trova in una cappella all’interno del Camposanto monumentale, che vedremo più tardi. Passando nella cappella che conserva  le reliquie di san Ranieri patrono della città di Pisa, Eloisa ci ricorda la tradizione legata alla festa del Santo, e il miracolo del vento che, dopo essersi scatenato, cala, permettendo l’accensione di migliaia di lumini che rivestono a festa la città nella sera della vigilia, il 17 giugno di ogni anno.

Il Battistero, un tripudio di ricami marmorei all’esterno, è semplice e spoglio al suo interno e ha un’acustica perfetta, dimostrata al pubblico da una voce che esegue dei vocalizzi con intonazione cristallina,  e poiché noi mostriamo di aver molto apprezzato, la performance viene ripetuta espressamente per noi, con grande nostro compiacimento! Il bellissimo pulpito è di Nicola Pisano, considerato un precursore del Rinascimento (si dice che Michelangelo abbia copiato il suo Davide dall’Ercole nudo di questo pulpito). Prima di lasciare il Battistero, qualcuno di noi sale all’ultimo piano, da dove si ha  la sensazione di poter quasi arrivare con la punta delle dita a toccare il Duomo che è proprio lì di fronte!

L’ultimo dei monumenti – veramente spettacolari – di questa piazza (il nome di piazza dei Miracoli pare sia stato coniato da Gabriele d’Annunzio)  è lo stupendo Camposanto monumentale, vero e proprio Pantheon della Pisa di tutti i tempi, con il grandioso e impressionante Trionfo della Morte di Buonamico Buffalmacco (1330, il Vasari argutamente lo definì “fumettista”); la grande collezione di sarcofaghi romani; le sinopie (la maggior parte trasferite nel vicino museo); la grande e interessante Cosmografia teologica di Piero di Puccio, fatta di numerosi cerchi concentrici che alludono alla Terra, alle sfere celesti, agli elementi e ai pianeti; e, infine, la lampada di Galileo originale trasferita qui dal Duomo.

Con un ultimo sguardo alla Torre, adesso un po’ meno pendente che in passato grazie a importanti lavori di consolidamento, lasciamo frettolosamente la piazza dei Miracoli e ci disperdiamo nelle vicinanze per una veloce pausa pranzo. Poi riprendiamo il giro con Luca, che ci mostra le case-torri, protese in senso verticale, come veri grattacieli del Medioevo, emblema di ricchezza e potenza delle famiglie nobili. Lungo il tragitto passiamo davanti alla storica sede dell’Università di Pisa, il Palazzo della Sapienza, dove Galileo Galilei fu studente e in seguito per tre anni docente di Matematica prima di trasferirsi a Padova. Da piazza Garibaldi attraversando l’Arno raggiungiamo Palazzo Blu, raffinata dimora storica con belle sale sontuosamente arredate – tra cui spicca la grande Sala da Ballo -sede di mostre temporanee (al momento “da Magritte a Duchamp” – 1929 il grande surrealismo dal Centre Pompidou) ma anche di una collezione permanente di arte pisana e toscana di tutto rispetto. La facciata è dipinta con la caratteristica colorazione blu o color dell’aria applicata ai palazzi pietroburghesi (manco a dirlo da architetti italiani) per addolcirne le forme, e da ciò proviene il nome di palazzo Blu dato al palazzo Giuli Rosselmini Gualandi. In mezzo a tanti capolavori, per me meritano di essere ricordati il comò francese, nero e oro, che aperto ricrea l’aspetto di un teatro (il che la dice lunga sulle raffinatezze e frivolezze nel gusto di un’epoca); le bellissime ceramiche, tra cui uno straordinario vaso di Gio Ponti; il ritratto di Artemisia Gentileschi, opera messa al centro di una recente mostra sulla produzione pittorica dell’artista, che raffigura sé stessa nelle fattezze di Clio musa della Storia.

Tornando a Livorno ci trasferiamo all’hotel Granduca per l’ultima notte, perchè il Grand Hotel Palazzo é al completo per l’arrivo da ogni parte d’Italia dei familiari dei cadetti dell’Accademia Militare,  qui convenuti per la cerimonia del giuramento fissata per  domani. Questo, meno grandioso dell’altro ma centralissimo e accogliente, ha anche un ottimo ristorante. Non può mancare stasera, per chiudere in gloria, e per consolidare la memoria gastronomica del luogo, un “calamaro cacciuccato”, seguito da uno squisito gelato accompagnato da una salsa calda di fichi. Si conclude la serata facendo salotto per comunicarci  le impressioni della giornata.

Sabato 1 dicembre

E’ l’ultimo giorno di viaggio, dedicato – sulla via del ritorno – a Cerveteri e alla civiltà etrusca. In partenza da Livorno vediamo il lungomare Sud festosamente invaso dalla gente venuta per il giuramento di fedeltà alla Patria dei cadetti.  A Cerveteri  ritroviamo Sara, che nel viaggio di andata  ci ha fatto conoscere il castello di Santa Severa.  Entriamo con lei nel duecentesco Castello dei Ruspoli sede del museo archeologico nazionale cerite, che ospita straordinarie testimonianze della civiltà etrusca: corredi  funerari con bronzi, buccheri, urne dalla tipica forma biconica; urna cineraria fittile rappresentante una coppia di sposi che ricorda in miniatura il sarcofago conservato a Roma nel museo di Villa Giulia, e tanto altro; ma soprattutto il Cratere e il Kylix di Eufronio, stupendi  pezzi di ceramica attica a figure rosse del V secolo a.C., illegalmente  portati all’estero, esposti l’uno al Metropolitan  di New York e l’altro al Getty  di Malibu, finalmente  rientrati in Italia, ora tornati definitivamente al luogo di appartenenza, dopo essere stati esposti per anni al museo nazionale di Villa Giulia.

Fuori dell’abitato di Cerveteri visitiamo la necropoli della Banditaccia, dal 2004 sito UNESCO, la più estesa dell’area mediterranea. Sara fa per noi una selezione, che comprende tombe di epoca variabile, dal VII al IV secolo a.C.  Le più antiche sono caratterizzate dalla forma a tumulo, come la Tomba della Capanna. Le diverse cornici, sull’apice del tumulo, le distinguono una dall’altra, un po’ come se fosse la “firma” della famiglia di appartenenza.  Nella Tomba della Cornice sono evidenti gli influssi del mondo orientale ed egizio in particolare, nei tipici sedili a trono posti nel vestibolo, ai lati della porta.  Fino all’ultima, sotto una roverella di  venerabile età (quattrocento anni), la Tomba dei Rilievi, ricavata in un ipogeo e quindi  più recente, eccezionale per  i rilievi decorativi di stucco policromo, che dobbiamo però sforzarci di distinguere a fatica attraverso un vetro protettivo che poco lascia intravedere. Era la tomba della famiglia Matuna, nome tramandato fino a noi dall’iscrizione riportata sul cippo interno alla tomba.

Proseguiamo verso Bari. Il nostro viaggio si conclude con una piacevole sosta fatta di delizie per il palato: avendo volutamente saltato la pausa pranzo ci fermiamo a cenare piuttosto presto da Minicuccio a Vallesaccarda, che già abbiamo potuto apprezzare tante altre volte nei nostri vagabondaggi.

Arriveremo a Bari piuttosto tardi, stanchi ma felici!.

Viaggio Livorno – Pisa. Programma

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Viaggio Livorno – Pisa

27 novembre – 1°dicembre 2018

 Programma

Martedi 27 novembre

ore 7.15 partenza da Largo Sorrentino / 7.30 Largo 2 Giugno

Santa Severa: il Castello dove erano i tesori della mitica Pyrgi

Pranzo libero

ore 18.00  Livorno.  Cena e Pernottamento

Mercoledì 28 novembre

Ore 7.30   sveglia e prima colazione

ore 9.00   Livorno:  l’anima commerciale e marinara

In battello lungo i Fossi Medicei:  i canali, i ponti, le case con le fondazioni sull’acqua, i magazzini,  il quartiere Venezia, le antiche fortezze, il Mercato Centrale, il più bello   d’Europa.

Pranzo libero

Il centro storico: Piazza Grande, Piazza della Repubblica, il Cisternone, i 4 Mori,  la Terrazza Mascagni.

ore 20.30 Livorno. Cena e pernottamento

Giovedì  29 novembre

ore 7.30   sveglia e prima colazione

ore 9.00   Livorno: il teatro della scissione , Villa Mimbelli: il  Museo Fattori.

Pranzo libero

ore15.00 Pisa Piazza dei Cavalieri: Palazzo dei  Cavalieri, il Palazzo della Carovana , la Normale.

ore 20.30 Livorno. Cena e pernottamento

Venerdì 30 novembre

ore  7.30   sveglia e prima colazione

ore  9.00   Pisa. Percorso Galileo. Piazza dei Miracoli:  il Battistero, Torre Pendente, la Cattedrale, il Cimitero Monumentale.

Pranzo libero

ore 15.00  Pisa: il Lungarno, Palazzo Reale,  Borgo stretto, la casa di Galileo.

ore 20.30 Livorno. Cena e pernottamento

Sabato 1 dicembre

ore 7.30   sveglia e prima colazione.   Ore 9.00 partenza

Cerveteri : Necropoli etrusca la “Banditaccia”.

Pranzo

Ritorno a Bari. Arrivo previsto ore 23.00   Largo 2 Giugno / Largo Sorrentino

Lucia Aprile: 338.6092628 – 339.4029450

Angela Mengano: 338.4639612

Viaggio di Autunno: rettifica date.

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A rettifica di quanto segnalato nel recente comunicato Ottobre – Novembre 2018, si fa presente che le date del Viaggio d’autunno saranno le seguenti:

Viaggio d’autunno:  27 novembre – 1 dicembre 2018

PISA: la Scienza , Galileo, la Normale.

LIVORNO: la prima scissione della storia della sinistra; il “giro dei fossi”; i canali d’acqua medicea.

Informazioni, programmi e prenotazioni: MARTEDI 30 ottobre, dalle 16.30 alle 17.30. IN SEDE.    

Prenotazione telefonica:  339.4029450 –  338.4639612

Diario di Viaggio. Calabria. Maggio 2018

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Diario di viaggio

CALABRIA

17 – 20 maggio 2018

 

A cura di Angela Mengano

Giovedi 17 maggio

Partenza alle 7:30.  Siamo in 28, oltre a Nicola, il nostro autista ormai diventato presenza imprescindibile nei nostri viaggi.  Pausa caffè nel versante lucano della Jonica, pausa panino verso Cosenza. Lasciata l’autostrada Salerno- Reggio allo svincolo Serre, ci addentriamo nel parco naturale omonimo, cuore montuoso della regione calabra. Nostra prima meta è la Certosa di Serra San Bruno. Luca, nostra guida per le mete di questa prima giornata, (ci dice di essere anche docente di tromba del locale Conservatorio) è ad attenderci alle porte del paese. Al termine di un breve giro nel centro abitato, che vanta belle chiese, e tra queste visitiamo l’Addolorata, e palazzi interessanti, raggiungiamo la Certosa, isolata in mezzo ai boschi, dove rova il suo habitat il maestoso abete bianco. Bruno da Colonia, fondatore dei Certosini,  giunto qui, tra la Sila e l’Aspromonte nel 1090, riferiva ai suoi amici: «Abito un eremo abbastanza lontano d’ogni parte dall’abitazione di uomini. Che cosa devo dire della sua amenità, clima e felicità o della pianura ampia e bella, distesa in lungo tra i monti, dove sono prati verdeggianti e floridi pascoli? Che cosa devo dire della veduta dei colli che da ogni parte s’innalzano dolcemente, del rifugio delle fresche valli e dell’amabile abbondanza di fiumi, ruscelli e fonti?». Oasi di pace nonché baluardo della chiesa: fu papa Urbano II, al secolo Oddone di Lagery, a fare del santo d’Oltralpe suo strumento per la latinizzazione dei riti – perseguita con l’aiuto dei Normanni per soppiantare una cultura, quella greco – bizantina, fino allora fortemente radicata in queste zone. Nel Museo annesso, unica parte visitabile, si può avere solo una pallida idea di quello che dovette essere nei primi secoli dalla sua fondazione, centro di irradiazione di arte e cultura, dove convenivano scalpellini e artigiani di valore, maestranze locali e napoletane. Intorno alla Certosa – che oggi ospita una quindicina di monaci – sono fiorite leggende, persino Leonardo Sciascia ipotizzò che il fisico Ettore Majorana, scomparso nel 1938, vi si fosse nascosto per sfuggire al mondo, e forse anche per sottrarsi al peso terribile di dover far parte del gruppo di scienziati che avrebbe messo a punto la bomba atomica.             Ripresa la strada (lasciando in zona, perchè non si può vedere tutto, un sito di archeologia industriale, la Ferriera Ferdinandea di Mongiana, e la tenuta boschiva sede di produzione della Mangiatorella , acqua minerale molto diffusa non solo in Calabria), ecco la magnifica Cattolica di Stilo, greco-bizantina, in alto, con il borgo che si distende ai suoi piedi. La sosta si prolunga e ne approfittiamo per accaparrarci souvenir calabresi a base di bergamotto. La statua di Tommaso Campanella nella piazzetta del paese ci ricorda che qui ebbe i natali l’illustre filosofo, anticipatore del pensiero moderno. Poi l’approdo all’ Hotel Kennedy di Roccella Jonica che ci accoglie in modo squisito, con un’ottima cena, finalmente possiamo rilassarci sorseggiando il vino di Roccella, l’Anfisya, nonostante una comitiva numerosa e rumorosa a noi contigua ci renda difficoltosa la conversazione. Molto gentilmente lo staff ci viene incontro mettendoci a disposizione una saletta appartata dove possiamo tanquillamente concludere la nostra serata scambiandoci le impressioni del primo giorno di viaggio in Calabria

Venerdi 18 maggio

Mentre andiamo verso Locri leggo, nelle pagine di cronaca di un giornale locale, la recensione di un libro da poco dato alle stampe, La maligredi: L’autore è Gioacchino Criaco e racconta la sua Calabria, anzi una pagina di storia sconosciuta, il ’68 in Aspromonte e i suoi straordinari protagonisti. Davanti al Museo Archeologico di Locri incontriamo Daniela Strippoli, la nostra guida, che dopo una breve introduzione storica ci conduce all’interno dell’area archeologica di Locri Epizefiri. Ricordo di avere visitato un piccolo Antiquarium molti anni fa, oggi questo Museo espone reperti di eccezionale bellezza, come i Pinakes in terracotta raffiguranti scene relative al mito di Persefone; ignoravo anche che da quest’area, e precisamente dal tempio di Afrodite in contrada Marasà, proviene il celeberrimo Trono Ludovisi oggi nei musei di palazzo Altemps a Roma.

Da Locri a Gerace. Il divertente trenino della signora Giovanna ci risparmia la fatica di scarpinare fino alla parte alta del borgo medievale, affacciato su un ampio panorama, entrato nel club esclusivo dei borghi più belli d’Italia. Nella piazza delle tre chiese visitiamo San Francesco. All’esterno il maestoso portale gotico con motivi di matrice islamica sasanide,  all’ interno il fastoso altare barocco in marmo policromo (interessanti le formelle raffiguranti la chiesa  e lo sparviero –  in greco ierax – che secondo la leggenda avrebbe guidato i locresi,  inseguiti dai saraceni,  verso la rocca di Gerace, donde il nome dato alla città); infine il sarcofago di Nicola Ruffo di Calabria, opera di  botteghe napoletane di età angioina molto simile ai monumenti napoletani di Tino da Camaino.  Le altre due chiese affacciantesi nella piazza sono al momento chiuse, ma Daniela ci precisa che San Giovannello fu forse in antico una sinagoga, e qui fiorì una colonia ebraica tra le più importanti in terra calabra. Merita una visita approfondita l’antica e maestosa Cattedrale, prima bizantina poi normanna. Dalla cripta (che ospita anche un piccolo museo-reliquiario, con pezzi notevoli, come il  busto settecentesco in argento di Santa Veneranda) e che ha  colonne tutte diverse una dall’altra,  in porfido, o color rosa, o scanalate etc., si passa al livello superiore, con le tre ampie navate divise da due file di colonne, le cappelle, i bassorilievi, i sarcofaghi, la cupola con le trombe d’angolo a pennacchi (secondo un’ antica tradizione armena) , e tra l’altro un’opera ad altorilievo cinquecentesco, della quale Daniela, la nostra guida,  dà una sua lettura personale cogliendo alcune incongruenze che la portano a dubitare dell’ attribuzione ad  Antonello Gagini scultore  proposta da alcuni studiosi. Dopo la sosta pranzo al Caffè della Cattedrale (una piadina vegetariana e una gustosa granita al bergamotto) riprende il nostro giro tra le stradine del borgo, con soste ammirate negli angoli più suggestivi e un incontro con un milanese che si è innamorato di questo luogo decidendo di venirci a vivere.

Scendiamo con il pulmann a rotta di collo verso la statale jonica, per evitare a Daniela di perdere il treno che la riporterà a casa. A Brancaleone Carmine Verduci ci porta alla casa in cui il regime fascista confinò Cesare Pavese nell’agosto del 1935; arriva alla stazione con due carabinieri, condannato a tre anni di confino ma due anni gli vengono condonati. La sua stanzetta è come se l’avesse lasciata poco tempo fa; il cortile, il giardino, al di là la ferrovia, poi il mare, da lui considerato la quarta parete del carcere. “Del mare ho fatto la mia sputacchiera” scrive ad Augusto Monti suo professore al Liceo D’Azeglio. Nelle lettere alla sorella scrive”la gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca”; tiene ai giovani lezioni di latino e greco; qui inizia a scrivere il suo diario 1935-1950, Il mestiere di vivere. Nella chiacchierata che conclude la nostra visita scopriamo  che a Brancaleone alcune persone illuminate insieme a Carmine e  ai privati che hanno comprato la casa di Pavese, progettano e producono eventi e  iniziative di valorizzazione (le giornate pavesiane, un parco letterario allo stato embrionale, la biblioteca comunale intitolata a Pavese etc.) mantenendo contatti con la fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo.

Da stasera saremo per due notti all’ Hotel Altalia di Brancaleone. La cena ci riserva un invitante risotto al profumo di bergamotto e ottimo pesce.

Sabato 19 maggio

Noemi Evoli, guida ufficiale del Parco d’Aspromonte, resterà con noi oggi e domani e fino al termine del nostro viaggio nella Calabria greca. Oggi siamo in Bovesia, la Calabria grecanica, e Bova ne è la capitale. Poco lontano da qui, a Bova Marina, il ritrovamento di resti della sinagoga più antica in Occidente, dopo quella di Ostia antica, ha portato a nuove ipotesi sulla presenza ebraica in Calabria. Noemi ci illustra storia, tradizioni e feste popolari, (le Pupazze della Domenica delle Palme a Bova, la Varia a Palmi e tanto altro).  Il giro del paese parte da piazza Roma, su cui si fronteggiano palazzo Nesci e palazzo Marzano, appartenenti a due famiglie rivali (del primo, in pietra di colore rossiccio, si favoleggia fosse stato eretto con malta impastata col vino; il secondo ospita oggigiorno la sede del Municipio). Lungo il percorso ci imbattiamo in un affascinante museo della civiltà contadina a cielo aperto, ideato e realizzato da un imprenditore nativo di Bova, Saverio Micheletta, tornato nel paese d’ origine per promuoverne la valorizzazione. Poco più oltre, sulla soglia della piccola chiesa dello Spirito Santo ci accoglie con vivace comunicativa un diacono, che si definisce birituale latino e greco-bizantino (come a Chevetogne). Padre di nove figli (più tre in affido), discorrendo con noi ci racconta la storia di San Leo, che si fece monaco basiliano, e che nel santuario a lui dedicato è raffigurato con la scure di boscaiolo e con la pece che estraeva dagli alberi e che   miracolosamente si trasformava in pane per i poveri. Pian piano poi si sale al Santuario di San Leo (dall’alto ammiriamo il panorama incantevole), santo venerato sia qui sia ad Africo, che ne fa il suo patrono insieme a Bova e ne condivide le reliquie. Ma Africo – argomenta Noemi – è forse il più abbandonato e isolato paese di Aspromonte (si pensi ai collegamenti tradizionalmente assicurati da mulattiere); isolamento che però, in generale, ha contribuito alla sopravvivenza della cultura greca.  Oggi, grazie a associazionismo e volontariato, le comunità sono riuscite a riprendersi. Un episodio significativo: il preside Minuto sente gli alunni parlottare greco, subito però azzittiscono come se fosse una vergogna da nascondere. La completa latinizzazione, con la fine del rito greco, si fa generalmente risalire al 1571. La Cattedrale, nel punto più alto del paese, e collegata con la punta rocciosa su cui sorgeva l’antico castello, era originariamente di impianto normanno, ma appare  ricostruita in epoca recente, avendo subito  terremoti devastanti.

Al momento di salire sul pulmann, il sindaco, Santo Casile, si congeda da noi così: Fate cose buone e andate in pace. Ma la bellissima Bova ci riserva ancora uno dei piatti forti del nostro viaggio, dedicato alle lingue minoritarie: il museo della lingua greco-calabra Gerhard Rohlfs. Di lui ormai già in età avanzata mi resta un ricordo molto nitido, negli anni precedenti al mio trasferimento da Brindisi a Bari, nei frequenti incontri in cui l’illustre studioso veniva invitato (di qua e di là, molto spesso alla biblioteca De Leo) a conferire sui suoi studi, offrendo all’uditorio gemme di sapienza e di semplice e cordiale umanità. E’ bello ritrovare in questo piccolo ma ricco e documentato museo le tracce del lavoro immenso di questo tedesco che si spinse attraverso lo studio dei dialetti molto più avanti di tanti italiani nell’analisi delle più remote fonti culturali del nostro Meridione. Tanto da intrecciare con la gente di questi luoghi profondi legami di amicizia! Qui ritroviamo tutto il lessico di antichi costumi e tradizioni popolari (immancabili pupazze, musulupa e simili) e per finire le splendide fotografie scattate dallo stesso Rohlfs nei suoi goethiani viaggi in Italia, dove alle figure femminili si sostituiscono   uomini travestiti con l’intento di preservare le donne di famiglia dall’esposizione (peccaminosa!) in pubblico.

Del pranzo grecanico della Cooperativa San Leo, tutto buonissimo e genuino, e condito da un’atmosfera indimenticabile di ospitalità e accoglienza, ricorderò la lestopitta, sorta di frittella fatta con un impasto semplice a base di acqua e farina, che piace a tutti. Ci facciamo dare la ricetta per rifarla a casa ma i risultati, chissà….

Mentre la strada si inerpica verso Pentedattilo, Noemi ci racconta del suo impegno di lotta nel movimento No Carbone per opporsi alla costruzione di una centrale a carbone nel territorio della provincia di Reggio Calabria.  Pentedattilo, appollaiata sulla roccia, è una mano ciclopica dalle cinque dita. Ne scriveva così Edward Lear, in Diario di un viaggio a piedi: La visione è così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla .. selvagge e aride guglie di pietra lanciate nell’aria in forma di una gigantesca mano contro il cielo…mentre l’oscurità e il terrore gravano su tutto l’abisso circostante. Dal terremoto del 1783 in poi è stata progressivamente abbandonata, ma oggi, riscoperta da giovani e associazioni, Pentedattilo va conoscendo una nuova giovinezza grazie anche al contributo di volontari provenienti da tutta Europa. Non è un caso che per le sue stradine ci imbattiamo ben presto in una simpatica signora francese che qui si è trovata una casa ed è seriamente intenzionata a venirci a vivere. Noemi ci impartisce pillole di storia (importante centro greco-romano in posizione strategica. dominazione bizantina. poi normanna poi le baronie la strage degli Alberti etc..) e noi ci muoviamo tra le piccole botteghe artigiane, che espongono i caratteristici tessuti fatti con la comune ginestra (e non con la ginestra dei carbonai), la chiesetta dei santi Pietro e Paolo, il bar dove ci offrono, senza nulla chiedere in cambio, un goccio di Kephas (digestivo a base di alloro, liquirizia e finocchietto).

Stasera, dopo cena, il programmato incontro con Carmine Verduci e Sebastiano Stranges, studioso di civiltà armena, con proiezione di filmati sul territorio della Calabria greca.

Domenica 20 maggio

Lasciata Brancaleone (che tra le sue attrazioni comprende il centro di recupero e nidificazione delle tartarughe marine), riprendiamo la strada costiera, ripassando sotto il faro di Capo Spartivento, tra un susseguirsi di filari di alberi di bergamotto, per poi inoltrarci nell’interno tra le foreste dell’Aspromonte. C’è un po’ di foschia, sì da intravedere appena il profilo dell’Etna. L’ultima meta in terra calabra è il Cippo Garibaldi a Gambarie, che ricorda l’episodio successivo alla spedizione dei Mille (1862) quando Garibaldi, nell’intento di raggiungere Roma con un manipolo di volontari (al grido di O Roma o Morte), nello scontro con le truppe piemontesi viene ferito in Aspromonte (e sembra che i medici garibaldini con grande perizia gli abbiano salvato la gamba). Oltre che il mausoleo (nel complesso assai poco interessante) osserviamo anche a distanza ravvicinata il pino larice dove l’eroe dei due mondi venne adagiato; albero che si presenta con un profondo incavo, probabilmente fatto per la raccolta della pece anticamente usata come combustibile.

E, dulcis in fundo, il pranzo nel ristorante Bucaneve a Gambarie, prima di riprendere la strada del ritorno.

* Vecchia Calabria (Norman Douglas)

* Recherche (docu Calabria presentato a Cannes

* Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi

 

Viaggio nella Locride e in Aspromonte.

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Viaggio nella Locride e in Aspromonte

I Greco – Bizantini di Calabria e le Lingue minoritarie

17- 20 maggio 2018

 


 

– Giovedì  17 maggio, ore 07:20, partenza da Largo Sorrentino / 07:30, partenza da Largo 2 Giugno

Autostrada Salerno- Reggio. Uscita SERRE

Pranzo libero

ore 15:00.  Visita guidata di SERRA SAN BRUNO

                 Bruno da Colonia, fondatore dei Certosini,  giunto qui, tra la Sila e l’Aspromonte nel 1090, riferiva ai suoi amici: «Abito un eremo abbastanza lontano d’ogni parte dall’abitazione di uomini. Che cosa devo dire della sua amenità, clima e felicità o della pianura ampia e bella, distesa in lungo tra i monti, dove sono prati verdeggianti e floridi pascoli? Che cosa devo dire della veduta dei colli che da ogni parte s’innalzano dolcemente, del rifugio delle fresche valli e dell’amabile abbondanza di fiumi, ruscelli e fonti?»

                 STILO

ore 20.00  Cena e Pernottamento in Hotel Kennedy; tel. 0964.863394

 

– Venerdì  18 maggio, ore 08:00,  sveglia e prima colazione

               GERACE                                                                                                                          

Pranzo libero

               LOCRI

               BRANCALEONE: “Un Paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo  che,  anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”  diceva un abitante temporaneo di Brancaleone. Era Cesare Pavese, qui in esilio.

Cena e Pernottamento in Hotel Altalia; tel. 0964.933031

 

– Sabato  19 maggio,  ore 08:00, sveglia e prima colazione

             La Calabria grecanica.

             Il greco è una delle lingue sottoposte a tutela dalla legge 482/1999 e i comuni calabresi che lo riconoscono sono: Bova, Palizzi, Roghudi, Condofuri…L’ Atlante Mondiale delle Lingue in Pericolo dell’UNESCO lo pone tra le lingue severamente in pericolo.

             BOVA (820 m.), Castello normanno,  S. Maria dell’Isodia,  il Sentiero della civiltà contadina,

             Santuario di San Leo e il Museo della lingua greco calabra Gerhard Rohlfs.

             Aperitivo presso il Ristorante Grecanico della Coop San Leo

             PENTADATTILO, visita guidata del borgo

Cena e Pernottamento in Hotel

 

– Domenica 20 maggio,  ore 08:00, sveglia e prima colazione

             GAMBARIE  – Il cippo di Giuseppe Garibaldi, ferito dai Piemontesi il 29 agosto 1862

Pranzo

Rientro a Bari ore 22:00 – 23.00 Bari Largo 2 Giugno / Largo Sorrentino

Info: Lucia Aprile tel. 338.609.2628 /  339.402.9450

          Angela Mengano tel. 338.463.9612

 

 Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio Via Abbrescia 45/47 Bari

info@adirt.i   www.adirt.it

Viaggio a Napoli

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NAPOLI

 28 febbraio – 2 marzo 2018

 A cura di Angela Mengano

Mercoledì 28 febbraio 2018

Siamo in 43 questa volta. Con qualche ora di autostrada raggiungiamo Napoli. Il nostro pullman stenta a districarsi, come fanno disinvoltamente gli automobilisti napoletani, nel traffico caotico dell’ora di punta. Finalmente raggiungiamo l’hotel Palazzo Caracciolo, magnifica dimora nobiliare adattata ad albergo, munita di ogni comfort.  La zona in cui è collocato, non lontana dalla Stazione Centrale, è popolosa e anche un tantino degradata. Però siamo in via Carbonara, ottimo punto di partenza alla scoperta del nucleo più antico della città, di cui cogliamo i primi segni: proprio di fronte a noi è la magnifica Chiesa di San Giovanni a Carbonara, che visiteremo domani.

 

H. Caracciolo

Lasciati in camera i bagagli, ci spostiamo in pullman per andare al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che in questo periodo ospita la Mostra, proveniente da Pavia e destinata successivamente a San Pietroburgo, “I Longobardi. Un popolo che cambia la storia”. Nell’atrio ci dà il benvenuto l’enorme stupenda testa di cavallo bronzea, opera di Donatello. Per ottimizzare la visita ci dividiamo in due gruppi di circa venti persone, ciascuno con una guida, suddivisione che ci permetterà di muoverci agevolmente in questi tre giorni. Oggi per il nostro gruppo la guida è Lia.

La mostra, frutto del lavoro di un team di studiosi, punta lo sguardo su un popolo da conoscere meglio per capire la nostra storia, e che – a parte l’unica fonte riconosciuta nell’opera di Paolo Diacono – sembra non abbastanza indagato finora, mentre a poco a poco gli archeologi ne vanno riportando alla luce testimonianze e segni di una presenza consistente quasi in tutta la penisola e soprattutto nell’Italia Meridionale.  In esposizione oggetti – alcuni molto belli – provenienti da più parti, che rivelano gli elementi identitari di questo popolo guerresco ma tutto sommato capace di integrarsi con le popolazioni autoctone e con significative abilità nell’architettura, nelle arti, nell’oreficeria (molto bravi nella lavorazione dei metalli; stile animalistico, ricorrenti le figure di animali nelle decorazioni). Gisella, ispirata, evoca l’Ermengarda manzoniana con i fili d’oro intrecciati ai capelli. Lucia, che ha già visto la mostra a Pavia, trova che la mostra napoletana è più bella dell’altra. Lia, la nostra guida, ci rivela di aver studiato a Matera le chiese rupestri. Resta del tempo, ne approfittiamo per ripercorrere le sale e rivedere le opere rimaste impresse nella memoria, come le sculture della collezione Farnese (tra cui il bellissimo gruppo della Punizione di Dirce o Toro Farnese), i mosaici pompeiani (in cui spicca “La battaglia di Isso” proveniente dalla Casa del Fauno), il Gabinetto Segreto (con i reperti a sfondo erotico), le opere scultoree della Villa dei Papiri di Ercolano (con le due celebri statue in bronzo di corridori).

 

mostra longobardi      longobardi

 Lasciato il Museo, percorriamo a piedi via Pessina fino a piazza Dante, dove scendiamo nella Stazione metropolitana, per fare – con un biglietto unico di sola andata – il giro delle stazioni più belle, quelle che su progetto di Bassolino, sindaco dell’epoca, e di Achille Bonito Oliva, e con il concorso di idee di artisti e architetti di fama sono state abbellite con opere e installazioni di arte contemporanea. A piazza Dante Kosuth, Pistoletto, il grande pannello a mosaico di Nicola De Maria “Universo senza bombe etc.” Kounellis; dalla installazione di quest’ultimo rubarono alcune paia di scarpe, per bravata, non per bisogno.  All’Università, il progetto dell’anglo-egiziano Karim Rashid, un trionfo di colori digitali, con prevalenza di fucsia e lime, la scultura Synopsis, evocante le sinapsi del cervello.  A Toledo, la più spettacolare, si passa dal nero dell’asfalto in superficie al blu del mare in profondità   (Oscar Tusquets Blanca e William Kentridge con i suoi mosaici).

 

Metro

Quando usciamo all’aperto, siamo già vicini a piazza San Carlo; qui ci attende il pullman per il ritorno in albergo, dove è programmata la cena; qualcuno preferisce godersi ancora un po’ la città passeggiando. Cena in albergo. Poi ci ritiriamo per la notte nelle nostre (a dir poco) scenografiche stanze.

 

Giovedi  1 marzo

La guida di oggi si chiama Maria ed è napoletana verace, anzi ischitana. Trovo piacevole il suo linguaggio colorito (ci siamo assiepati qui davanti a questa chiesa…); si riferisce alla magnifica San Giovanni a Carbonara, a cui si arriva risalendo una scalinata “a tenaglia”, disegnata da Ferdinando Sanfelice. E’ stato definito “il pantheon della dinastia angioino-durazzesca. Desta ammirato stupore il grandioso monumento a Ladislao di Durazzo, fatto erigere dalla sorella Giovanna II, dietro il quale (siamo nell’abside) si cela un’altra meraviglia, la Cappella Caracciolo del Sole, interamente affrescata e pavimentata da maioliche raffiguranti una selva di simboli, animali e volti umani (qui vi è anche il monumento funebre di Sergianni Caracciolo, amante della regina angioina). Tra le altre cose notevoli di questa chiesa, la cappella Caracciolo di Vico, gioiello di architettura del Rinascimento per il quale si è ipotizzata anche l’attribuzione alla scuola del Bramante; poi, in un’altra cappella, una Crocifissione dell’aretino Giorgio Vasari, presente a Napoli con molte opere.

Poco lontano, ecco il MADRE, che abbiamo scelto per una mostra qui allestita, Pompei@Madre. Materia Archeologica, progetto espositivo che fa dialogare arte contemporanea (Daniel Buren, Rebecca Horne, Mimmo Jodice, Anish Kapoor, Iannis Kounellis, Sol Lewitt, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Richard Serra e tanti altri) con i reperti pompeiani sia autentici sia fedelmente ricostruiti.

 

 gargano aprile2018 152

Pausa caffé in via Duomo, per poi proseguire in via Tribunali dove visitiamo la chiesa di S. Maria del Purgatorio ad Arco, bella chiesa barocca, non mancante di opere di autori di assoluto rilievo, come Luca Giordano, Stanzione e Vaccaro, ma soprattutto interessante per la rappresentazione di quel rituale delle “anime pezzentelle” o “capuzzelle” che molto racconta del rapporto tutto speciale, non negativo, della più autentica anima di Napoli con la morte, come ci dimostra la nostra guida facendoci notare  i tanti teschi presenti ovunque, nella facciata,  nei decori scultorei  dell’altare, e soprattutto nell’ipogeo disseminato dei famosi teschi oggetto della devozione popolare.  Nell’intervallo del pranzo ci separiamo, dandoci appuntamento al Campanile della Pietrasanta, sempre in via dei Tribunali. Ci dividiamo tra le varie rinomate pizzerie di antica tradizione, mentre un nutrito gruppo opta per il Cristo velato della Cappella Sansevero, capolavoro di arte barocca del Sammartino, rievocato dall’ultimo film di Ferzan Ozpetek,”Napoli velata” appunto.

Da via dei Tribunali, passando per Port’Alba, ci troviamo su via Toledo. Dove io mi concedo, sull’onda dei ricordi, un gelato nell’antica Gelateria della Scimmia in piazza Carità.

Ultima visita in programma nel pomeriggio, a palazzo Zevallos, sede di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, la Mostra “Da De Nittis a Gemito: i napoletani a Parigi negli anni dell’impressionismo”.

Approfittando del tempo libero prima di cena, insieme ad Adriana, ritorniamo a piedi attraversando tutto il centro di Napoli. Sosta per visitare la chiesa di S. Anna dei Lombardi, rilevante testimonianza del rinascimento toscano a Napoli. Degni di nota gli affreschi nella Sacrestia Vecchia, interamente affrescata da Giorgio Vasari (1544) e il gruppo scultoreo di terracotta raffigurante il Compianto sul Cristo morto di Guido Mazzoni (1492). All’inizio di Spaccanapoli ci accoglie l’imponente Statua del dio Nilo – per i napoletani “il Corpo di Napoli”; poi è d’obbligo la sosta golosa nella Taralleria napoletana di via S. Biagio dei Librai, per un assaggio dei tradizionali taralli partenopei sugna pepe e mandorle. Non lontano da qui si trova anche il mitico “ospedale delle bambole”, piccola clinica che affascina grandi e piccini.

Stasera si va a cena fuori: a piedi, in via Foria, raggiungiamo la storica pizzeria Lombardi 1892. Dove gusteremo i buoni cibi della tradizione napoletana (alicette fritte, friarielli, mozzarella di bufala, maccheroni alla genovese, pasta patate e scamorza, babà) ma anche mandolino e voce per le canzoni – dalle napoletane classiche a Pino Daniele – con accompagnamento corale di tutta la compagnia.

 

Venerdi 2 marzo

La Farmacia degli Incurabili è un gioiello nascosto della città di Napoli, museo della medicina, testimone del progresso scientifico, della circolazione del sapere, del fermento culturale nella Napoli illuministica.  L’edificazione fu voluta da Maria Longo, nobile catalana vedova di un funzionario di Ferdinando di Aragona. Francesca, la giovanissima e bravissima guida (14 anni!) di turno oggi per accompagnare i visitatori ,  ci conduce attraverso le sale porgendoci una serie  di curiosità: per esempio, la sifilide che in Francia era detta “mal napoletano” a Napoli diventava “mal francese”; i vasi –  “albarello” per i liquidi dall’arabo “albaral” che significa “contenitore” e “maruffa” dalla parola che a Napoli denota la donna bassa e grassa, per i solidi; toccasana come la “teriaca”già usata da Mitridate re del Ponto, a base di carne di vipera; e altri strani elementi  di una farmacopea agli albori della medicina (polvere di mummia,  corna di cervo, denti di squalo,  noci che avendo  forma di cervello  curano la testa..). Nella prima sala, la “controspezieria”, ci investe un fortissimo odore di legno: l’imponente bancone e gli scaffali a parete, con i bei vasi, sono tutti in radica di noce finemente intagliato. Nel luogo in cui si preparavano i farmaci, simbolicamente rappresentati dall’immagine del diavolo (il farmaco che da un lato guarisce e dall’altro può divenire veleno) traspare come la moderna farmacologia nasca dall’intreccio tra magia e alchimia, a partire dalla ricerca della pietra filosofale.  Nel Salone di Rappresentanza, capolavoro del Settecento, ci raduniamo attorno allo splendido pavimento in maiolica (della stessa fattura di quelli del chiostro di santa Chiara) ascoltando Francesca, che sottolinea i motivi di interesse presenti. Straordinaria la grande tela a soffitto, recentemente restaurata, opera del Bardellino, raffigurante Macaone che cura un guerriero ferito (episodio tratto dall’Iliade, allegoria del principio di neutralità dei combattenti feriti, ispirato dal medico e politico Ferdinando Palasciano).  Anche qui le pareti sono interamente rivestite da vasi in maiolica; qua e là simboli massonici; ai quattro angoli sono raffigurati altrettanti scienziati, tra i quali Alessandro Volta; e tra l’altro sembra che le misure adottate nella costruzione siano le stesse del Tempio di Salomone, che consentivano la perfetta riproduzione della voce.  Alla fine della visita ci complimentiamo con la giovanissima guida, alla quale qualcuno nel gruppo augura di studiare ed entrare in politica diventando poi Ministro della Cultura.

 

napoli è                   Napolanità

Andiamo con Alessandro, nostra guida, a Piazza del Mercato, una delle più importanti nella storia di Napoli, tristemente famosa perchè diventata, con gli angioini, luogo di pubbliche esecuzioni (ma anche di pubbliche feste). Il primo a essere giustiziato fu il giovane Corradino di Svevia (come ce lo ricordano i versi di Aleardo Aleardi” pallido altero e con la chioma d’oro”) fino ai martiri della rivoluzione del 1799, da Luisa Sanfelice a Eleonora Pimentel Fonseca e tanti altri.  Ma la piazza ricorda anche le gesta di Tommaso Aniello d’Amalfi, alias Masaniello, rivoluzionario controverso e sfortunato.   Nella contigua chiesa del Carmine, nata in puro stile gotico in seguito completamente nascosto sotto i fasti di età barocca, pare di entrare nel salone delle feste. Poi, poco a poco,  riconosciamo segni importanti della storia della città: il monumento a Corradino di Svevia, l’icona della Vergine Bruna  (chi non conosce la popolare esclamazione Mamma do Carmene, il Crocifisso miracoloso, legato alla credenza popolare che lo stesso  abbia reclinato il capo schivando i colpi degli aragonesi nell’assedio del 17 ottobre 1439 ; la tradizione dello svelamento annuale del Crocifisso alla devozione dei fedeli; il finto incendio del campanile coi fuochi pirotecnici (eccezionale: si può vedere su YouTube). E ancora: la sacrestia rococò, i bellissimi organi, gli eleganti confessionali. Qui furono celebrati i funerali di Totò e di Mario Merola.

Il nostro viaggio a Napoli si avvia alla conclusione. Chiudiamo in bellezza nella pace dei Camaldoli. Abbiamo con noi Marianna D’Arienzo, studiosa di botanica del territorio, se non ricordo male originaria di Amalfi, che ci farà da guida competente e appassionata anche nella visita dell’intero complesso. L’eremo dei Camaldoli a Napoli fu fatto erigere nel 1585 da Giovanni d’Avalos, figlio di Alfonso d’Aragona; per secoli abitato dall’Ordine dei Camaldolesi fondato da san Romualdo, in tempi recenti affidato alle suore brigidine. Che ci fanno ottima accoglienza con la classica pasta al forno del pranzo domenicale. Né è da meno tutto il resto, ma nella mia personale classifica metterei al primo posto la croccantissima insalata appena colta!! Dopo pranzo, una breve introduzione della professoressa alla vegetazione spontanea del luogo (ma qui c’è anche da ammirare il frutto del lavoro umano, orti e giardini a picco sul mare). Poi la visita alla chiesa. Pregevoli affreschi di grandi pittori napoletani, altare in marmi policromi attribuito al Fanzago, e niente chiostro – tiene a precisare Marianna – perchè qui si era in un eremo.  Abbracciando con lo sguardo il magnifico panorama del golfo di Napoli che si gode dal Belvedere salutiamo Marianna, che ci lascia con la lettura di alcuni frammenti del codice forestale camaldolese.

 

 

 

 

 

 

Il mondo magico di Napoli: ieri ed oggi. Mercoledi 28 febbraio/ Giovedi e Venerdi 1-2 Marzo

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 Mercoledì 28 Febbraio / Giovedì e Venerdi  1- 2 marzo 2018

Il mondo magico di Napoli : ieri e oggi.

  Ecco dove avrebbe voluto trovare casa, perché lì la Sanità sa come da nessun’altra parte di ventre materno, primogenitura, principio di un lunghissimo passato mai passato, silenzio e tumulto di un fuoco che continua a covare sotto la cenere”.

Ermanno Rea, Nostalgia

 Il Programma del viaggio a Napoli è presentato nella categoria “Itinerari viaggi 17-18”

28 Febbraio / 1-2 Marzo 2018 – Il mondo magico di Napoli : ieri e oggi.

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 Mercoledì 28 Febbraio / Giovedì e Venerdi  1- 2 marzo 2018

Il mondo magico di Napoli : ieri e oggi.

  Ecco dove avrebbe voluto trovare casa, perché lì la Sanità sa come da nessun’altra parte di ventre materno, primogenitura, principio di un lunghissimo passato mai passato, silenzio e tumulto di un fuoco che continua a covare sotto la cenere”.

Ermanno Rea, Nostalgia

PROGRAMMA

Mercoledì 28 febbraio

h.07.50        Partenza da Largo Sorrentino / h. 08.00 da Largo 2 Giugno

h. 12.00       Arrivo a Napoli, Palazzo Caracciolo. L’Hotel nasce dal recupero dell’antico Palazzo dei Principi Caracciolo di Santo Buono. Via Carbonara n. 112, tel. 081 016 0111

Pranzo libero

h.13.00         Trasferimento con bus privato dall’Hotel Caracciolo al Museo Archeologico. Visita guidata della Mostra “ Longobardi.  Un popolo che cambia la storia “, gli  “uomini dalle lunghe barbe” che invasero l’Italia in età medievale determinandone un nuovo assetto sociopolitico. Sarà possibile inoltre soffermarsi su alcune opere e reperti di valore inestimabile che rendono il Museo Archeologico di Napoli uno dei musei più prestigiosi.

h.16.30         La Metropolitana dell’Arte. Museo Toledo, Università Municipio.

h.17.30         Tempo libero

h.20.00        Cena e Pernottamento in Hotel

Giovedì 1 marzo

h.08.00         Sveglia e prima colazione.

h. 10.00         A piedi, dall’Hotel Caracciolo, trasferimento al Museo Madre. Visita guidata della Mostra “Pompei@Madre. Materia archeologica”, un esempio virtuoso di collaborazione tra  istituzioni che mette assieme Pompei e il museo Madre, l’ antico con il contemporaneo”.

– A piedi, trasferimento alla Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, via dei Tribunali. La chiesa nasce nel 1616 per dare sepoltura alle persone povere della città. Nell’ Ipogeo, uno dei più simbolici di Napoli, ancora si celebra il culto delle anime del Purgatorio tra scarabattoli, nicchie, teschi, lampadine dalla luce fioca, piccoli altarini.

Pranzo libero

                    – Palazzo Zevallos Stigliano, ospita opere di Vincenzo Gemito e Gaspar van Wittel, quelle dei pittori della Scuola di Posillipo e la maggior parte di artisti della   Scuola Napoletana ottocentesca.

– Visita guidata anche della  Mostra “Da De Nittis a Gemito: i Napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo”. Via Toledo

h 17.00            Tempo  libero

h.20.30           Cena a Eccellenze campane”, via Brin Benedetto n. 69. Pernottamento Hotel Caracciolo.

 Venerdì 2 marzo

h.08.00           Sveglia e prima colazione

h.09.00           Chiesa di San Giovanni a Carbonara, una tra le chiese più ricche di opere d’arte della città, realizzata tra gli anni 1.339 e 1.343

                         Farmacia degli Incurabili, una forte testimonianza del Rinascimento napoletano, un luogo in cui arte e scienza hanno trovato una bellissima collocazione, Via Maria Longo, n. 50.

                         Piazza Mercato. Una piazza difficile da leggere, per incuria e una buona dose di sciatteria generale, ma potrebbe divenire un’area museale di primo livello; si sono accampati eserciti e mercanti di tutti i tipi, si sono consumati la decapitazione del giovane Corradino e  l’impiccagione dei Rivoluzionari della Repubblica partenopea

                        Chiesa del Carmine, in essa le salme di Corradino e di Masaniello e alcune opere di Mattia Preti, Luca Giordano, Francesco Solimena.

h.13.00            Eremo SS. Salvatore, Camaldoli . Pranzo a cura delle Suore Brigidine, tel. 081 5872519

h.20.30           Rientro a Bari, Largo 2 Giugno / Largo Sorrentino

           INFO: Lucia Aprile 339.4029450 – 338.6092628

                       Angela Mengano  338.4639612

 

 

Hans Op de Beeck, Museo Pino Pascali

Attività 2017-2018, Itinerari viaggi 17-18 Nessun Commento »

 

Sabato   27 gennaio    ore 9.30      

Largo 2 Giugno (mezzi propri o in alternativa Minibus)

Ore 10.30 Polignano a Mare,  Museo Pino Pascali, Via Parco del Lauro 119  tel. 080 4249534

Hans Op de Beeck,  Vincitore della XX edizione del Premio Pino Pascali.  Artista visivo, drammaturgo, compositore, regista d’opera e teatrale.

Le parole-chiave per la lettura delle opere di Hans Op de Beeck sono: meditazione, silenzio, introspezione. Tutti gli elementi che compongono le monumentali installazioni sono a grandezza naturale e ricoperte da un morbido strato di intonaco grigio; persone ed oggetti pietrificati sotto una coltre cinerea, una Pompei contemporanea immobile e metafisica.

 

 

Programma Adirt “Banzi- Palazzo San Gervasio” 25 novembre 2017

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“…Salendo dalle pianure della Puglia, dopo il vestito erboso delle colline dolci del sud si sprigiona un paesaggio arcaico, meno popoloso, una fioritura di colli e cocuzzoli ai quali si aggrappano le strade, le masserie spesso in abbandono e i paesi. Paesi di calce e di pietra che fuggono verso valle in cerca di periferie agevoli ma che restano nonostante gli sforzi della modernità abbarbicati nei nuclei medievali alle parti alte dei monti…”. Raffaele Nigro ne “L’Alto Bradano”

Sabato 25 novembre 

partenza   ore 8.15   Largo Sorrentino     8.30 Largo 2 Giugno

ore 10.00   Banzi nell’alta Valle del Bradano.

Visita guidata del Borgo

I resti dell’Abbazia benedettina di Santa Maria, la più antica della Basilicata (IX sec)

Il “templum auguraculum” dei primi decenni del I secolo a.C., spazio sacro sul quale i sacerdoti interpretavano i segni divini leggendo il volo degli uccelli.

La “Tabula Bantina”, un testo epigrafico su lastra di bronzo in lingua osca con caratteri latini, oggi conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Al nome di Banzi è legata inoltre una antica sorgente, cantata dal poeta latino Orazio nella tredicesima Ode del III Libro dal titolo “Fons Bandusiae”.

La Chiesa Madre Santa Maria Maggiore (XIII sec.),

La Chiesa di San Gerardo (XVI sec.)

Ore 13.00 Palazzo San Gervasio

Pranzo presso il ristorante “Prelibatezze del palato”

Ore 15.00 Visita guidata della Collezione D’Errico

Il 2 novembre 1897 Camillo d’Errico lasciava alla comunità di Palazzo San Gervasio la più grande raccolta d’arte privata del Meridione.

Il cavalier d’Errico, finissimo conoscitore delle arti belle, ha costruito dei sontuosi saloni per farne una delle più importanti pinacoteche del Regno”    da “L’opinione Liberale”, 23 maggio 1896

Ritorno a Bari      Arrivo previsto ore 20.00   Largo 2 Giugno / Largo Sorrentino

Lucia Aprile 339.4029450     Angela Mengano 338.4639612

Viaggio a Venezia, Castrocaro Terme e Cervia.

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VENEZIA: La Biennale e le Isole della Laguna

24-28 ottobre 2017

a cura di Angela Mengano

Martedi 24 ottobre 2017

Partenza alle 7,30 per Castrocaro Terme; siamo 32. Pausa caffè in zona Val di Sangro, pausa snack in zona Piceno, poi lasciamo l’autostrada a Forlì e – prima di raggiungere Castrocaro – sostiamo all’interno di Terra del Sole, la città fortificata voluta da Cosimo I de Medici nella Romagna toscana per la difesa dei confini del Granducato. Nella grande piazza un abitante del borgo dispensa al gruppo un pò di notizie storiche; scopriamo, sui due lati opposti della Piazza d’Armi , la piccola chiesa di Santa Reparata e il bel cortile del Palazzo Pretorio. Ricorderemo però la sosta di Castrocaro perché ci ha dato modo di immergerci nella speciale atmosfera del Grand Hotel Terme che nel pomeriggio abbiamo potuto ammirare in tutta la sua raffinatezza, anche grazie alla visita guidata organizzata per noi dalla direzione, dai saloni al romantico parco, tra alberi secolari, sculture di pietra, fontanelle sgorganti acqua termale, il magnifico Padiglione delle Feste decorato – come molti altri ambienti interni – da Tito Chini nel più puro Art Decò , fino agli altri spazi (piscine, palestre) progettati per il relax e il benessere degli ospiti. Una cena raffinata,  con spuma di ricotta ai pistacchi e prosciutto, tortelli integrali in salsa di zucca e guancia di mora romagnola, scottona con spuma di patate viola al vino e porcini, bavarese di cachi.  E dopo, nel bar dell’albergo, ci “scateniamo” nel ballo, facendo corona al musicista di turno che, incoraggiato dalle nostre richieste, spazia in un variegato repertorio senza trascurare le più belle canzoni di ogni parte del globo.

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Mercoledi 25 ottobre 

Il nostro viaggio prosegue verso Mestre e l’Hotel Alexander, lo stesso che ci ospitò qualche anno fa nella tappa di avvicinamento a Cracovia. Nel primo pomeriggio ci raggiunge Stefania Colecchia, la guida – preziosa e competente – che resterà con noi nei tre giorni che abbiamo programmato per la visita di Venezia, della Biennale di Arte Contemporanea e di alcune isole, scelte con cura tra quelle che ai nostri occhi sembrano avere qualcosa in più da raccontare e sicuramente tra le meno appetite dal turismo di massa. La base di partenza è il Tronchetto, e di là una motobarca privata ci porta fino all’Arsenale, attraverso il Canale della Giudecca, così da cogliere una prima immagine di Venezia. Poi l’immersione nel grande fluire della Biennale d’Arte 2017, titolo scelto “Viva Arte Viva”. Curata dalla francese Christine Macel, ci offre un caleidoscopio di proposte tra creatività e solidarietà. Allarghiamo lo sguardo oltre ogni limite possibile, per incrociare altri sguardi, altre visioni, altri temi, altri luoghi, meditare, e proseguire, perché c’è tanto, e anche le performances, allora è inevitabile selezionare e memorizzare, ciascuno secondo la propria sensibilità, intercettando quanto si trova sulla propria lunghezza d’onda. Qui sono ospitati sette dei nove superpadiglioni (gli altri due li vedremo domattina ai Giardini).  In apertura, nel Padiglione dello Spazio Comune, i libri di Maria Lai; le sculture di stoffa di Franz Erhard Walther, premiato col Leone d’Oro; le scarpe fiorite di Michel Blazy, i gomitoli colorati di Sheila Hicks. Nel Padiglione degli Sciamani ci sdraiamo in meditazione nell’enorme tenda-ragnatela di Ernesto Neto, cullate da musiche ipnotiche. Si prosegue tra lo spaesante labirinto di specchi della polacca Alicja Kwade e il padiglione argentino con le sculture monumentali di Claudia Fontes (una ragazza che accarezza un cavallo imbizzarrito, un ragazzo accovacciato, mentre dal cielo piovono rocce). Nel  Padiglione Italia (il titolo “ Il mondo magico”, è un chiaro omaggio a Ernesto De Martino), tre allestimenti che suggeriscono una riflessione complessa e multiforme: l’inquietante Imitazione di Cristo, di Roberto Cuoghi, tra ascesi medievale e nuovo materialismo tecnologico; la video installazione The reading – La seduta,  della italo-libica Adelita Husni-Bey, che affronta con un taglio antropologico problemi focali della contemporaneità;  e la straniante Senza titolo (La fine del mondo) di Giorgio Andreotta Calò, tutta giocata sull’ ambiguità spaziale, “illusoria cattedrale” come è stata definita da Alessandra Mammì dell’Espresso.  All’uscita dagli spazi della Biennale, sulla via del ritorno, diamo un’occhiata (solo dall’esterno) alla  Basilica  di San Pietro di Castello, importante per la storia di Venezia, forse fondata nel VII secolo, ma completamente ricostruita; vi si trova, ci fa notare la nostra guida Stefania, la cattedra di San Pietro, ricavata da un’antica stele islamica con  iscrizioni del Corano a caratteri cufici, e che si dice appartenuta allo stesso apostolo quando era vescovo di Antiochia e donata al Doge dell’epoca dall’imperatore d’Oriente. Riprendiamo la strada verso il nostro imbarcadero, attraversando la via Garibaldi, strada veneziana atipicamente lunga e larga, una delle poche a Venezia a chiamarsi via e non calle.  Stasera, dopo cena, non ci possiamo naturalmente far mancare un’accesa e appassionata discussione su tutto quello che abbiamo visto all’Arsenale e che ha suscitato in ognuno di noi diverse emozioni.

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Giovedi 26 ottobre

Una provvidenziale distrazione sugli svincoli da imboccare in direzione di Venezia permette alla sapiente Stefania di attirare la nostra attenzione sulla zona industriale di Marghera e sull’avveniristico porto. Al Tronchetto ci imbarchiamo, come ieri, per l’Arsenale. Dal Canale della Giudecca al Canale di San Marco, prendiamo nota: del Ponte dei Pugni, dove anticamente Nicolotti e Arsenalotti  si scontravano a ritmo di pugni; della chiesa di San Sebastiano, dove è sepolto Paolo Veronese; della Pensione Calcina, cara  a  John Ruskin e a Francesco Maria Piave (il librettista prediletto di Verdi) ma anche in tempi più recenti a Ornella Vanoni e Carlo Rubbia; delle Fondamenta degli Incurabili, care a Josip Brodskij,  sepolto a Venezia  nel cimitero di San Michele, insieme a tanti altri illustri (Ezra Pound, Sergei Diaghilev, Igor Stravinskij…); della trattoria Altanella alla Giudecca, frequentata da Hemingway, Guttuso e Luigi Nono; del Londra Palace dove una  lapide  ricorda che Čiajkovskij vi compose la sua struggente quarta Sinfonia. Prendiamo nota, infine, anche di un ricordo personale di Stefania, quando passiamo in vista della casa di una sua carissima zia che le preparava delle frittelle buonissime.  Sbarchiamo all’altezza dell’Arsenale e con una breve passeggiata raggiungiamo i Giardini, per la visita a un altro pezzo della Biennale. Qui  gli ultimi due Superpadiglioni (dei nove  complessivi) dopo i sette visti ieri all’Arsenale: il Padiglione degli artisti e dei libri (Olafur Eliasson e il suo progetto Green Light,  workshop di ecolampade in vendita  con  ricavi da destinare a una serie di ONG che si occupano di accoglienza ai rifugiati in ogni parte del mondo; Edi Rama, artista e politico albanese; Hassan Sharif e il suo Supermarket  ipercolorato-protesta contro la voracità del consumismo espositivo), e il Padiglione  delle gioie e delle paure (tanti artisti, uno/a  fra tutti  Hajra Waheed  con See Change, una serie infinita di immagini,  onde che forse hanno inghiottito dispersi in mare….). Si continua poi con una drastica selezione tra gli 86 padiglioni nazionali. Da segnalare Francia, tutto imperniato sull’esperienza del suono Gran Bretagna, contrassegnato già all’esterno dalle palle di Natale giganti di Phyllida Barlow, figlia del pronipote di Darwin; Russia; Paesi Nordici; USA. Alcuni padiglioni molto belli e scenografici come quello dell’Ungheria; molti d’epoca, e d’autore, come il finlandese progettato da Alvar Aalto.  Finita la visita, pausa ristoro nel bar dei Giardini. Ci aspetta ora una nuova meta, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, la molto chiacchierata megamostra di Damien Hirst, preceduta da un martellante battage pubblicitario, evento collaterale alla Biennale, tra Punta della Dogana e Palazzo Grassi, location splendide che già da sole possono decretare il successo interplanetario di una mostra. Si aggiunga poi la fantasia scatenata del suddetto: genio dell’arte o del marketing? ai posteri l’ardua sentenza.  All’uscita il gruppo si spacca in due, tra chi – come me – continua la visita alla mostra di Damien Hirst nella sezione di Palazzo Grassi, (spettacolare il Demon with Bowl, gigantesca statua di altezza – 18 metri- pressochè pari a quella del palazzo) e chi preferisce fare una rilassante sosta al bar della Pensione Calcina.   Prima di imbarcarci per il ritorno alla base, un buonissimo gelato da Nico, in zona Gesuati. Poi il ritorno in albergo per la cena, allietata stasera dalla gradita presenza di Michele e Sandra, carissimiamici di Lucia e adesso anche miei.

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Venerdi 27 ottobre

Giornata dedicata alle isole. La prima é San Giorgio, che ospita in questo momento occasioni imperdibili: Michelangelo Pistoletto, al quale ci eravamo avvicinati a Biella nella sua Fondazione, è ora presente qui con “One and one makes three”. Colpisce ed emoziona al centro della Basilica di San Giorgio una installazione circolare, nient’altro che una serie di specchi che ognuno può attraversare intrigato dalla scritta “Amare le differenze” in tutte le lingue, una riflessione sul   conflitto tra religioni, accettazione delle differenze, multiculturalità. Proseguendo nel percorso, la Sala del Capitolo è interamente occupata dall’opera “Il tempo del giudizio”: le quattro religioni, cristiana buddista ebraica ed islamica messe a confronto con i rispettivi simboli – elemento unificante, lo specchio. Fino a una rassegna ricca e ben rappresentata dell’opera intera dell’artista nella sua evoluzione dagli esordi ad oggi (1960-2017). Notevoli tra gli altri i Quadri specchianti dedicati alla società cubana. Usciamo dalla basilica di San Giorgio e, dopo una pausa caffè nel bar contiguo, eccoci pronti ad ammirare la raffinata arte vetraria nella produzione dei vetri di Murano del Novecento, nell’opera di Vittorio Zecchin. La mostra “Vittorio Zecchin. I vetri trasparenti per Cappellini e Venini” organizzata nell’ambito del progetto culturale pluriennale “Le stanze del vetro” avviato dalla Fondazione Cini ci dà modo di conoscere la figura di questo grande protagonista del vetro del Novecento. All’esterno dell’edificio che ospita l’esposizione, l’installazione dell’americana Pae White, Qwalala, muro ricurvo lungo 75 metri, realizzato con mattoni di vetro multicolori.

Seconda isola, San Servolo: prima monastero benedettino, in seguito ospedale militare, fino ad essere, a partire dal 1725, ricovero per malati di mente. Oggi ospita varie istituzioni culturali e universitarie, tra cui la Fondazione Franco e Franca Basaglia. Il Museo della Follia, nato nel 2006 dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici in esecuzione della legge 180 del 1978, racconta la storia della psichiatria attraverso gli strumenti usati per trattare i pazienti, mettendo bene in evidenza la dimensione emarginante e segregante dell’istituzione manicomiale. E’anche documentato che qui è nata la musicoterapia. Molto bella la storica farmacia con una strepitosa collezione di vasi farmaceutici, tutti con il sigillo del Leone di S. Marco.

Dopo l’aperitivo con spritz e patatine in pieno sole, riprendiamo a scorrazzare in laguna. Terza isola, San Lazzaro degli Armeni con il suo Monastero. Qui esattamente trecento anni fa (nel 2015 l’isola é stata sede del padiglione armeno della Biennale, Leone d’Oro in quella edizione) un gruppo di padri armeni capeggiati da Mechitar, trova accoglienza per sfuggire a persecuzioni e all’ invasione ottomana, per graziosa concessione del governo veneziano. Grazie a loro la piccola isola veneziana diventa centro culturale della diaspora armena. Una guida,  molto preparata, ci accompagna alla scoperta dei tesori custoditi nella chiesa, nel museo (dipinti, oggetti preziosi ma anche curiosi, come la Palla di Canton, pezzo unico in avorio che contiene al suo interno 14 sfere concentriche opera di un monaco buddista; una scultura in gesso del Canova raffigurante il figlio del Bonaparte, una mummia egizia con sarcofago, perfettamente conservata, e molto altro) e nella biblioteca, oggi considerata la più importante collezione di manoscritti armeni conservati in Occidente. Una targa nel cortile ricorda che qui Lord Byron ebbe a dedicarsi allo studio della lingua armena. Una segnalazione letteraria ad hoc di Stefania: Sotto un cielo indifferente, di Vasken Berberian (Sperling&Kupfer).

Allo sbarco a Cornoldi, sulla riva degli Schiavoni, resta ancora un po’ di tempo prima del ritorno in albergo, da dedicare: alla mostra di Safet Zec nella chiesa della Pietà sul tema delle migrazioni ; alle “Mani” giganti di Lorenzo Quinn, visione emergente dalle acque del Canal Grande; e a uno spritz per salutare Venezia.

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Sabato 28 ottobre

Lasciata Mestre e l’hotel Alexander, ripartiamo con destinazione Bari, sostando a Cervia (l’antica Ficocle).  Collocato all’interno del Magazzino del Sale-Torre, il MUSA, Museo del Sale, nato per volontà del Gruppo Civiltà Salinara, racconta la città di Cervia attraverso il protagonista assoluto della sua storia e della sua economia sin dalla notte dei tempi, il sale. Una guida ci accompagna lungo il percorso museale illustrandoci con ricchezza di particolari il valore storico e culturale delle attività connesse all’estrazione e lavorazione del sale, mostrandoci e commentando argutamente utensili, attrezzi e documenti esposti, fino all’ultima sala occupata al centro dalla grande Burchiella (imbarcazione per trasporto del sale) originale. Il sale era “l’oro bianco” e veniva gelosamente difeso dalle incursioni di pirati e saraceni dall’alto della Torre a suon di colpi di cannone. Prezioso perchè usato – oltrechè per conservare i cibi – come “moneta” (donde “salario” e anche via “Salaria”, così chiamata perchè usata per il trasporto del sale dalle coste adriatiche a Roma). Scopriamo anche che i fenicotteri rosa acquistano il loro colore mangiando un piccolo crostaceo, l’Artemia salina. La comunità di Cervia ha lottato per mantenere ancora in vita la produzione del sale, condannata a decadere a causa del processo di industrializzazione. Oggi nell’antica salina Camillone, ultima salina artigianale ancora attiva, si produce un sale riconosciuto presidio Slow Food, sale “dolce” per una limitata presenza dei sali amari che ne rende gradevole il sapore. Alla fine della visita ci verrà gentilmente fatto omaggio di un campione di questo prezioso sale.  Conclusa la visita del MUSA, gran finale con il pranzo molto apprezzato da tutti noi presso le Officine del Sale, storico edificio di recente recupero: il pesce adagiato su una mattonella di sale di Cervia resterà a lungo impresso nella memoria.

Da Cervia a Bari scacciamo la noia del lungo tragitto con una riflessione collettiva sulla Biennale di Venezia. Riporto, in sintesi e nella speranza di non tradirne il senso, alcune impressioni sull’arte contemporanea: “ sono perplessa perchè per me l’arte é bellezza anche se c’è creatività apprezzabile; ma quello che ho visto non appartiene alle mie categorie estetiche ” (Rachele); “ho trovato non più il bello nel senso arcadico ma condivisione e una forte dimensione di umanità” (Teresa); “occasione di confronto con l’arte contemporanea ma anche momenti raccapriccianti (nel padiglione italiano) e anche cose inspiegabili: quale il significato nel padiglione giapponese di mazza scopa e ragnetto? L’arte a me deve comunicare emozioni, altrimenti non mi va (Elisa).

 

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Viaggio a Ventotene 8 -11 giugno 2017

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 Diario di viaggio

Ventotene: l’isola di Spinelli ed il sogno europeo.

8-11 giugno 2017

A cura di Angela Mengano

 Giovedi 8 giugno

Verso Ventotene, l’isola di Altiero Spinelli e del sogno europeo. Siamo 38; partiamo tra le 7.30 e le 8:00 da largo Sorrentino e largo 2 Giugno. Arrivati a  Gaeta verso l’una,  scendiamo  all’hotel  Mirasole, collocato tra la baia di Serapo e il promontorio di Monte Orlando.  Scendiamo in paese ; la comitiva si disperde nei vari localini al lungomare;  io, essendomi  già rifocillata a sufficienza durante il viaggio  con focaccia home-made  vado alla ricerca di un bar per il caffè. Mi dicono di provare in via Indipendenza, lunghissima  via  storica che attraversa in lungo la città di Gaeta, ma il caffè Santos è chiuso.

La visita con Lorenzo, guida locale,  parte dal Santuario della Santissima Trinità o della Montagna Spaccata, ai piedi del monte Orlando.  Fondato nell’XI° secolo  dai Benedettini e oggi sede dei missionari del PIME, è meta di pellegrinaggi per l’intreccio di sentimenti devozionali e leggende: le fenditure nella montagna  che si spaccò secondo la leggenda alla  morte di Cristo;  strane  forme della roccia viste come “la mano del turco”, cioè di colui che non volle credere a quell’interpretazione  miracolistica . Il luogo è davvero suggestivo ; grande fu la sua fama, talmente diffusa, anche in Spagna, che perfino Cervantes ne fa cenno nel Don  Chisciotte.  Siamo nella Riviera di Ulisse, che prende nome dall’episodio omerico dell’eroe greco trattenuto da Circe su queste sponde;  magnifici panorami si offrono al nostro sguardo. Alla mia memoria, grazie a Emilia Cafiero, che ha origini napoletane, affiorano ricordi:  era  forse il  Damiani, il lido nei pressi di Pozzuoli,  dove andavo a fare il bagno  ai tempi dell’Università nei primi anni ‘60 ?  Vi  si arrivava appunto attraverso un lungo e stretto tunnel, anche in quel caso il luogo aveva il nome di Montagna Spaccata. Ritorniamo sul lungomare Caboto,  intitolato al grande navigatore,  originario di Gaeta,  scopritore del Canada.

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Il paesaggio  è dominato  dalla  imponente mole del Castello, che fu  prima fortezza militare poi carcere.  Sul lungomare sorge l’antica chiesa dell’ Annunziata , gotica ma con sovrapposizioni barocche, dove possiamo ammirare  l’altare marmoreo  coronato dal  cinquecentesco polittico  di Andrea Sabatini da Salerno con l’Annunciazione, la Dormitio e l’Assunzione;  il coro ligneo; il  sarcofago quattrocentesco di Enrico Caracciolo, notevole esempio di arte gotica e – dulcis in fundo – la Cappella d’Oro, con volte a botte decorate in blu e oro, dove papa Pio IX, in esilio a Gaeta dopo l’instaurazione della Repubblica Romana,  ispirato dal dipinto della Vergine Immacolata opera del  Pulzone, avrebbe formulato le sue teorie sul dogma dell’Immacolata Concezione  (nonché sull’ infallibilità papale).  Visitiamo poi la Cattedrale , molto rimaneggiata ma con un bellissimo campanile in stile siculo- normanno e  bassorilievi provenienti dall’antico pulpito. Non abbiamo molto tempo, ci piacerebbe visitare anche la chiesa di San Francesco, in posizione alta e dominante,  ma Lorenzo  ci dice che l’interno non presenta elementi di interesse.   Decidiamo di tornare a piedi in albergo, dove ci aspetta una succulenta cena con “riminesi” cozze e gamberi, branzino con  patate e bietola e un’ottima panna cotta ai frutti di bosco. Concludiamo la serata con una breve passeggiata sul lungomare di Serapo.

Venerdi 9 giugno

Prima colazione: piccolo equivoco tra caffè lungo (da me erroneamente ordinato) e americano (quello che in effetti  volevo). La giornata è dedicata a Ventotene, ci accompagna la guida da noi contattata, Linda Contreras,  molto preparata e molto in gamba . Dobbiamo raggiungere  Formia per imbarcarci a bordo del traghetto SNAV  che in due ore ci porterà a destinazione.  Siamo “confinati “ in coperta, ma riusciamo a seguire le fasi dell’avvicinamento all’isola  attraverso uno schermo posto davanti a noi al centro del salone-ponte. Allo sbarco  nel porto  alziamo lo sguardo verso l’ammasso tufaceo di Punta Eolo,  dove sono ben visibili i segni dell’area archeologica su cui sorgeva, in età romana, la villa imperiale  (Villa Giulia)  destinata al “confino”  di esponenti della famiglia imperiale, a partire da Giulia figlia di Augusto,  relegata a Ventotene per violazione della lex iulia sulla moralizzazione pubblica, emanata da Augusto nel 18 a.C. . Luogo di confino rimase Ventotene sino ai nostri giorni. Ma il confino serve anche a creare il distacco, il silenzio, il pensiero: qui è nata l’idea di Europa, con Ernesto Rossi , Eugenio Colorni , e Altiero Spinelli, che nel piccolo cimitero di Ventotene volle essere sepolto . Da una  scenografica settecentesca  rampa a zig zag raggiungiamo una delle due piazze principali dell’isola, in cui si trova la chiesa di Santa Candida, la patrona di Ventotene che il 20 settembre è festeggiata con processioni, fuochi d’artificio  e mongolfiere multicolori  librate nell’aria, il tutto immortalato da Paolo Virzì nel film “Ferie d’ agosto”.  Poi l’atteso  e pregustato incontro con Fabio Masi , che ci accoglie nella  bella libreria posta al centro della piazza principale, dominata dal Castello oggi sede municipale.

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Creatore di una casa editrice – con sede a Genova –  che pubblica solo testi riguardanti le due isole di Ponza e Ventotene e a cui ha dato il nome di “L’ultima spiaggia”, lo stesso della libreria, ci racconta la sua esperienza, e il Manifesto scritto da Altiero Spinelli tra il ’41 e il ’44 è al centro del suo dire.  Lo salutiamo con la promessa di ritornare, e andiamo nella poco lontana Terrazza da Mimì , affacciata a strapiombo sulla spiaggia. Carpacci  di pesce, saporite verdurine, e non manca  un assaggio delle gustose lenticchie isolane; il tutto innaffiato da un vivace prosecco.  Lo scenario è di incomparabile bellezza: in lontananza, il profilo dell’isolotto di Santo Stefano incombe con il suo carico di cupe reminiscenze. Colonia penale destinata agli ergastolani, durante il fascismo diventa luogo di confino per gli oppositori del regime;  là aveva finito  la sua vita Gaetano Bresci, l’anarchico che assassinò re Umberto I; e tra gli altri là aveva scontato la  pena  il brigante Carmine Crocco. Coraggiosamente, sotto il sole del primo pomeriggio affrontiamo la dorsale di via Olivi, che ci permette di avere un’idea dell’isola dall’alto, costeggiando ville alternate a orti  coltivati a lenticchie e scoprendo a poco a poco magnifici panorami. Qui, per poter coltivare  a dispetto del vento – ci spiega Linda – si fanno le “difese incannucciate”( ne parla anche Columella nel suo De re rustica)  E nella stradina che ci riporta alla piazza le targhe sulle case ricordano  i luoghi  un tempo frequentati dai confinati.

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Finiamo in bellezza con il giro in barca organizzato in quattro e quattr’otto dalla nostra bravissima guida, che prenota per noi due capaci imbarcazioni. Ed è così che, fatto il periplo di Ventotene, ci accostiamo al profilo del carcere di Santo Stefano, cogliendo il senso inquietante di questa forma architettonica a ferro di cavallo [panopticon] che – ideata verso la fine del secolo XVIII dal filosofo e giurista Jeremy Bentham  – permetteva al potere (con poche guardie) di controllare tutti i  reclusi senza che se ne rendessero conto. Tranquillo ritorno in traghetto sino a Formia, cena con le  gustosissime tielle locali (pizze rustiche ripiene di pesce) seguita dalle rituali quattro chiacchiere al fresco

Sabato 10 giugno

Stamattina percorriamo la via Flacca, la costiera che da Gaeta a Sperlonga è disseminata di torri ( sistema di fortificazioni – circa trecento – voluto da don Pietro da Toledo per la difesa delle coste del vicereame) in un susseguirsi di belle spiagge incastonate tra mare e montagna. La nostra prima meta – imperdibile – è il Museo Archeologico, nato dall’eccezionale ritrovamento che negli anni ‘50, durante la costruzione della strada litoranea, portò alla scoperta della sontuosa dimora e delle opere di straordinaria qualità artistica, quelle sculture  che dovevano ornare per volere di Tiberio l’immensa grotta annessa alla villa. Ridotte in mille frammenti forse per fanatismo religioso in sfregio a testimonianze di civiltà pagana, vennero poi ricomposte per formare l’attuale nucleo del museo, voluto dalla passione dei cittadini di Sperlonga scesi in piazza per  impedirne il trasporto nella capitale.   Sul gruppo scultoreo detto di Scilla si è trovata un’iscrizione che risale a certo Pasquino, ricco proprietario terracinese e poeta dilettante amico di Marziale; detta iscrizione fa attribuire l’opera, di squisita fattura, ai tre artisti, Agesandro, Atanodoro e Polidoro, autori anche, secondo Plinio il Vecchio, del Laocoonte conservato ai Musei Capitolini.  Luciana ci offre le sue riflessioni di studiosa sui rapporti tra scultura di  età  classica e moderna. E proseguiamo, in un crescendo di emozioni, davanti al gruppo dell’Accecamento di Polifemo, quasi interamente ricostruito ma ugualmente strabiliante; poi la Testa di Ulisse, nota al grande pubblico perché usata dal popolare programma televisivo di Alberto Angela  come immagine di apertura; Ganimede rapito dall’aquila; Diomede che porta via da Troia il Palladio… e così via. Attraverso un piccolo sentiero immerso nella vegetazione mediterranea scendiamo al sito della villa di Tiberio e alla Grotta con la piscina e la peschiera. Dopo il crollo delle rocce, nel 26 d.C., Tiberio non vi mette più piede e riprende a frequentare Villa Iovis a Capri. Lasciato il Museo, superata sulla destra la magnifica costruzione in pietra, casa di vacanze di Raf Vallone e della sua famiglia, (ma qui venivano d’estate anche, tra gli altri,  Rosetta Loy e Natalia Ginzburg)  proseguiamo per Sperlonga, bellissimo borgo a picco sul mare, ricco di angoli suggestivi: tra gli altri ci colpisce una parete affrescata  a mo’ di fumetto,  ispirata alla storia  romanzesca del tentato rapimento da parte del corsaro Khayr al-Din detto il Barbarossa ai danni della bellissima Giulia Gonzaga.

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Dopo la sosta a un caffè della piazzetta, decidiamo di tornare a Gaeta, in modo che ognuno di noi possa organizzarsi il pomeriggio liberamente e come meglio crede. Il gruppo si divide tra Museo Diocesano, via Indipendenza e passeggiata al monte Orlando; io scelgo la terza alternativa e in sette (con Elisa, Franca, Clara, Patrizia, Emanuella e Nicola) raggiungiamo attraverso sentieri ombrosi il punto più alto, coronato dal Mausoleo di Lucio Munazio Planco. Anche stasera la cena dell’albergo merita applausi: paccheri al  ragù di pesce,  fritto di alici e calamari, dolce al cacao amaro.  Conclusione elettrizzante con il nostro assalto collettivo al trenino turistico che in un crepitio di urla di entusiasmo e risate ci porta sferragliando nel cuore della movida del sabato sera.

Domenica 11 giugno

Siamo arrivati al giorno della partenza e anche stavolta vogliamo inserire nel viaggio di trasferimento qualcosa che valga la pena di conoscere. A Ventaroli, frazione di Carinola, facciamo, grazie alla preziosa e colta  guida dell’architetto Valente, una scoperta entusiasmante, la chiesa di Santa Maria in Foro Claudio,   basilica paleocristiana edificata  nel V-VI secolo sui resti di un tempio romano , poi chiesa romanica a tre navate, a lungo  sede episcopale sino al trasferimento a Carinola nel 1099. Funzionò come chiesa fino al XVIII secolo, poi venduta, e adibita a stalla….Gli affreschi, realizzati dal X al XVI secolo,  sono veramente notevoli: quelli dell’abside  fortemente bizantineggianti, ma con una vena popolaresca; al centro campeggia la Madonna e non Cristo Pantocratore, elemento questo che la distingue insieme alla vicina S. Angelo in Formis

La Madonna è raffigurata più volte nelle pareti (la più antica è quella nella navata sinistra); poi santi, santi a profusione, San Bernardo, San Nicola, San Leonardo e San Bartolomeo, curiosamente col coltello in mano. Un’altra scoperta degna di nota: sotto gli affreschi del catino absidale,  una sorta di tappezzeria decorativa di sconcertante modernità, affrescata  con elefantini che sostengono torri (potere episcopale – culto mariano), che  studiosi locali  fanno risalire  al ‘200.

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Alla fine, desta stupore e ammirazione la parete destra, affrescata con il Giudizio Universale e con le arti e mestieri, documento storico delle corporazioni medievali degli artigiani, illustrate con tanto di denominazione e di particolari curiosi (diavoletto sulle spalle, monito al mercante dell’esistenza di un giudizio finale).  E qui un’annotazione della nostra  guida:  Carinola,  città carceraria per vocazione, registra la presenza di 500-600 detenuti nel locale carcere, a lungo classificato anche come carcere di massima sicurezza.

Ritornati in paese, visitiamo Carinola, con begli edifici, come Palazzo Marzano, esempio di arte catalana, palazzo Petrucci Novelli, e la Cattedrale. Ma Carinola è anche il paese natale di Matilde Serao (nella nostra passeggiata ne costeggiamo la casa natale, purtroppo in condizioni di deplorevole abbandono) e di padre Michele Piccirillo, figura luminosa di francescano e archeologo, a cui si devono importanti ritrovamenti, tra  cui quelli sul  monte Nebo in Giordania (lo ricordo, anni addietro, in un indimenticabile incontro nell’Ateneo barese).

Teano è la tappa finale.  Da Ventotene a Teano. Tra questi due luoghi toccati dalla storia si è mosso il nostro viaggio.   A Teano, in attesa di visitare il Museo Archeologico, andiamo a pranzo nel Bistrot 26: ambiente arredato con tocchi originali, proposte gastronomiche del territorio,  molto curate, accoglienza di grande cortesia  e amabilità.

Dopo pranzo, la scoperta del Museo Archeologico. Molto interessante, ricavato all’interno del complesso monumentale tardo-gotico detto del Loggione e Cavallerizza, conserva i reperti, notevolissimi, del territorio dell’antica Teanum Sidicinum, abitata dagli Osci e dagli Ausoni, la cui presenza pare attestata dai vasi in bucchero rosso; le epigrafi preromane in lingua osca e  quelle in lingua latina (a Silla la nostra guida attribuisce la distruzione della cultura italica preromana); il mosaico del 4° secolo d.C. , trovato nel mausoleo della Gens Geminia in località S. Amasio, e  considerato come la più antica raffigurazione musiva dell’Epifania conosciuta al mondo. E, per finire,  la sezione dedicata al Teatro Romano, sembra,  identico a quello di Leptis Magna in Libia.

12 marzo 2017: Pomarico (Mt) – Tra sentieri botanici, vecchi vicoli e antiche carte

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Programma

ore 8.15       partenza da Largo Sorrentino

ore 8.30      partenza da Largo 2 Giugno

ore 10.00       Pomarico

Una passeggiata nel bosco “Lamaferrara” tra il Verde del territorio.

Le erborizzazioni dei botanici romantici sul sentiero Giuseppe Camillo Giordano.

Letture da “La vicenda di G. C. Giordano. Frammenti d’erbario di un botanico romantico” e riconoscimento di erbe spontanee.

Ore 13.00      Pranzo presso “Fontan di Noce”

Ore 15.00        Il Palazzo Marchesale “Donnaperna” (metà ‘700)

con il suo Salone Rosa e le antiche carte dell’Archivio storico comunale

ore 16.30         Il basso centro storico (dal 1600 agli inizi del 1800)

La chiesa di San Michele Arcangelo (1748) con tele di Pietro Antonio Ferro 1601 e Andrea Vaccaro;

La chiesa di Sant’Antonio da Padova,  (XVII sec.): tele del seicento e del settecento di Pietro Antonio Ferro (la Deposizione e la Madonna col Bambino coi santi Francesco e Antonio del 1625) e Domenico Guarino.

ore 20.30       Bari      Largo 2 Giugno–Largo Sorrentino

 

Informazioni e prenotazioni

Lucia Aprile 339.4029450  Angela Mengano 338.4639612

 

 

La Ferrara d’autore: con Ludovico Ariosto e Giorgio Bassani

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Diario di viaggio d’autunno

La Ferrara d’autore: con Ludovico Ariosto e Giorgio Bassani

14-17 ottobre 2016

a cura di Angela Mengano

Venerdì 14

Siamo una piccola brigata stavolta, con un pullman da 50 posti messo a disposizione dalla ditta Petruzzelli per 22 partecipanti: Lucia, io, Elisa, Imma, Adriana Pepe, Luciana Cusmano, Laura Carenza, Marta Attolini, Isa e Giorgio, Marisa Selvaggi, Mariangela Sportelli, Lalla e Tina Traini, Milena Cisternino, Adriana Lancieri, Clara Loiacono, Giovanna Bruno, Ersilia Marra, Franca Botrugno, Mariolina Passaro, Rachele Tateo; in serata, a Ferrara, si uniranno a noi Gisella Romanazzi e suo marito Renato. Prima pausa caffè a Chieuti. Lucia ci introduce al viaggio con letture scelte sull’opera di Ludovico Ariosto e sulla mostra allestita nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara per i 500 anni dell’Orlando furioso e centrata sull’immaginario visivo dell’autore. In pullman ci scambiamo commenti sulle principali notizie del giorno, la morte di Dario Fo, il Nobel per la letteratura a Bob Dylan che ha fatto tanto discutere. Dopo la sosta pranzo al grill di Falconara Marittima proseguiamo per Bologna, accompagnati da pioggia scrosciante fino all’entrata nel MAMBO. La mostra “David Bowie is” è un viaggio affascinante -da percorrere con le cuffie- per immergersi nel mondo di un artista geniale a 360 gradi che lascia un segno indelebile del suo passaggio, mi verrebbe da definirlo “rinascimentale” se non fosse che uno come lui sfugge a qualsiasi tipo di catalogazione.

bowie

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14 – 17 ottobre 2016: La Ferrara d’autore con Ludovico Ariosto e Giorgio Bassani

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Viaggio d’autunno.
La Ferrara d’autore: con Ludovico Ariosto e Giorgio Bassani
14 – 17 ottobre 2016

“Quando entro nel Furioso, veggo aprirsi una galleria regia, ornata di cento statue antiche dei più celebri scultori, con infinite storie di pittori illustri,con un gran numero di vasi,di cristalli, d’agate di lapislazzuli e d’altre gioie,e finalmente ripiena di cose rare, preziose, meravigliose” Galileo Galilei

“Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di Micòl e di Alberto…” Giorgio Bassani

Venerdì 14 ottobre 2016
ore 7,00/7,15 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
pranzo libero
ore 14,00 arrivo a Bologna
Visita guidata della mostra “David Bowie isda Londra a Bologna Mambo
Ore 19.00 arrivo a Ferrara. Cena e pernottamento Hotel Orologio

Sabato 15 ottobre 2016
Ore 8.00 sveglia e prima colazione
Ore 9.30 Ferrara Palazzo dei Diamanti : la mostra “Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” per i 500 anni dell’ Orlando Furioso
pranzo libero
La Ferrara rinascimentale e i luoghi di Giorgio Bassani.
Il ghetto , le antiche mura , Palazzo Schifanoia
Ore 20,30 cena ristorante pernottamento Hotel Orologio

Domenica 16 ottobre
Ore 7.30 sveglia e prima colazione
Ore 9.00 Ferrara Convento di clausura S. Antonio in Polesine con affreschi di scuola giottesca,
ore 10.30 verso Comacchio
Visita e pranzo a Comacchio
Ore 15 L’ anima del Fiume: escursione in barca tra i Casoni , la vegetazione , gli uccelli del Po
Cena e pernottamento Hotel Orologio

Lunedì 17 ottobre
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
Loreto “ La Maddalena tra peccato e penitenza” mostra a cura di Vittorio Sgarbi.
Pranzo
Nel pomeriggio ritorno a Bari.
Arrivo previsto entro le ore 22.00 /23.00

Lucia Aprile 339.4029450 338.6092628
Angela Mengano 338.4639612

Pensando a Nino Lavermicocca. Quando Taranto era Taras e Sibari Σύβαρις

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Diario di viaggio

Taranto – Sibari 

27 e 28 febbraio 2016

 “Pensando a Nino Lavermicocca . Quando Taranto era Taras e Sibari Σύβαρις”

La nostra escursione di due giorni nella Magna Grecia, nell’ultimo weekend di febbraio.

 

a cura di Angela Mengano e Isa Bergamini

Sabato 27 febbraio

Nel Chiostro medievale del convento di San Domenico Maggiore, nel cuore della città vecchia,

chiostro

ci attende, a Taranto, l’archeologa Gemma Russo per la visita alla mostra “Sulla strada 6500 anni fa. Ritratto di una società della Preistoria”. Curata dalle archeologhe Francesca Radina e Armanda Zingariello, la mostra propone una ricca documentazione degli scavi condotti sulla necropoli neolitica di Galliano venuta alla luce nel territorio di Palagiano durante i lavori dell’ANAS per l’ammodernamento della statale 106.

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27-28 febbraio 2016: Pensando a Nino Lavermicocca – Taranto Sibari

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Taranto

Pensando a Nino Lavermicocca
quando
Taranto era Taras
e
Sibari Σύβαρις

Sabato – Domenica 27-28 febbraio 2016

 

 

Sabato 27 febbraio

ore 7.30      partenza da Largo Sorrentino / 7.40 Largo 2 Giugno

ore 9.30      Taranto:      Città vecchia,  via Duomo, 33

La Chiesa, il Campanile, il Chiostro di San Domenico con le mura greche; la confraternita dell’Addolorata con un tratto del tempio magno-greco di oltre 2500 anni fa

Sulla strada…6.500 anni fa. Ritratto di una società della Preistoria

Mostra allestita dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia sulla necropoli di Galliano risalente al periodo Neolitico Visita guidata

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Archeologia industriale nel Salento

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Diario di viaggio

Archeologia industriale nel Salento

28-29 novembre 2015

a cura di Angela Mengano

Sabato 28 novembre

Una fredda seppur soleggiata mattina di fine novembre per conoscere alcuni segni significativi del patrimonio industriale nel territorio salentino. Antonio Monte, architetto e ricercatore, attento studioso della materia, ci aspetta a San Cesario di Lecce, in via Ferrovia, davanti all’ex distilleria De Giorgi, per introdurci negli ambienti ove prosperò (attiva fino al 1999) una industria che era un fiore all’occhiello per l’intera regione. I suoi liquori andavano in giro per il mondo: basti pensare alla scena di Casablanca in cui l’inconfondibile profilo della bottiglia di Anisetta De Giorgi è ben visibile sul bancone del bar a cui è appoggiato Humphrey Bogart!

Anisetta foto

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28 – 29 Novembre 2015: Archeologia industriale nel Salento

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distilleria
ferrovia
anisetta de giorgi

Archeologia industriale nel Salento

28 – 29 Novembre  2015

“Il respiro del tempo è imprigionato qui,  nell’odore di anice che ti accompagna, e non sai capire se sia frutto di allucinazione.” Giovanna Buttazzo sulla Distilleria De Giorgi

Sabato 28 novembre  Bari
ore 7.30
partenza da Largo Sorrentino / 7.40 Largo 2 Giugno
ore 10.30        San Cesario di Lecce
L’ex Distilleria de Giorgi.
Visita guidata dal prof. Antonio Monte , docente di Architettura del paesaggio e patrimonio industriale presso Università del Salento

Aperitivo in casa Pomarico

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Nel Mugello con Don Milani, con Dino Campana

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Diario di Viaggio

Viaggio nel Mugello

24-28 ottobre 2015

a cura di Angela Mengano

Sabato 24

All’appuntamento in largo Due Giugno, sul pullmino da 30 posti (autista Piero), siamo insolitamente pochi, solo quindici. Una sosta per il caffè a Vallata; una per lo spuntino ad Anagni, e siamo a Sarteano, piccolo borgo ai limiti delle terre senesi dove Luca, nostra guida,ci porta alla necropoli delle Pianacce, in aperta campagna, a visitare una tomba etrusca, la Quadriga infernale: affreschi strepitosi a colori vivaci, che raffigurano un Caronte etrusco traghettatore di anime nell’Aldilà.

Caronte

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24-28 ottobre: Nel Mugello con Don Milani, con Dino Campana

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Nel Mugello con Don Milani, con Dino Campana

24 – 28 ottobre 2015

 

Sabato 24 ottobre Bari – Sarteano – Montevarchi

ore 7.20 partenza da Largo Sorrentino / 7.30 Largo 2 Giugno

Pranzo libero

ore 15.30 Sarteano: La tomba etrusca Quadriga infernale e i suoi reperti nel Museo archeologico. L’Annunciazione del Beccafumi nella chiesa di San Martino

Montevarchi Cena e pernottamento

Hotel Il viandante tel. 055 9738772 Ristorante “I Vecchi Amici

 

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24-29 maggio: Itinerario tra fiumi, navigli e canali tra Vigevano, Pavia e Piacenza

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Il parco del Ticino. Vigevano. Pavia. Piacenza
24-29 maggio 2015

Domenica 24 maggio Bari- Forlì
ore 7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
Pranzo libero
Forlì.  Sistemazione in albergo.
Musei San Domenico “Boldini Lo spettacolo della modernità“ Visita guidata
Cena in trattoria e pernottamento a Forlì. Prosegui la lettura…

25 aprile escursione a Massafra

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Massafra
25 aprile 2015

Massafra_Centro

Al di là del ponte si trova il centro della città, una piazza affollata, verso sera, come in un giorno di festa. E’ una calca di uomini vestiti di nero e ragazzi disegnati col diamante e il carbone. Attorno a questa piazza si aggrovigliano, come visceri, i vicoli e le stradine scoscese, attraverso cui si regrediscono fino nel cuore del tempo. Il puro medioevo, intorno. Ti spingi giù verso il basso e arrivi alle mura di un forte, svevo o normanno, puntato come uno sperone verso là dove l’abisso di Massafra si apre sulla pianura sconfinata. Il cielo è sbiadito e la sua luce colpisce accecante il borgo e le rocce, uguali in colore e in vastità, in vecchiezza e in silenzio.
L’architettura di Massafra, intorno al motivo dell’abisso di rocce che le si apre nel cuore e l’allarga in spazi e vuoti grandiosi, è di una coerenza che fa pensare al rigore di uno stile. Non c’è nulla in questo paese che incrini la purezza dell’architettura, che si è stratificata casa per casa, vicolo per vicolo, intorno alle cattedrali.
È una tettonica pura, al suo stato naturale: il tempo in un dato anno, o secolo, si è fermato, e la città si è serbata fuori di esso, fossile e incorrotta. (Pier Paolo Pasolini) Prosegui la lettura…

Diario del viaggio nei luoghi della Grande Guerra

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Diario di Viaggio

Nei luoghi della Grande Guerra – la Transumanza della Pace

7 – 12 marzo 2015

a cura di Angela Mengano e Imma Silletti

7-12 marzo 2015
Partiamo in 18 stavolta (con un pulmino da 30 posti, autista Piero). Durante il lungo viaggio in autostrada, spezzato soltanto da un paio di pause “tecniche”, Lucia ci aiuta a entrare nello spirito del viaggio condividendo con noi letture e riflessioni (tra l’altro le lettere scritte alla madre da un mio zio, fratello di mio padre, caduto sul Montello proprio negli ultimi giorni della Grande Guerra.)
Il gruppo è così formato:
Lucia, Gigi, Luisa V., Laura Q., Margherita, io, Elisa, Imma, Renata P. (con cui dividerò la stanza), Mariella e Vittorio P., Giovanna V., Carla F., Milena C., Adriana L., Marta A., Mariolina P. e Rachele T.
Prima tappa a Nonantola, che a causa del terremoto avevamo dovuto cancellare dall’itinerario del nostro viaggio verso le fabbriche Zegna e Olivetti nel maggio del 2012.

L_Grande_Guerra_marzo_2015_001 Prosegui la lettura…

Week end di silenzio, diario di viaggio – Napoli 7/8 febbraio 2015

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Diario di viaggio

Week end di silenzio

NAPOLI 7 – 8 Febbraio 2015

a cura di Angela Mengano

Partiamo in 37 più Piero (l’autista di Petruzzelli); ci raggiungeranno a Napoli Laura Carenza e sua figlia Marta.
Superate le ansie da maltempo incombente (e preannunzio di fenomeni nevosi sul tratto appenninico) imbocchiamo l’Autostrada per Napoli. Durante il percorso Lucia ci comunica che l’idea dell’itinerario di viaggio è nata in lei dalla lettura di un articolo di Beppe Sebaste pubblicato dall’Unità nel 2009 (“La parola è silenzio”), e dal desiderio di coltivare il progetto sul silenzio, presente da qualche anno nei temi dell’Adirt e iniziato – vorrei ricordare – con il viaggio d’Autunno del 2011 tra Anghiari e Pieve Santo Stefano. Prosegui la lettura…

L’Altro Vulture escursione del 21-22 marzo

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L’altro Vulture
21 – 22 marzo 2015

Sabato 21 marzo
ore 7.50/ 8.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
Ore 10 arrivo a Ripacandida San Donato del XIV sec.
Il Chiostro del Monastero dei Padri Francescani Osservanti
Ore 13 Pranzo al Boschetto (azienda agrituristica del Vulture)
Ore 15,30 arrivo a Barile. Le antiche cantine scavate nel tufo oggi utilizzate per l’invecchiamento del vino.
La Chiesa Madre della Madonna delle Grazie con opere d’arte del XV sec.
La chiesa di S. Nicola del 1780
La Fontana dello Steccato del 1793 con immagini apotropaiche.
Cena e pernottamento
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Viaggio nei luoghi della Grande Guerra 7-12 marzo

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Nei luoghi della Grande Guerra – La Transumanza della Pace
7-12 marzo 2015

Sabato 7 marzo
ore 6.40/7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
Pranzo libero
Nonantola. La Basilica abbaziale ,uno dei più significativi esempi di arte romanica del nord Italia. Villa Emma: una bella storia durante gli anni bui dell’olocausto ebraico
Cena e pernottamento in hotel Prosegui la lettura…

Weekend di silenzio a Napoli 7 e 8 febbraio 2015

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Sabato 7 febbraio – Domenica 8 febbraio 2015
Un weekend di silenzio a Napoli nel Monastero delle Suore di Santa Brigida e con l’Arte di Vincenzo Gemito a Capodimonte

camaldoli mappa

Sabato 7 febbraio
Ore 7.30/7.40 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 11.00 Visita guidata delle basiliche paleocristiane (395 d.C ) a Civitile, un patrimonio storico-archeologico unico al mondo, con la prof.ssa Elena Silvestrini
ore 13,00 pranzo libero
ore 15.00 Napoli Eremo SS. Salvatore a Camaldoli
ore 16.00 Visita all’Eremo dei Camaldoli con la dott.ssa Maria Elena Maffei
ore 19.30 Cena a cura delle Suore Brigidine e pernottamento nel Monastero Prosegui la lettura…

Le tragedie greche nel teatro di Siracusa 12-18 maggio 2014

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Diario di Viaggio

Le tragedie greche nel teatro di Siracusa

12-18 maggio 2014

a cura di Imma Silletti

Lunedì 12 maggio 2014
Si parte alle ore 7
Subito dopo la sosta in autostrada Mara e Gaetano ci parlano di tragedia greca. Mara citando Nietzsche ci dice che l’arte greca non è serena e secondo Aristotele aveva funzione di catarsi nel pubblico che vi partecipava.
Alle 13 arriviamo a Palmi alla Casa della Cultura intitolata a Leonida Rèpaci, scrittore e fondatore del Premio Viareggio. La struttura accoglie: la Biblioteca Comunale, il Museo Civico di Etnografia e Folklore “Raffaele Corso” (reperti della vita della pastorizia, della agricoltura e del mare, folklore, costumi popolari). A questo proposito molto interessante è la documentazione della manifestazione della Varia che si svolge in agosto (carro scenico piramidale alto 16 m. di 20 tonnellate in onore dell’Assunta che poggia su stanghe dove prendono posto le corporazioni o mestieri che la trasportano per le strade del paese,rappresentante una grande nuvola con angeli sole e luna che fanno corona al Padre Eterno e sulla cui cima è collocata l’Animella, una bambina di 10-11 anni scelta per selezione popolare).

La Varìa Prosegui la lettura…

Diario del viaggio d’autunno: Fabriano e Assisi 13-16 novembre 2014

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Diario del viaggio d’autunno

Fabriano e Assisi

13-16 novembre 2014

a cura di Angela Mengano

Siamo partiti da Bari alle sette, destinazione Fabriano, in 35, oltre a Piero, il nostro ottimo autista. Pausa caffè fulminea, già a Cerignola. In pullman, Lucia comincia a introdurci pian piano nell’atmosfera del viaggio, parlandoci di Gentile da Fabriano, che ci accingiamo a riscoprire nella mostra a lui dedicata nella sua città natale, e del Vangelo di Pasolini – di cui ricorre il 50°- ma anche e soprattutto della Cittadella di Assisi, che ci ospiterà nella giornata di sabato, grazie alla paziente opera di tessitura di Lucia e di Ester Bonsante insieme a Emanuele, suo consorte. Senza fare tante soste in autostrada, tra le due e le tre siamo già in albergo, a Fabriano, all’hotel Gentile.
Il pomeriggio è dedicato a due musei, uno più carino dell’altro, entrambi alloggiati in ambienti storici sapientemente recuperati:
– Il Museo della Carta, doveroso omaggio alla storica tradizione di Fabriano, affermatasi nei secoli leader nella produzione della carta, come ci racconta Michele, perfetto affabulatore che dall’inizio alla fine del percorso di visita ci dà dimostrazione pratica di come si fa la carta a partire dagli stracci raccontandoci – attraverso la storia – tanti gustosi aneddoti, mostrandoci macchinari e congegni d’epoca, pergamene, monete cartacee filigranate, il tutto nella entusiastica convinzione che la carta non soccomberà di fronte alla rivoluzione tecnologica (ma al nostro ingresso aveva esordito con un “Grazie per essere venuti al capezzale della carta”).

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Viaggio d’autunno: Fabriano – Assisi 13 – 16 novembre

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Giovedì 13 novembre
ore 7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 14,00 arrivo a Fabriano. Sistemazione in hotel
pranzo libero
Pomeriggio: visita del Museo della Carta e del Museo del Pianoforte Storico e del Suono.
Ore 20.00 Cena e pernottamento in albergo. Prosegui la lettura…

Un paese azzurro: Casamassima / Una mostra a Conversano 19 ottobre 2014

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Diario di Viaggio

Un paese azzurro: Casamassima / Una mostra a Conversano

19 ottobre 2014

a cura di Angela Mengano

In una splendida giornata di sole andiamo alla scoperta di un paese a due passi da casa nostra, che per noi è stato, sinora, quasi soltanto uno svincolo stradale per Auchan.
Con le guide della Pro Loco che ci attendono al nostro arrivo, la giovanissima Luna, insieme a sua madre, architetto, napoletana d’origine, animatrice di appassionate battaglie per la riscoperta del territorio – e a Giovanni De Tommaso, studioso di storia locale, facciamo la prima inaspettata scoperta: una piccola chiesa romanica, in parte ricostruita, intitolata a Santa Lucia, oltre che alla Madonna del Soccorso (stranamente raffigurata, nella tradizione iconografica ad essa dedicata, con un randello in mano!).

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domenica 19 ottobre escursione a Casamassima e Conversano

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Un paese azzurro : Casamassima
Una mostra a Conversano
19 ottobre 2014

mostra Conversano

ore 8.45 partenza da Largo Sorrentino ore 9.00 partenza da Largo 2 Giugno
ore 10.00 Casamassima
La musica nel Conservatorio delle Monacelle. Racconto e visita guidata.
Il centro storico e le sue tracce d’azzurro
Il Cimitero Polacco (uno dei tre in Italia) a circa 4 km dall’abitato sulla S.S.100.
Nel cimitero riposano le salme di 431 polacchi, feriti nella battaglia di Montecassino e deceduti nell’ospedale militare polacco di Casamassima, dove arrivavano per essere curati.
Ogni anno il 2 novembre vengono commemorati con una cerimonia alla quale partecipano una delegazione dell’Ambasciata di Polonia e discendenti dei caduti provenienti dalla Polonia. Prosegui la lettura…

sabato 14 giugno L’Arte per la Natura a Torre Guaceto

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Sabato 14 giugno 2014
“L’Arte per la Natura”
Riserva naturale di Torre Guaceto Castello Dentice di Frasso di Carovigno

ore 15.15 largo Sorrentino / largo 2 giugno (di fronte a Trony) per Torre Guaceto con autobus
ore 16.30 Appuntamento con guida presso Parcheggio di Punta penna grossa

La passeggiata di 1,5 Km. prevede

  • La Zona Umida Ramsar, di importanza internazionale per la sosta dell’avifauna migratoria
  • Il litorale costiero con la zona di Riserva Integrale
  • La Spiaggia delle Conchiglie
  • La Torre Saracena
  • La Sorgente di Gawsit.

Tra la Torre di avvistamento della Riserva di Torre Guaceto e il Castello Dentice di Frasso di Carovigno saremo guidati a conoscere le installazioni, le sculture, le opere che 16 artisti pugliesi, dialogando con la natura e la storia, hanno creato appositamente per questi luoghi.

Cena
Masseria Carrone a Carovigno

Arrivo a Bari ore 24.00 Largo 2 giugno / Largo Sorrentino

Per informazioni e prenotazioni
Martedi 10 giugno ore 16.30 – 17.30 in sede

Lucia Aprile 339.4029450 Angela Mengano 338.4639612

Viaggio in Sicilia

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Diario di Viaggio

Viaggio in Sicilia

Maggio 2014

di Matteo Bonsante

In pullman con tanti nuovi amici, in una limpida giornata di questa primavera, si corre lieti e pensosi verso la Storia, la Natura, il Mito. La Bellezza.

Giornate ampie, colme di sensazioni e di risorgenti ricordi si prospettano.

E subito il passaggio dello stretto, con Ulisse che ancora sembra aleggiare, tra Scilla e Cariddi, in ogni alitare di vento. E poi la maestosità dell’Etna e le sue larghe balze disseminate di palpitanti betulle. E i brontolii, gli sbuffi di zolfo e i vasti prati costellati di fiori, come tante gemme plasmate dal sole. Prosegui la lettura…

domenica 23 marzo nelle Terre della Riforma agraria tra Levi e Scotellaro

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Nelle Terre della Riforma agraria tra Levi e Scotellaro
Domenica 23 marzo 2014

Non gridatemi più dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
che all’ilare tempo della sera
s’acquieti il nostro vento disperato….. Rocco Scotellaro

ore 7.45 /8.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno Prosegui la lettura…

Le tragedie greche a Siracusa 12-18 maggio 2014

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Le tragedie greche nel teatro di Siracusa 12 -18 maggio 2014

Lunedì 12 maggio
ore 6.50/7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
Palmi –  Casa della Cultura “Leonida Repaci”: museo archeologico, artistico, etnografico, storico
Zafferana Etnea
Cena e pernottamento in albergo. Prosegui la lettura…

In Lucania 1- 2 marzo 2014 – Diario di viaggio

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Diario di viaggio

In Lucania

1- 2 marzo 2014

di Angela Mengano

Preceduto e preparato dall’incontro in sede con Antonio Scardaccione e con il suo “ Il barbiere delle anime”, libro di racconti ambientati ad Aliano, suo paese natale, il viaggio in Lucania si snoda attraverso le innumerevoli suggestioni di questa terra orgogliosa e solo all’apparenza immobile ed è stato – appunto – un viaggio dell’anima, balsamo per le nostre esistenze turbate dalle tensioni quotidiane … Prosegui la lettura…

In Lucania 1 e 2 marzo

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Sabato 1° marzo
ore 7.45 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno

Sant’Arcangelo di Potenza
Monastero di Santa Maria dell’Orsoleo
“Foris non mansit peregrinus, ostium hoc viatori patuit “

Pranzo ad Aliano Prosegui la lettura…

Un itinerario nella Daunia 30 nov./1 dic.

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Sabato 30 novembre

ore 7.30 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 9.30 Bovino
Il Castello-Palazzo (XI-XII sec.): maestoso nella semplificazione dei suoi elementi e per la mole.
Il Museo diocesano custodisce una raccolta di numerose ed artistiche oreficerie, quadri, paramenti e statue provenienti dalla Cattedrale, dal Santuario di Maria S.S. di Valleverde e delle chiese di Bovino
ore 13.00 Orsara di Puglia Prosegui la lettura…

Nelle terre di Lorenzo Lotto: diario di viaggio

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Viaggio d’autunno 2013

Nelle terre di Lorenzo Lotto

31 Ottobre – 2 Novembre 2013

di Angela Mengano

Giovedì 31 ottobre
Un affollato pullman (siamo 43 stavolta) è ai blocchi di partenza, già di buon’ora, la mattina del 31 ottobre. Nostra meta per questo weekend d’autunno sono le Marche con il fascino arcano delle opere di Lorenzo Lotto, concentrate in un fazzoletto di chilometri tra il maceratese e l’anconetano. Avremo due guide, una per ciascuno dei due territori.
Giunti a Recanati, lasciamo i nostri bagagli all’hotel Gallery, (Quattro Stelle), molto accogliente e panoramico, e con il vantaggio dell’ubicazione ai margini del centro storico. L’ampio spazio d’ingresso è reso gradevole da una galleria di giovani volti sorridenti alla Andy Warhol che, ci verrà poi rivelato, appartengono allo staff dell’albergo.

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Itinerario del viaggio d’Autunno

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Nelle terre di Lorenzo Lotto
31 ottobre – 3 novembre 2013

 

«Gli occhi dell’Annunciata di Recanati, si pensa di poter dire siano i più commoventi della pittura. Spalancati, con le pupille grandi come laghi cupi nel buio; laghi del cuore, dove un’anima s’affaccia e spaura, timida di confessarsi, torbida quasi per troppa innocenza […]. Capolavoro della trepidazione, della tristezza: i sentimenti inevitabili del Lotto.» Francesco Arcangeli

 

 

Programma

Giovedì 31 ottobre
ore 7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 13,00 arrivo a Recanati Sistemazione in hotel Prosegui la lettura…

Diario del viaggio in Epiro. 1- 9 maggio 2013

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Diario di viaggio

l’Epiro 

1 – 9 maggio 2013

di Elisa Cataldi

Antiche terre d’Acheronte

1° maggio: la partenza
Pullman da Bari alle 16,00 per arrivare a Brindisi in tempo per l’imbarco alle 19,00. Il pullman è molto grande (per noi, 28 partecipanti) e molto moderno, verde pisello, viene da Policoro ed è guidato da Renzo, giovane ed aitante lucano.
Arriviamo puntuali a Brindisi sul molo di Costa Morena e, espletate le formalità d’imbarco, alle 18,45 siamo sulla mtn. Catania della Grimaldi.
L’uscita dal porto di Brindisi è quanto mai emozionante: il tramonto, il castello Aragonese visto da tutti i punti di vista possibili e… perfino un gruppo di delfini che saltando di quando in quando in superficie, accompagnano la nostra uscita dal porto!!!

Brindisi – Uscita dal porto

La cabina è molto confortevole, ha l’oblò, il bagno etc. ma… magra soddisfazione perché la sveglia è alle 02,00 e lo sbarco a Igoumenitza alle 03,00!!! Il fuso orario qui comporta 1 ora meno che in Italia. Prosegui la lettura…

24-26 maggio La civiltà della transumanza – escursione in Molise

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La civiltà della transumanza
Agnone Isernia Pietrabbondante Roccasicura Sepino.
24 – 26 maggio 2013

Venerdì 24 maggio
h. 7,00/7,10 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
h. 10.30 incontro con la guida ad Isernia presso l’ hotel Europa
h.11- 11.30 Agnone. Visita alla Pontificia Fonderia di Campane Marinelli
h.12.30 sosta pranzo presso Caseificio Di Nucci con visita del piccolo museo della transumanza
Pomeriggio Isernia : passeggiata per il centro storico e visita al Museo del Paleolitico
Cena e pernottamento presso Grand hotel Europa di Isernia Prosegui la lettura…

Itinerario rupestre a S. Vito dei Normanni domenica 24 marzo

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San Vito dei Normanni
Domenica 24 marzo 2013

Ore 8.00 / 8,15 partenza da largo Sorrentino / largo 2 giugno di fronte a Trony

ore 9.45 incontro all’ingresso di San Vito (stazione di servizio Agip) con la guida Alessandra Simoni
La chiesa rupestre di San Biagio (XII sec.): uno dei principali insediamenti rupestri della nostra regione per il suo rilevante valore storico ed artistico, in particolare per la presenza di un ciclo pittorico integro e ben conservato che adorna la chiesa , ispirato a modelli bizantini ma con influssi propri delle tradizioni locali

ore 11.30 Chiesa di San Giovanni a San Vito: una chiesa sconsacrata in pietra leccese dal prorompente barocco con tele pregevoli.

ore 12.30 La Chiesa Madre di San Vito eretta a Santa Maria della Vittoria successivamente alla battaglia di Lepanto del 1571, alla quale partecipò un manipolo di sanvitesi. Richiama motivi cinquecenteschi, ampiamente modificata nel corso del XVIII secolo.

ore 13.00 Il Castello medievale Dentice di Frasso ancora oggi abitato dai discendenti della famiglia Dentice di Frasso.
Aperitivo e pranzo nel Castello

Nel pomeriggio: le sale decorate, le tele, trofei di caccia e l’Archivio Storico, recentemente restaurato

ore 18.30 Arrivo previsto a Bari

Viaggio in Epiro: 1-9 maggio

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Pasqua ortodossa nelle “Terre d’Acheronte “
Epiro 1- 9 maggio 2013

Mercoledì 1° maggio Raduno alle ore 18.00 al porto di Bari – Terminal crociere. Formalità d’imbarco e partenza alle ore 20.00 con M/n.”SUPERFAST”. Sistemazione a bordo in cabine a due letti interne con servizi (AB2). Pernottamento in navigazione.

Giovedì 2 maggio Arrivo ad Igoumenitsa alle ore 06.30. Sbarco ed incontro con la guida/accompagnatrice Sig.ra DEMETRA POTSIKA che sarà con il gruppo durante tutto il soggiorno in Epiro. E’ una regione geografica e storica dell’Europa sud-orientale, i cui territori sono oggi parte della Grecia nord-occidentale e dell’Albania meridionale e si estende tra la Macedonia Occidentale ad est ed il mare Ionio ad Ovest. Una regione aspra e montuosa, l’Epiro storico si trovava alla periferia settentrionale del mondo dell’antica Grecia. Prosegui la lettura…

Viaggio nell’Alto Lazio 8 -12 febbraio 2013

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Diario di Viaggio

l’Alto Lazio

8 -12 febbraio 2013

a cura di Angela Mengano

venerdì 8 febbraio 2013
Il nostro viaggio invernale, che coincide stavolta con la fine del Carnevale (che in questi giorni ci verrà ricordato solo da qualche coriandolo sparso sul nostro cammino) nasce “nel segno del Giglio”, che la dinastia dei Farnese ha impresso al territorio del Viterbese lasciando forte memoria di sé.
Come al solito, doppia partenza da Largo Sorrentino e Due Giugno, con il bus della Petruzzelli, autista Piero; siamo 37. Miracolosamente in anticipo, arriviamo nella ciociara Castro dei Volsci, luogo natale di Nino Manfredi. La nostra guida per la visita all’area archeologica di Madonna del Piano (villa romana del I sec. a.C., mosaici pavimentali a motivi geometrici e floreali, resti di villa di età imperiale e necropoli del VI-VII sec. d.C.) e al Museo archeologico annesso é Lucia Rossi.

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8-12 febbraio Viaggio nell’Alto Lazio

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Nel segno del Giglio : la signoria dei Farnese
Venerdì 8 – martedì 12 febbraio 2013

Venerdì 8 febbraio
ore 6,45/7,00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 12.00 Sosta in Ciociaria. Museo archeologico di Castro dei Volsci e scavo archeologico della villa romana e dell’insediamento altomedievale di Madonna del Piano.
Pranzo: il ”panino ciociaro
ore 19.00 San Martino al Cimino sistemazione in Hotel
Cena e pernottamento Prosegui la lettura…

Diario del viaggio d’autunno 31 0ttobre – 4 novembre 2012

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Diario del viaggio d’autunno 2012

Tivoli – Prato – Pistoia

31 0ttobre – 4 novembre 2012

a cura di Angela Mengano

Il tema del nostro viaggio d’autunno è racchiuso tra due poli, la Tivoli dell’Adriano di Marguerite Yourcenar, letto, riletto e rimeditato in uno dei recenti appuntamenti di “Leggermente”, e la Pàvana di Francesco Guccini. Nel mezzo ci sarà tanto altro, da Pontormo a Giovanni Pisano e via dicendo.
Nel viaggio ci accompagna la lettura di pagine scelte della Yourcenar, fino all’arrivo a Tivoli dove ci attende la piccola ma interessante mostra “Antinoo. Il fascino della bellezza”, ospitata nell’Antiquarium di Villa Adriana, da noi raggiunto dopo aver attraversato in tutta la sua ampiezza – e sotto una fitta pioggia – l’intero parco archeologico. Prosegui la lettura…

Viaggio d’autunno 31 ottobre – 4 novembre 2012

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Tornando a casa, per la prima volta dopo lunghi giorni,ebbi la tentazione di sorridere. Avevo giocato con abilità…… La mia opera pubblica era compiuta: ormai, potevo far ritorno a Tivoli…
M.Yourcenar “Memorie di Adriano”
La casa sul confine dei ricordi, la stessa sempre,/come tu la sai/e tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai.
F. Guccini “Radici”

mercoledì 31 ottobre ore 6,45/7,00 partenza da L.go Sorrentino/L.go 2 Giugno
pranzo libero
ore 14.15 Tivoli: Villa Adriana
Mostra “Antinoo il fascino della bellezza”.Visita guidata
ore 20.00 Montevarchi
Cena in Ristorante Castellucci e pernottamento in hotel Prosegui la lettura…

Diario di viaggio: Con Bona Sforza da Bari a Cracovia 30 giugno / 11 luglio 2012

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Diario di viaggio

Con Bona Sforza da Bari a Cracovia

30 giugno – 11 luglio 2012

a cura di Angela Mengano

Sabato 30
Viaggio di trasferimento da Bari a Mestre con il pullman, prima di affrontare il viaggio verso Cracovia ripercorrendo più o meno fedelmente le tappe di Bona Sforza sposa di Sigismondo re di Polonia. Ritroviamo con piacere Ivan, l’autista che già ci aveva accompagnato nella Francia del Sud-Ovest.
Dopo la programmata sosta in autostrada per il pranzo, nei pressi di Ancona, riprendiamo la strada verso Mestre. Qui, sistemati i bagagli nell’hotel Alexander, vorremmo fare una passeggiata a Venezia, ma ci rendiamo conto che i tempi sono un po’ stretti e – prima di cena – ripieghiamo su una puntatina nel piccolo centro storico di Mestre.

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Né padroni né operai: quando la fratellanza non è stata utopia. I luoghi e le fabbriche di Ermenegildo Zegna – Adriano Olivetti 26-31 maggio 2012

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Diario di Viaggio

I luoghi e le fabbriche di Ermenegildo Zegna – Adriano Olivetti…

…né padroni, né operai: quando la fratellanza non è tata utopia.

26-31 maggio 2012

a cura di Angela Mengano

Sabato 26 2012

La levataccia è necessaria per rispettare la tabella di marcia, che ci vede in Emilia nelle prime ore del pomeriggio con un cambiamento di programma: oggi saremo a Vignola e non più a Nonantola a causa del terremoto che ha purtroppo colpito buona parte del modenese. Qui ci attende, con tutto il calore della terra romagnola, Cristina, che ci porta a visitare il centro storico, partendo dalla piazza dei Contrari, che prende il nome dalla signoria locale che sotto il dominio estense diede lustro alla città. Entriamo nel palazzo Boncompagni, che fu prima dei Contrari, poi dei Boncompagni-Ludovisi; progettato da Jacopo Barozzi, detto il Vignola, con la “scala a chiocciola” che ci incanta per la sua straordinaria leggerezza.

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Canosa: tra ipogei e palazzi

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Diario di viaggio

Canosa: tra ipogei e palazzi

29 aprile 2012

a cura di Angela Mengano

In una bella domenica di primavera andiamo con l’ADIRT a Canosa. La visita servirà ad offrirci uno sguardo sulla città al passato, al presente e perché no anche al futuro, dal patrimonio archeologico, accortamente valorizzato dalla comunità locale, alle aziende “virtuose”, fiore all’occhiello del territorio canosino, raccontate da Michele Vinci nel tragitto in pullman.

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Canosa: tra ipogei e palazzi – 29 aprile

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domenica 29 aprile 2012

ore 7.50/8.00 Partenza da Largo Sorrentino/Largo 2 Giugno

ore 9,30/13,00 Parco archeologico di San Leucio;
Palazzo Sinesi: mostra archeologica “1912, un ipogeo al confine. La Tomba Varrese”
La Cattedrale con il Mausoleo di Boemondo d’Altavilla

ore 13,30/15,30 Pranzo

ore 15,30/18,30 La Domus di colle Montescupolo
Monumenti della Via Traiana (Percorso in pullman: Arco e mausolei romani), Il Ponte romano sull’Ofanto

ore 20.00 Rientro a Bari: largo 2 giugno – largo sorrentino

Lucia Aprile cell. 339.4029450     Margherita Maggiore cell.346.7965466

Con Bona Sforza da Bari a Cracovia 30 giugno/11 luglio

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GRUPPO ADIRT
CON BONA SFORZA DA BARI A CRACOVIA
30/6-11/7/12

30/6/12: Raduno alle ore 06.00 a Largo Sorrentino. Quindi il pullman si trasferirà a Largo Due Giugno (Zona Negozio Trony) a Bari: sistemazione a bordo del pullman G.T. e partenza alle ore 06.15. Pranzo libero durante il percorso autostradale. Arrivo alle ore 20.00 a Venezia-Mestre(811 km.) e sistemazione nelle camere riservate all’Hotel Alexander, di cat. 4 stelle, via Forte Marghera 193/C, 30173 Mestre. L’albergo dispone di 61 camere, tutte con servizi privati, aria condizionata /riscaldamento, telefono, TV via Satellite, radio, mini-bar, cassaforte, Internet Wi-Fi gratis. Inoltre ristorante,bar,parcheggio,ascensore. Situato a soli 15 minuti da Venezia, raggiungibile con un pullman in partenza dalla fermata posta a 500 metri dall’albergo. Cena e pernottamento in albergo. Prosegui la lettura…

I luoghi e le fabbriche di Ermenegildo Zegna – Adriano Olivetti 26-31 maggio

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Né padroni né operai: quando la fratellanza non è stata utopia.
I luoghi e le fabbriche di Ermenegildo Zegna – Adriano Olivetti 26-31 maggio 2012

La prima fabbrica di Olivetti a Ivrea

Sabato 26 maggio
ore 6,00/6,15 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
pranzo libero
Pomeriggio: Vignola (Modena) La Rocca: da roccaforte, punto di aggregazione per gli abitanti, ad elegante residenza quattrocentesca, polo d’attrazione per artisti, musici, letterati, politici. Palazzo Boncompagni: la scala a chiocciola capolavoro architettonico e scenografico di Jacopo Barozzi, detto il Vignola. Cena e pernottamento in hotel a Campogalliano (Mo)

Domenica 27 maggio
Ore 7.30 sveglia e prima colazione
Ore 8.30 partenza per Biella
Ore 12.30 sistemazione in hotel
Pranzo libero
ore 15.00 breve panoramica dei siti di archeologia industriale presenti lungo il torrente Cervo e visita di Cittadellarte fondazione Pistoletto nell’ex Lanificio Trombetta che, ristrutturato e rivitalizzato, diventa da fabbrica di tessuti una fabbrica di idee.
ore 17.00 trasferimento a Biella Piazzo e visita del borgo medioevale della città caratterizzato da bassi portici e strade acciottolate, raggiungibile con la suggestiva funicolare; passeggiata a Biella Piano lungo la via pedonale e visita al battistero romanico
Cena e pernottamento in hotel a Biella.

lunedì 28 maggio
Ore 7.30 sveglia e prima colazione
ore 9.00 partenza da Biella lungo la Strada della Lana e visita a Pray della Fabbrica della Ruota, che conserva intatto il sistema teledinamico di trasmissione dell’energia.
Trivero. La fondazione Zegna: la mente, la mano, lo stile, l’ambiente.
Pranzo libero
La Riserva naturale speciale del Parco Burcina “Felice Piacenza”: la conca dei rododendri.
Rientro a Biella: cena e pernottamento in hotel.

Martedì 29 maggio
Ore 7.30 sveglia e prima colazione
ore 9.00 partenza per Lignana.
La Cascina Veneria set nel 1949 del film “Riso Amaro”’ di Giuseppe de Santis.
Pranzo libero
Vercelli: La Basilica di S.Andrea. La Chiesa di San Cristoforo
Museo Borgogna, ricca dimora donata dal collezionista mecenate omonimo alla sua città dove sono raccolte oltre 800 splendide opere tra le quali il famosissimo dipinto”Per ottanta centesimi” di Angelo Morbelli, che documenta il duro lavoro delle mondine.
Rientro a Biella: cena e pernottamento in hotel

Mercoledì 30 maggio
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per Ivrea

Adriano Olivetti

ore 9.30 Il MAAM: il museo a cielo aperto dell’architettura moderna di Ivrea racconta l´impegno dell’Olivetti nei settori in cui l’azienda ha operato: architettura, urbanistica, disegno industriale e grafica pubblicitaria.
La chiesa quattrocentesca di San Bernardino e gli affreschi dello Spanzotti.
Pranzo libero nel centro di Ivrea.
Nel pomeriggio partenza per Rimini.
Cena e pernottamento in hotel.

Giovedì 31 maggio
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
Ore 9.00 Rimini Castel Sismondo Visita della mostra “Da Vermeer a Kandinsky”
Pranzo libero
Nel pomeriggio ritorno a Bari.
Arrivo previsto entro le ore 22.00

Con l’Adirt nel Salento di don Tonino Bello

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Diario di viaggio

Con l’Adirt nel Salento di don Tonino Bello

25-26 febbraio 2012

a cura di Angela Mengano

Da Bari ad Alessano. Ormai vicini alla meta, sulla Maglie – Leuca e quindi dal cuore della penisola salentina, increduli riconosciamo in lontananza il profilo dei monti dell’Albania bianchi di neve!!!

I monti innevati dell’Albania

All’arrivo ad Alessano ci accoglie la nostra guida, Barbara Bello (è un cognome ricorrente qui). Si avvicina pure, per un breve saluto, Marcello, uno dei fratelli di don Tonino. Prosegui la lettura…

25-26 febbraio nel Salento di don Tonino Bello

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La pace è la convivialità delle differenze

Sabato 25 febbraio
Ore 7.50/ 8.00 partenza da Bari (Largo Sorrentino-Largo 2 giugno)
ore 11.00 arrivo ad Alessano: incontro con la “scuola di Pace don Tonino Bello”
visita alla tomba e alla casa museo.
pranzo nel Convento dei Cappuccini
pomeriggio: Cattedrale – Giudecca – Centro Storico
ore 19.00 Cena e pernottamento in hotel a Santa Maria di Leuca

Domenica 26 febbraio
Ore 8.00 prima colazione
ore 9.00 le antiche ville di S. Maria di Leuca e/o la Piccola Leuca a Barbarano con la Basilica di S. Maria De Finibus Terrae

la quercia dei Cento Cavalieri

pranzo a Tricase
pomeriggio: Tricase: la quercia Vallonea “dei Cento Cavalieri”, Tricase Porto, l’antico Portus Veneris dove incontreremo la Magna Grecia Mare, associazione impegnata nella riscoperta e promozione di una cultura marinaresca millenaria con la ‘Scuola di Vela Latina’ ed il ‘Museo delle imbarcazioni tradizionali e da lavoro’.
ore 22.00 arrivo previsto a Bari

La Casa Editrice La Meridiana ha disponibili alcune copie di vecchie edizioni dei seguenti volumi di don Tonino Bello: Ad Abramo e alla sua discendenza, Dissipare l’ombra di Caino, Dalla testa ai piedi, Al pozzo di Sichar, Senza misura e Icona della trinità. Chi volesse acquistarle (60% sul prezzo di copertina) può inviare una mail a media@lameridiana.it, risponderanno dettagliando i titoli e il relativo costo.

Diario del viaggio in Calabria

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Diario di viaggio

Tra Valdesi e Bruzi di Calabria

21-22 gennaio 2012

a cura di Angela Mengano

Sabato 21- ore 7.15 (largo Sorrentino) – 7.30 (largo 2 giugno) Si parte da Bari, in una gelida (ma non troppo) mattina d’inverno, verso i territori “valdesi” della Calabria del versante tirrenico.
Sosta strategica (per spezzare il viaggio) a Pisticci, dove ci attende Maria Antonietta, per la visita guidata all’Abbazia Santa Maria del Casale, gentilmente aperta per noi da don Leonardo Selvaggi, che con grande senso di ospitalità ci accoglie. Con orgoglio, come se si trattasse di una sua creatura, e con un frasario colorito ed espressivo, ci illustra la storia dell’abbazia (costruita nel 1087, dunque coeva della Basilica di S. Nicola) e la ricostruzione – con fondi europei – dell’intero complesso: non ci lascerà ripartire senza farci dono di pubblicazioni e persino di un CD con canti sacri da lui stesso composti! Prosegui la lettura…

21-22 gennaio: in viaggio tra Valdesi e Bruzi di Calabria

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Tra Valdesi e Bruzi di Calabria
21-22 gennaio 2012

Sabato 21 gennaio

ore 7.15/7.30 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 9.30 arrivo a Pisticci
Visita guidata dell’Abbazia Santa Maria del Casale
ore 13.30 Guardia Piemontese ( 514 m.s.l.m )
Nel XIII secolo nei porti di Cetraro e di Paola sbarcarono i primi coloni di fede valdese: alcuni si stabilirono sul poggio di Guardia, altri, superato il crinale, presero dimora nella Valle del Crati.
Sistemazione in Hotel  e pranzo libero
Nel pomeriggio dall’antica Porta del Sangue si raggiunge il centro di cultura “Gian Luigi Pascale”, nato nel 1983 in seguito al gemellaggio con la cittadina di Torre Pellice.
Visita guidata del Museo Valdese ed incontro con i referenti del Valdismo e della Minoranza Linguistica Occitana.
Cena e pernottamento in hotel

Domenica 22 gennaio

Ore 8.00 sveglia e prima colazione
Ore 9.00 partenza per Fuscaldo ( 370 m .s.l.m ). In questo paese i profughi Valdesi vissero in pace e senza paura di professare la predicazione riformata grazie ai Marchesi Spinelli che lo governarono dal 1496 al 1800. Nei vicoli del borgo è possibile osservare i palazzi, le chiese ed i portali, quali narratori di una maestranza scultorea del tufo, roccia su cui è plasmato l’intero abitato.
Ore 13.00 S. Marco Argentano (416 m.s.l.m): Argyrios nell’antica Bruzia, Argentanum nel periodo romano, San Marco in età medievale.
Pranzo in ristorante
Nel pomeriggio visita guidata del centro storico: la posizione strategica, la centralità politica e amministrativa e lo sviluppo monumentale lo rendono di grande interesse.
Ore 21,30 (circa) arrivo a Bari Largo 2 Giugno/ Largo Sorrentino

Viaggio in Irpinia

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Viaggio in Irpinia: tra memorie borboniche e i paesi della bandiera bianca
Montefusco, Bisaccia, Conza e Aquilonia
26-27 novembre 2011

Quasi ogni mattina vado a trovare qualche paese come si va a trovare un vecchio zio, vado a vedere che faccia ha, a che punto è la sua malattia o la sua salute. Vado per vedere un paese, ma alla fine è il paese che mi vede, mi dice qualcosa di me che non sa dirmi nessuno.

La paesologia non si occupa di chi parte ma di chi resta. E’ la disciplina che segue chi non avanza a vele spiegate, ma chi inciampa, chi sente la vita che si guasta giorno per giorno, paese per paese .

da Franco Arminio, Vento forte tra Lacedonia e Candela, Laterza

Sabato 26 novembre
ore 7.50/8.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 10.30 arrivo a Montefusco (Avellino).
Visita del Carcere borbonico, lo “Spielberg d’Irpinia
Sosta pranzo presso Osteria Vineria di Montefusco
Pomeriggio Bisaccia. Visita del centro storico.
Cena e pernottamento a Bisaccia

Domenica 27 novembre
Ore 8.00 sveglia e prima colazione
Ore 9.00 partenza per Conza della Campania. Visita della vecchia Conza. Il parco archeologico
Pranzo a Bisaccia
Pomeriggio Aquilonia Museo etnografico
Ore 20,30 arrivo a Bari

Letture
Franco Arminio, Vento forte tra Lacedonia e Candela, Esercizi di Paesologia, Laterza
Franco Arminio, Terracarne, Viaggio nei paesi invisibili, Mondadori
Michele Cecere, Ripensando il mestiere di vento, Wip edizioni

Diario del Viaggio d’autunno

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Diario di viaggio

Viaggio d’autunno nelle terre del silenzio

29 ottobre – 2 novembre 2011

a cura di Angela Mengano

Sabato 29
Siamo in trentadue a partire stamattina (oltre al nostro Luigi Ciccimarra) da Bari: ci attende ad Anghiari, nella sede comunale, Stefania, che ci racconta della Libera Università dell’Autobiografia e del suo collegamento con l’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano, in una sorta di ideale “vallata della memoria”. Qui vengono offerti percorsi per chi vuole praticare la scrittura autobiografica, attraverso l’organizzazione di seminari, progetti, corsi di formazione. Prosegui la lettura…

Viaggio d’Autunno: Le terre del silenzio e la Val Tiberina

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Viaggio d’autunno.
Le Terre del Silenzio e l’Alta Val Tiberina
29 ottobre-2 novembre 2011

“Qui posso davvero fermarmi, trovare finalmente il punto d’approdo di una vita tormentata e senza respiro…” “Al termine della mia vita vorrei tornare sulla strada che scende nella valle di Sansepolcro, percorrerla, lentamente,camminare tra i fragili ulivi e i lunghi cipressi e trovare in una casa dai muri spessi e dalle stanze fresche, una camera nuda dalla cui stretta finestra io possa guardare la sera che scende dalla vallata” Albert Camus

Sabato 29 ottobre
ore 6,00/6,15 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 14,00 arrivo ad Anghiari.
pranzo libero
Pomeriggio Anghiari visitata dalle parole del silenzio.
Incontro con i rappresentanti dell’Accademia del silenzio .
Ore 19.00 arrivo a Poppi.
Cena e pernottamento nel Park Hotel tel. 0575. 529994 .

Domenica 30 ottobre
Ore 8.00 sveglia e prima colazione
Ore 9.00 Eremo e Monastero di Camaldoli: fede e natura
Pranzo libero
Pomeriggio La produzione tessile del Casentino “Tua madre indossava un cappotto di Casentino, arancione e violento come il sole che avremmo trovato d’estate”M.Mazzantini-Non ti muovere-con visita al Museo della Lana a Stia (Ar)
Ore 20,30 cena in hotel e pernottamento

Lunedì 31 ottobre
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
Monastero de La Verna « Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a’ tuoi compagni per salute dell’anima mia. » (Conte Orlando di Chiusi della Verna prima di donare il monte a San Francesco di Assisi, 1213.)
Pranzo libero
Pomeriggio Pieve Santo Stefano: l’Assunzione di Andrea della Robbia e l’Archivio diaristico nazionale e (se possibile) Caprese Michelangelo: chiesa di S. Giovanni e casa di Michelangelo
Cena e pernottamento in hotel

Martedì 1 novembre
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
Monterchi. La Madonna del parto
Sansepolcro: Piero della Francesca e le sue opere più significative
Pranzo libero
Pomeriggio Bibbiena e Poppi
Ore 20.30 Cena e pernottamento in hotel

Mercoledì 2 novembre
Ore 7.00 sveglia e prima colazione
Città di Castello: visita guidata del Museo Burri
Pranzo
Nel pomeriggio ritorno a Bari .
Arrivo previsto entro le ore 22.00

Diario di viaggio nella Francia del Sud-Ovest

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Diario di viaggio

Francia Sud-Ovest

Le sfide all’ortodossia: un viaggio nelle terre dei Catari degli Ugonotti e dei Valdesi

10 – 23 settembre 2011

a cura di Angela Mengano

Alla partenza siamo in 28: Lucia e Gaetano, Ninni e Lia, Giorgio e Vittoria, Cesare e Silvia, Irene, Brunella,  Ginevra, Maria, Anna, Elisa, Pina, Franca e Laura, Margherita, Gabriella, Patrizia, Silvia, Mariolina, Elke, Clara e Camilla, Lalla ed io. Ci accompagna Graziella Belloli, docente universitaria dotata di una profonda conoscenza della cultura e dell’arte, oltre che della lingua francese. Il nostro autista – bravissimo – è Ivan e viene da Giovinazzo. Molto discreto, è sempre disponibile e pronto a darsi da fare per noi. Il lungo viaggio attraverso la Francia del Sud, dalla Provenza all’Atlantico, inizia per noi sabato mattina presto, con una tappa di avvicinamento alla frontiera italo-francese. Nel percorso, un’anteprima del viaggio con i pensieri e le letture di Lucia e le prime anticipazioni di Graziella ( un frammento: Van Gogh che fissa sulla sua tela“il suo sole di coriandoli colorati”).
All’arrivo a Viareggio, guidati da Gabriella, una simpatica guida del posto, facciamo una passeggiata sul Lungomare, ammirando i bagni ottocenteschi e gli alberghi Belle Époque.

Poi, al Grand Hotel Continental di Tirrenia. Dopo la cena, facciamo due passi sul lungomare, affollato e rumoroso nel caldo afoso del sabato sera. Prosegui la lettura…

10/23 settembre 2011 Viaggio in Francia

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“LE SFIDE ALL’ORTODOSSIA”
Un viaggio nelle terre dei Catari, dei Valdesi e degli Ugonotti

10/9/11 Raduno alle ore 06.00 a Largo Sorrentino. Quindi il pullman si trasferirà a Largo Due Giugno(Zona Negozio Trony) a Bari:sistemazione a bordo del pullman G.T. e partenza alle ore 06.15. Pranzo libero durante il percorso autostradale.Arrivo alle ore 16.00 a VIAREGGIO (776 km.). Incontro con la guida e visita di Torre Matilde e passeggiata sul lungomare di Viareggio, ammirando i Magazzini Duilio 48, i bagni “Balena”, Villa Argentina e l’Hotel Excelsior, con splendide facciate curvilinee e mosaici di ceramica. Al termine, partenza alla volta di Tirrenia(35 km.) e sistemazione nelle camere riservate al Grand Hotel Continental, di cat. 4 Stelle-Largo Belvedere, 26-56128 TIRRENIA-tel.050-37031. Cena e pernottamento in albergo. Prosegui la lettura…

5 giugno Spiritualità e modernità nelle tele salentine di Altamura

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5 Giugno 2011
Spiritualità e modernità nelle tele salentine di Francesco Saverio Altamura

Con Carmelo Cipriani storico dell’arte e specialista di pittura pugliese contemporanea
ore 7.50 partenza da largo sorrentino ore 8.00 da largo 2 giugno
11.00 Arrivo a Lecce.
Visita alla Chiesa e al Convento delle Marcelline, splendido esempio tardo-ottocentesco di architettura monastica e scolastica. Oltre alla facciata, ai corridoi con le aule, al giardino centrale, sarà possibile visitare: Prosegui la lettura…

La Valsolda di Fogazzaro: 27 aprile – 2 maggio 2011

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La Valsolda di Fogazzaro, piccolo mondo di poesia

Tu non sai quanta poesia io sento nell’intimo delle cose, di ogni ombra, di ogni sasso e come il cuore mi faccia male per la dolcezza”. Fogazzaro a Tommaso Gallarati Scotti riguardo la Valsolda

Mercoledì 27 aprile
Ore 6.30/6.40 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
Ore 14.30 arrivo a Forlì. Sistemazione in albergo. Hotel della città tel. 0543.28297
Pranzo libero
Nel pomeriggio visita guidata di Forlì e della mostra “Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello” nei Musei San Domenico
Ore 20,00 cena in hotel e pernottamento Prosegui la lettura…

13 marzo 2011: Escursione a Oppido Lucano

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Diario di viaggio

Escursione a Oppido Lucano

13 marzo 2011

a cura di Angela Mengano

L’ADIRT, nell’ambito del programma di attività dell’anno sociale in corso, ha raggiunto la scorsa domenica la città di Oppido Lucano, calorosamente accolta dal sig. Michele Lioi, assessore alla Cultura, e dal prof. Cervellino, appassionato studioso di storia locale. Prosegui la lettura…

Roma millenaria – diario di bordo

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Diario di viaggio

Roma millenaria

17-20 febbraio 2011

a cura di Angela Mengano

Giovedì 17 febbraio

Siamo partiti alle sette, per essere a Roma intorno all’ora di pranzo; dopo una sosta ristoratrice all’ hotel Colombo, in viale Cristoforo Colombo , siamo pronti per iniziare il nostro viaggio alla scoperta della città eterna nell’intreccio tra arte antica e contemporanea, accompagnati da una guida d’eccezione, Massimiliano Di Leva, il giovane studioso ( laureato in filosofia ma anche specializzato in arte contemporanea, tant’è che ha scritto un libro sul “post-moderno”) che avevamo conosciuto e apprezzato a Napoli nel corso di una visita in quella città.

Già durante il tragitto da Bari a Roma Lucia ci ha letto tra l’altro le riflessioni di Stefano Bartezzaghi di “Repubblica” sui “nuovi musei” tra la cultura dell’antico e le sperimentazioni del contemporaneo. Prosegui la lettura…

domenica 13 marzo: escursione a Oppido Lucano

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domenica 13 marzo
Escursione ad Oppido Lucano

ore 7.50 partenza da Largo Sorrentino
ore 8.00 partenza da Largo 2 Giugno

ore 10.00 La “Grotta di Sant’Antuono” (XIII/XIV sec d.C.), che sorge all’interno di un’area di altre 19 grotte scavate nel tufo presenta un interessante e ben conservato ciclo di affreschi che si riferiscono alla vita di Gesù.

Prosegui la lettura…

domenica 27 febbraio escursione a Andria

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Ore 8.00 / 8.15 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno

ore 10.00: visita dell’Abbazia di Santa Maria dei Miracoli.

ore 11.00: incontro con gli autori del progetto “Principi ortivi”, finanziato dal bando “Principi attivi 2010” della Regione Puglia il cui obiettivo è la creazione di un giardino terapeutico nel chiostro dell’ex Monastero Benedettino di Andria. Prosegui la lettura…

Viaggio a Roma 17-20 febbraio 2011

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La cultura dell’antico, le sperimentazioni del contemporaneo

Giovedì 17 febbraio
ore 6.50/7.00 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 13,00 arrivo a Roma presso il Cristoforo Colombo Hotel
pranzo libero
ore 15,00 incontro con la guida; partenza per tour panoramico in pullman dei siti archeologici più rilevanti (Foro Romano, Fori Imperiali, Colosseo, Palatino, Circo Massimo) visita CENTRALE MONTEMARTINI (Museo di scultura antica allestito all’interno della vecchia centrale idroelettrica)
Ore 20,30 cena in hotel e pernottamento Prosegui la lettura…

Escursione ad Ascoli Satriano 5 dicembre 2010

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“… qui, dove oggidì Ascoli Satriano, come nido di aquila, a cavaliere dei due bacini fluviali, domina gli scaglioni terrazzati dell’altopiano, dove trovasi non solo ubicazione opportuna di difesa, ma il punto d’intersezione dei traffici e delle relazioni commerciali col resto della Iapigia, con la Peucezia, la Lucania, la Campania, l’Irpinia e con Sannio intero” (Pasquale Rosario)


h 7,15/7,30 partenza da largo Sorrentino/ largo 2 Giugno

h 9,30 arrivo ad Ascoli Satriano
Visita del Parco Archeologico dei Dauni “Pasquale Rosario”
La collina Serpente, la più alta del pianoro ascolano, è il parco archeologico dedicato allo studioso che per primo agli inizi del Novecento ha contribuito a salvaguardare e a mantenere vivo nei cittadini il ricordo e la consapevolezza dell’inestimabile patrimonio di memorie custodite nel territorio comunale. Prosegui la lettura…

Escursione a Manduria 21/11/2010

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Il Parco archeologico delle mura Messapiche e il Barocco del Centro storico


h 6,45/7,00 partenza da largo Sorrentino/ largo 2 Giugno

h 9,00 arrivo a Manduria

Visita del Parco Archeologico delle Mura Messapiche che è uno dei più estesi d’Italia e, certamente, l’unico in Puglia a custodire così imponenti resti di epoche tanto diverse. Oltre alla triplice cerchia di poderose mura megalitiche e relativi fossati (V – III sec. a.C.), c’è una vasta necropoli messapica (circa 1300 sepolture del VI – II sec. a.C.) e “lu Scegnu”, meglio conosciuto come Fonte Pliniano, misterioso antro reso celebre dalla citazione che Plinio il Vecchio ne fece nella sua Naturalis Historia. Vi si trova anche la medievale chiesa di S. Pietro Mandurino (X – XII sec. d.C.) con la sottostante cripta interamente affrescata (VIII sec. d.C.) parzialmente ricavata da una tomba a camera di età ellenistica. Prosegui la lettura…

Le Marche di Cantatore e di Crivelli: 30 ottobre – 2 novembre

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“La Maddalena di Montefiore di Crivelli non è solo un simbolo musicale, un prodigio decorativo, è una donna che non si dimentica, col suo sguardo di sottecchi che ci rapisce, la bocca socchiusa, il naso ardito, la fronte sferica che il velo ed il perfetto diadema fingono di celare ed in realtà esaltano, sino ai biondi capelli ondulati e raccolti dal nastro alla nuca, ma che poi prorompono sovrabbondanti ….la trasparenza del corpetto, la mano che solleva il lembo del manto in modo che in fondo si possa scorgere anche il piede… sarà proprio pentita, questa Maddalena?”Primo Casalini

Sabato 30 ottobre
ore 7,00/7,15 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 13,30 arrivo ad Ascoli Piceno. Sistemazione in albergo. Best Western Villa Pigna
pranzo libero
Nel pomeriggio visita guidata di Ascoli: l’antica “città del travertino”,del “romanico diffuso”, “delle cento torri”.
Piazza Arringo : Cattedrale di S.Emidio, Battistero romanico e Palazzo dell’Arengo
Piazza del Popolo: Palazzo dei Capitani del Popolo, Tempio romanico-gotico di S.Francesco
Ore 20,3 cena in hotel e pernottamento Prosegui la lettura…

2-12 giugno: viaggio di pace in Bosnia e Serbia

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Verso la frontiera fra Oriente e Occidente, fra il mondo bizantino e quello ottomano, fra cristiani e musulmani.. Oggi, dopo la tragedia di una guerra devastante, molti di questi luoghi possono essere nuovamente visitati.

Viaggio di pace
2-12 giugno 2010

2/6/10: Raduno alle ore 20.30 Stazione Marittima del Porto di Bari – 1° piano – Box “JADROLINIJA”. Formalità di partenza ed imbarco sulla M/n.”Marco Polo”. Sistemazione a bordo in cabine doppie esterne con servizi privati. Partenza alle ore 22.00. Pernottamento in navigazione. Prosegui la lettura…

23 maggio 2010 Ginosa e Castellaneta: visita guidata

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ore 7.00 largo Sorrentino, ore 7,15 Largo 2 Giugno

Visita dell’Aseco, società del Gruppo Acquedotto Pugliese, che sviluppa la ricerca nel settore del recupero di materiali organici e bio compostabili in contrada Lama di Pozzo

Ginosa: Rione Matrice, Rione Rivolta.

Castellaneta: centro storico e museo di Rudy Valentino

Bari ore 21.00

Ruvo 7 febbraio ’10: una lettura inedita di Cantatore

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Domenica 7 febbraio 2010
Raduno ore 8.00 largo Sorrentino ore 8.15 largo 2 giugno.
Ruvo ore 9.15 Incontro con Carmelo Cipriani nostra guida per la città e autore di una lettura inedita di Domenico Cantatore
Visita guidata di Palazzo Avitaja che conserva alcune opere dell’artista e dove Carmelo Cipriani terrà la sua relazione su Cantatore
Palazzo Rocca-Spada, dimora gentilizia del XV secolo, con artistico cortile e balaustra decorata a bassorilievo
Pranzo nella Masseria Torre del Monte
Pomeriggio: Visita guidata di S. Domenico, di Sant’Angelo, di San Cleto
Arrivo previsto a Bari ore 20.00

L’Atene di Calabria e la Riviera dei Cedri 5/8 dicembre 2009

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« La mia diletta città potrebbe benissimo fare a meno di me, ma sono io che non posso fare a meno di essa. Essa che mi scorre nelle vene e che amo. » (Bernardino Telesio )

sabato 5 dicembre
ore 7.00 partenza da largo Sorrentino
ore 7.10 partenza da Largo 2 Giugno
ore 9.15 il Museo della Siritide a Policoro
ore 13.30 arrivo a Cosenza. Hotel Centrale 0984.73681
pranzo libero
ore 15.30 visita guidata della città
Museo all’aperto Bilotti (MAB)
Il Palazzo Arnone (XVI secolo), sede della Galleria Nazionale: l’icona della Madonna del Pilerio, la Stauroteca, croce-reliquiario donata da Federico II (1222), le opere di Mattia Preti e Luca Giordano.
Il Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio”
Cena e pernottamento

domenica 6 dicembre
ore 7.30 sveglia e prima colazione
ore 9.00 partenza per la Riviera dei Cedri
Santa Maria del Cedro: visita di una tipica Cedriera
Diamante, il “paese dipinto” : 180 artistici e colorati murales abbelliscono le sue vie affacciate sul mare.
Belvedere Marittimo: pranzo libero
Paola: Santuario di San Francesco di Paola
Cena e pernottamento

lunedì 7 dicembre
ore 7.30 sveglia e prima colazione
ore 9.00 centro storico di Cosenza: Palazzo della Provincia, Biblioteca Civica, il Teatro Rendano
ore 13.00 pranzo libero
ore 15.00 centro storico di Cosenza: la Cattedrale, l’Antica Libreria, la Chiesa di San Domenico
Cena e pernottamento

martedì 8 dicembre
ore 7.30 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per Lungro : la Cattedrale di San Nicola di Mira (sec XVIII)
ore 11.00 Altomonte . il laboratorio di icone, mosaici e arte bizantina del maestro Josif Dobroniku.
La Cattedrale S.M. della Consolazione e il Convento domenicano.
Pranzo presso la Locanda Barbieri
Nel primo pomeriggio ritorno a Bari

Viaggio d’autunno 3/ 8 ottobre 2009

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sabato 3 ottobre
Ore 7.45 partenza da largo Sorrentino
Ore 8.00 partenza da Largo 2 Giugno
pranzo libero
Ore 16.00 arrivo a Montecatini
Terme Tamerici: visita guidata della mostra “ I Macchiaioli “ Il Nuovo dopo la Macchia.
Cena e pernottamento presso l’hotel Belvedere di Montecatini 0572.70251

domenica 4 ottobre
ore  7.00 sveglia e prima colazione
ore 8.00 partenza per Saluzzo
nella tarda mattinata: visita guidata del Castello della Manta che conserva il ciclo di affreschi del gotico internazionale più importante a livello europeo o Abbazia cistercense di Staffarda
pranzo libero
primo pomeriggo: visita guidata alla mostra” Rose. Purezza e passione nell’arte dal Quattrocento a oggi” nel Filatoio di Caraglio La mostra propone un percorso attraverso la storia dell’arte prendendo in esame i diversi significati che questo fiore ha assunto: partendo dalla “Rosa mistica” medievale , dalla “Vana Rosa” della natura morta seicentesca per approdare alla rivalutazione femminile del Settecento, in cui la rosa – strettamente legata alla figura della donna – pervade non solo i quadri, bensì tutte le arti decorative.
Cena e pernottamento presso l’hotel Griselda di Saluzzo

Lunedì 5 ottobre
ore  7.30 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per le Langhe
Accompagnati da uno studioso di Pavese, il Professor Gatti , visiteremo i luoghi di Cesare Pavese:
a Santo Stefano Belbo la casa natale del poeta e le suggestioni dei luoghi della Luna e i Falò e di altre opere.
Pranzo libero: sosta consigliata presso ‘l’osteria”Dal Gal Vestì a S. Stefano oppure a Calosso “La Crota ‘Ca
Il pomeriggio nelle Langhe per le suggestioni della vendemmia nella zona del Barolo.
Cena e pernottamento presso l’hotel Griselda

martedì 6 ottobre
ore  7.30 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per la Reggia della Venaria
Pranzo libero
Museo Egizio e passeggiata nel cuore di Torino con sosta in un caffè storico.
Cena e pernottamento presso l’hotel Griselda

mercoledì 7 ottobre
ore  7.30 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per la visita al Castello di Racconigi
ore 12.00 partenza per Bologna
Pranzo libero
Ore 16.00 il Museo per la Memoria di Ustica
Cena e pernottamento a Casalecchio sul Reno presso l’hotel Calzavecchio

Giovedì 8 ottobre
ore  7.30 sveglia e prima colazione
ore 8.30 partenza per la visita del Mambo a Bologna
Pranzo libero
Nel primo pomeriggio ritorno a Bari
Arrivo previsto intorno alle 22.00

Le Città di fondazione nell’Agro Pontino: 30 maggio / 2 giugno

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Sabato 30 maggio
ore 7,15/7,30 partenza da Largo Sorrentino / Largo 2 Giugno
ore 13,30 arrivo ad Anzio, sistemazione in albergo
pranzo libero
ore 15,30 il Museo dello sbarco, la Villa di Nerone, il Paradiso del Mare.
Ore 20,30 cena e pernottamento

Domenica 31 maggio
Ore 9,00 il Parco della Landriana
Pranzo libero
Ore 15,00 Ardea: fondazione Manzù, Aprilia, Pomezia
Ore 20,30 cena e pernottamento

Lunedì 1 giugno
Ore 9,00 il Museo di Piana delle Orme a Latina
Pranzo libero
Ore 15,30 Incontro con Antonio Pennacchi a Latina
Ore 20,30 cena e pernottamento

Martedì 2 giugno
Ore 9,00 il Parco del Circeo e Sabaudia
Ore 11,00 l’ Abbazia di Fossanova
Ore 13,00 pranzo tipico pontino nell’agriturismo “Capocavallo”
Ore 15,30 partenza per Bari

Escursione a Putignano 29 marzo

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I laboratori di cartapesta, il giardino segreto e la città delle spose

Ore 8.30 partenza da largo Sorrentino
ore 8,45 partenza da largo 2 Giugno, di fronte a Trony

ore 9.30 Putignano: incontro con Roberto Bianco presidente
della Fondazione Carnevale. Visita ai laboratori

Ore 11.30 Lo sposificio Putignano
visita guidata dell’Azienda Giovanna Sbiroli

Ore 13.00 pranzo presso il ristorante “Cantinone”

ore 16.00 Il giardino Romanazzi Carducci e passeggiata nel centro storico

ore 18.30 partenza per Bari

ore 19.30 arrivo a largo 2 giugno e poi a largo Sorrentino.

Foggia e i Borghi di Fondazione

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14-15 marzo 2009

Sabato 14 marzo
Ore 8.00 partenza da largo Sorrentino
ore 8,15 partenza da largo 2 Giugno, di fronte a Trony
ore 10.30 arrivo a Foggia: piazza 20 settembre: Palazzo Dogana, Galleria provinciale d’Arte moderna.
Piazza Italia: Palazzo degli Studi (arch. Piacentini), Palazzo dell’ONC (arch. Petrucci), Palazzo IACP detto palazzo delle statue (arch. Foschini).
Da piazza XX settembre a piazza Italia : complesso parrocchiale Opera san Michele (arch. Petrucci), Palazzo dell’AQP (arch. Brunetti).
ore 13.00 sistemazione nell’hotel Mercure Cicolella
pranzo libero
ore 15.30 Musei civici
Municipio,Prefettura Vecchia, Cattedrale, Teatro Giordano
Mostra “Gli Altamura ritrovati” presso la fondazione Banca del monte di Foggia
ore 20.30 Cena e pernottamento

Domenica 15 marzo
ore 8.00 prima colazione
ore 9.00 partenza per i Borghi di Fondazione
ore 10.00 Borgo Mezzanone, Borgo Incoronata, Borgo Cervaro
Pranzo Tenuta Capaccio
ore16.00 Borgo Segezia, Borgo Giardinetto
ore 18.00 partenza per Bari
ore 21.00 arrivo a largo 2 giugno e poi a largo Sorrentino.

Viaggio nella Terra delle Aquile

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Diario di viaggio

La Terra delle Aquile

24 aprile – 2 maggio 2009

 

24/4/09

Raduno alle ore 21.00 alla Stazione Marittima del Porto di Bari Box AGESTEA/TIRRENIA. Formalità d’imbarco e partenza alle ore 23.00 con i traghetti “AURELIA” o “FLAMINIA”:sistemazione a bordo in cabine doppie con servizi privati di 1° classe. Pernottamento in navigazione.

25/4/09

Ore 08.00, arrivo a DURAZZO e sbarco. Incontro con la guida parlante italiano ed il pullman Gran Turismo che saranno a disposizione durante tutto il tour in Albania. Visita della città di Durazzo: è la seconda città ed il più grande porto albanesi. La sua storia inizia nel 627 a.C., con l’arrivo di una piccola colonia di Corinzi e Corfioti. Il suo primo nome fu “Epidamnos”, che in seguito divenne “Dyrrachium”. Si visiteranno la Torre Veneziana, il Museo Archeologico, l’Anfiteatro romano, dove parte degli scavi sono stati effettuati da un gruppo di studenti archeologi dell’Università di Parma. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, partenza in pullman per Tirana. Sistemazione nelle camere riservate all’Hotel Mondial, di cat. 4 stelle. Cena in albergo. Pernottamento.

26/4/09

Prima colazione a buffet in albergo. Mattinata dedicata alla visita guidata di TIRANA: è la capitale e la più grande città dell’Albania; fu fondata nel 1614 e divenne capitale nel 1920. Tra le attrazioni storiche principali: la Moschea Etem Bey, la cui costruzione venne iniziata da Molla Bey nel 1789 e terminata nel 1821 dal figlio Haxhi Ethem Bey, bisnipote di Sulejman Pasha. Quindi in piazza Skandenberg, la torre dell’orologio(Kulla e Sahatit), costruita nel 1830, il simbolo di Tirana. Nel 2001 venne terminata la più grande chiesa di Tirana, la Chiesa Cattolica di San Paolo. Si potranno inoltre notare i variopinti palazzi “dipinti” dal pittore Sindaco di Tirana Edi Rama. Pranzo in ristorante . Cena e pernottamento in albergo.

27/4/09

Prima colazione a buffet in albergo. Ore 09.00, partenza in pullman Gran Turismo e guida parlante italiano alla volta di SHKODRA(Scutari): situata sul Lago omonimo, il più grande dei Balcani, è una delle più antiche città dell’Albania. Fu fondata nel IV° Sec.a.C. ed alla fine dei III° Sec.a.C. Skhodra era la capitale del Regno degli Illiri. La città non è soltanto un centro storico, ma è anche un centro culturale, educativo e di affari ed è un esempio di tolleranza tra le diverse religioni. Si visiteranno il Museo Archeologico, il Ponte Mesi ed il Castello Rosafa, posto al culmine di una collina. Pranzo in ristorante. Al termine, partenza in pullman per la visita di KRUJA: graziosa cittadina costruita sulla montagna, posta a 32 km. da Tirana, dalla quale si gode una vista meravigliosa della montagna e del mare.
Si visiteranno il vecchio Bazar, la Fortezza ed il Museo di Skandenberg, l’eroe nazionale che nel 1400 ha resistito per circa 25 anni agli attacchi dei turchi-ottomani, impedendo ai barbari di oltrepassare l’Adriatico. Al termine, rientro a Tirana. Cena e pernottamento in albergo.

28/4/09

Prima colazione a buffet in albergo. Ore 09.00, partenza in pullman GT e guida alla volta di BERAT: nata 3000 anni fa, classificata dall’UNESCO città-museo, viene denominata “città dalle mille finestre”. Si visiteranno il Castello, il Museo d’Onufri, che contiene oggetti iconografici e affreschi del più grande pittore albanese del XVI° Secolo e la città vecchia. Pranzo in ristorante. Al termine, partenza alla volta di Butrinto. Visita panoramica di VLORA: situato nella zona sud-ovest dell’Albania, è stata la prima capitale all’indomani dell’indipendenza della nazione nel 1912. Al termine, partenza per Butrinto. Sistemazione nelle camere riservate all’Hotel Porta Eda di cat. 4 stelle. Cena e pernottamento.

29/4/09

Prima colazione a buffet in albergo. Ore 09.00, partenza in pullman e guida per la visita di BUTRINTO: la “piccola Troia”, citata da Virgilio nell’Eneide, è patrimonio mondiale protetto dall’UNESCO. Abitata fin dai tempi della preistoria, è stata nei secoli una città epirota, una colonia romana ed un vescovato. I resti archeologici più antichi datano tra il X° e VIII° Secolo a.C.. L’insediamento originario probabilmente mercanteggiava con Corfù ed aveva una fortezza ed un santuario. La sua era una posizione strategica, a causa dell’accesso allo stretto di Corfù. Gli scavi archeologici iniziarono nel 1928 quando il governo fascista di Mussolini inviò una spedizione verso Butrinto.Vennero riportate alla luce la città romana e la città ellenistica, comprese la “porta dei leoni” e “le porte scee”, chiamate cosi’ in ricorso delle famose porte di Troia, nominate nell’Iliade di Omero. Ma fu con la spedizione inglese del 1993 che vennero alla luce: il Triconch Palace, l’area capitolina e forense, una torre tardoantica riusata nel periodo altomedievale come residenza, numerosi cimiteri urbani tra cui quello presso il pozzo di Junia Rufina, assieme a numerose altre strutture. Le indagini presso la pianura di Vrina, hanno dimostrato l’esistenza di una colonia romana databile ad età augustea, attraversata da un imponente acquedotto, che riforniva la città. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, escursione a GIJROKASTRA: detta la “città museo”, diede i natali ad Enver Hoxha, la guida del Paese per oltre 40 anni. Si visiterà il centro storico, con le sue bellissime case ottocentesche ed il castello con il museo delle armi. Al termine, rientro in albergo a Butrinto. Cena e pernottamento.

30/4/09

Prima colazione a buffet in albergo. Ore 09.00, partenza in pullman GT e guida parlante italiano alla volta di KORCE:sistemazione nelle camere riservate al Grand Hotel di Korce, di cat. 4 Stelle. La città di Korce è situata a 853 metri s.l.m., ai piedi del Monte Morava, che è stato un antico insediamento di coloni Illiri. Significativi monumenti quali 9 Chiese, il bazar e la moschea Mirahori, costruita nel 1418. E’ un importante centro per la fabbricazione di tappeti. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, continuazione della visita guidata di Korce. Al termine, rientro in albergo. Cena e pernottamento.

1/5/09

Prima colazione in albergo. Ore 09.00, partenza in pullman Gran Turismo alla volta del Lago di OHRID. E’ uno dei maggiori laghi della penisola balcanica ed è considerato uno dei più antichi della terra. Il lago è situato ad una altitudine di 695 m. s.l.m., ha una superficie di 349 kmq. (il lago di Garda è di 370 kmq.) e la massima profondità raggiunge i 289 mt. La parte principale del lago fa parte della Repubblica di Macedonia ed una parte minore appartiene all’Albania, il cui centro più importante è POGRADEC: visita guidata e pranzo in ristorante sul lago a base di pesce. Nel pomeriggio, partenza in pullman alla volta di Durazzo. Presentazione al porto alle ore 21.00. Partenza alle ore 23.00 con la M/n.”AURELIA” o “FLAMINIA” della Tirrenia di Navigazione. Sistemazione in cabine interne con servizi di 1° classe. Pernottamento in navigazione.

2/5/09

Arrivo a Bari alle ore 08.00.

Viaggio in Irpinia: natura, storia e musica

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14-15 febbraio 2009
Sabato 14 febbraio
Ore 8.00 partenza da largo Sorrentino
ore 8,15 partenza da largo 2 Giugno, di fronte a Trony
ore 11.00 arrivo a Gesualdo: il castello del “Principe dei musici”, il “Quadro del Perdono” (1609) di Giovanni Balducci da Firenze nella Chiesa di S. Maria delle Grazie.
ore 13.00 pranzo libero
ore 15.00 Abbazia di San Guglielmo del Goleto (XII sec.)
ore 17.00 Rocca San Felice e il laghetto della Mefite
ore 19.00 Caposele. Sistemazione nell’hotel Settebello (tel. 0827.58113)
ore 20.30 Cena e pernottamento

Domenica 15 febbraio
ore 8.00 prima colazione
ore 9.00 Chiesa Madre di Caposele, ricostruita ex novo dopo il terremoto dall’ing. Vittorio Gigliotti, trae ispirazione dallo spettacolo della galleria sotterranea di captazione della sorgente.
ore 10.00 Sorgenti del Sele
A Caposele ha inizio l’Acquedotto Pugliese, notevole opera di ingegneria idraulica che, con le acque irpine, disseta l’intero Tavoliere delle Puglie fino a S. Maria di Leuca.
ore 13.00 pranzo a Ponteromito Montemarano. Ristorante “Il Gastronomo”.
ore 15.30 sorgenti di Cassano Irpino. Visita della cupola che con la sua copertura preserva l’acqua pura e ricca di ossigeno
ore 18.00 partenza per Bari
ore 21.00 arrivo a largo 2 giugno e poi a largo Sorrentino.

Escursione a Bitonto: l’argento degli ulivi e il profumo dell’olio

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Domenica 30 novembre ore 8.20 Largo Sorrentino – ore 8.30 Largo 2 Giugno
Ore 9.15 visita al Museo Civico
Ore 10.15 visita al frantoio sulla via di Palombaio del dr Franco Cuonzo, che pratica la spremitura a freddo e possiede ancora parti di antichi torchi in legno
Ore 11.15 visita all’Oleificio Cooperativo ”Cima di Bitonto”, sulla via Modugno, che pratica l’estrazione per centrifugazione a caldo.
Ore 12.00 breve conversazione del dr. Riccardo Riccardi (autore del volume “L’impresa di Felice Garibaldi, fratello dell’eroe dei due mondi”- Ed. Congedo), sul commercio dell’olio nel corso dell’800, con scambi, in particolare, tra Puglia ed operatori nizzardi; breve illustrazione, da parte dell’ agronomo dr. Francesco Schiraldi, degli aspetti tecnologici della molitura e delle innovazioni tecniche introdotte in Puglia attraverso contatti con operatori stranieri (Pietro Ravanas).
Ore 13.30 pranzo presso l’agriturismo “Fondaco de’ Guelfi”, sulla strada tra S.Spirito e Giovinazzo

Prenotazioni entro il 21 novembre

Correggio a Parma, Palladio a Vicenza, Matilde a Canossa

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3-8 dicembre 2008
Programma
3 dicembre mercoledì
ore 13.30 partenza da Largo Sorrentino
ore 13.45 partenza da Largo 2 Giugno
ore 20.30 Trebbiantico (Pesaro-Urbino) Sistemazione nellaVilla Cattani Stuart
Cena alla “Vecchia Cantina”
4 dicembre giovedì
ore 8.00 sveglia e prima colazione
ore 9.00 visita della Villa Cattani Stuart (1600) e del suo giardino all’italiana
ore 10.30 partenza per Forlimpoli
ore 12.00 Forlimpopoli: Casa Artusi, centro di cultura enogastronomica. con Museo e Biblioteca. Piccola degustazione. Visita guidata della chiesa dei Servi (opere di Palmezzano)
ore 16.30 partenza per Correggio
sistemazione nell’hotel President
cena e pernottamento
5 dicembre venerdì
ore 7,30 sveglia e prima colazione
ore 8,30 partenza per Gattatico: visita guidata con video e filmati di Casa Cervi, della biblioteca, del parco
ore 12,00 Parma -pranzo libero –
ore 13,00 visita guidata alla cupola del Duomo (Correggio, Assunzione della Vergine)
ore 14.30 visita guidata alla Camera di San Paolo
ore 15.30 visita guidata alla cupola della Chiesa di San Giovanni (Correggio, Ascensione di Gesù)
ore 17.00 visita guidata della Pilotta
ore 20.00 rientro a Correggio per la cena e il pernottamento
6 dicembre sabato
ore 7,30 sveglia e prima colazione
ore 8,30 partenza per Vicenza
ore 10.00 visita guidata: Teatro olimpico, palazzo Chiericati, palazzo Thiene, Basilica Palladiana,
palazzo Barbaran da Porto ove si trova la mostra palladiana (visita facoltativa)
ore 13.00 piazza dei Signori-pranzo libero-
ore 14.30 Basilica di Monte Berico (nel refettorio conventuale Cena di San Gregorio Magno di Veronese)
le Ville palladiane:la Valmarana (affreschi di Tiepolo), la Rotonda
ore 20.00 rientro a Correggio per la cena e il Pernottamento
7 dicembre domenica
ore 7,30 sveglia e prima colazione
ore 9.00 partenza per il Castello di Canossa. Visita guidata della Rocca e del Museo
ore 12.30 Reggio Emilia- pranzo libero-
ore 14.30 visita guidata della mostra “Matilde e il tesoro di Canossa” nelle tre sedi di: palazzo Magnani, museo civico, museo diocesano
8 dicembre lunedì
ore 7,30 sveglia e prima colazione
ore 8,30 partenza per Longiano
ore 10.30 visita guidata: porta del Ponte, piazza e castello malatestiano
ore 13.00 pranzo presso la trattoria “La vecchia maniera”
ore 15.00 partenza per Bari

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